SANITÀ: “LA REGIONE SPRECA FONDI PER AFFITTI SEDI ASL E NUOVI DIRETTORI MA NON FORNISCE AI MALATI DI RETTO COLITE ULCEROSA I FARMACI DI NUOVA GENERAZIONE” - SQUARTA (FDI) CHIEDE INTERVENTO ASSESSORE BARBERINI

Il capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Cesaroni, Marco Squarta, chiede all'assessore alla sanità, Luca Barberini, di intervenire nei confronti dei direttori generali delle aziende ospedaliere affinché “sia garantita la migliore possibilità di cura ai pazienti affetti da retto colite ulcerosa”. Squarta denuncia che “mentre la Regione Umbria dilapida fondi pubblici per pagare gli affitti delle sedi Asl e per creare nuovi direttori generali i malati vengono  costretti a ricorrere al cortisone perché non vengono forniti i nuovi farmaci biologici”.

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14 Dic 2016 12:30

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(Acs) Perugia, 14 dicembre 2016 - “Mentre la Regione Umbria dilapida fondi pubblici per pagare gli affitti delle sedi Asl e per creare nuovi posti da direttore generale i malati di retto colite ulcerosa vengono privati delle cure appropriate e costretti a ricorrere al cortisone, con pesanti effetti collaterali”. Lo denuncia il capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Cesaroni, Marco Squarta, rimarcando che “da numerose segnalazioni risulta che ai pazienti viene spesso risposto che i nuovi farmaci biologici loro necessari non sono disponibili nelle farmacie ospedaliere, negando di fatto la possibilità di curarsi ai malati”. 

“L'intera Giunta regionale – continua il consigliere di opposizione - dovrebbe farsi carico del problema di garantire una risposta sanitaria rapida e razionale a coloro che soffrono di questa patologia. E sarebbe opportuno che l'assessore alla sanità, Luca Barberini, intervenisse nei confronti dei direttori generali delle aziende ospedaliere affinché questa situazione sia al più presto risolta”.

Squarta evidenzia infine che si tratta di “farmaci da assumere con celerità e senza dunque aspettare tempo incerti di attesa. Questa rimarchevole situazione genera una 'mobilità farmaceutica passiva', con pazienti umbri che sono costretti a recarsi in altre regioni con il proprio piano terapeutico e ricevono il farmaco di cui hanno bisogno, ovviamente senza pagare. Ma il costo di tutto ciò – conclude - ricade comunque sulle casse della Regione Umbria, verso cui le altre Regioni si rivarranno per ottenere il rimborso dei farmaci erogati ai malati a cui non siamo stati in grado di garantire risposte”. MP/

Ultimo aggiornamento: 14/12/2016