(Acs) Perugia, 26 agosto 2011 - “La partenza nella nostra regione della ricerca sulle cellule staminali rappresenta una speranza per tanti cittadini che versano in condizioni di sofferenza a causa di malattie neurovegetative”. Lo afferma il consigliere del Partito democratico Andrea Smacchi, evidenziando che “la notizia ci inorgoglisce e ci dimostra che anche l’Umbria, quando ha coraggio di credere in grandi progetti e dare credito a luminari, è in grado di competere e di eccellere anche al cospetto delle più famose realtà nazionali. La strada sarà lunga e costellata di difficoltà da superare ma è la dimostrazione che la sanità pubblica umbra è capace sì di autocritica ma ha anche la forza di guadare lontano”.
Smacchi spiega che “la prima fase della ricerca sarà rivolta ai malati affetti da Sla, che hanno già avuto modo di sollecitare alla Giunta e al Consiglio regionale una maggiore attenzione, ottenendo un supporto economico utile a sopperire in parte le tante difficoltà che affrontano ogni giorno. Avere questo tipo di sperimentazione a Terni significa che anche la politica, quando chiamata a progettare e decidere sui grandi temi che riguardano la tutela della vita e la sua difesa, deve necessariamente guardare oltre le mere divisioni formali e concentrarsi sulla sostanza. Il difficilissimo momento economico e sociale che, a livello nazionale stiamo attraversando, va affrontato con grande senso di responsabilità, governando quotidianamente i processi in veloce mutamento, perché i soggetti più esposti sono proprio i più deboli, gli svantaggiati e coloro che versano in condizioni di malattia”.
“Quello che mi sento di fare – aggiunge Smacchi - è un richiamo forte alla responsabilità di tutti a concentrarsi sulle soluzioni che, nei vari campi, possono migliorare le condizioni dei nostri cittadini e qualificare la nostra comunità regionale, a partire dai nostri rappresentanti nazionali che saranno chiamati presto a dimostrare concretamente cosa hanno fatto e cosa intendono fare per la regione che li ha eletti. Mi auguro - conclude - che si inverta anche la tendenza degli ultimi anni che ha visto i finanziamenti rivolti alla ricerca in continua diminuzione rispetto al resto d’Europa, dove invece si investe massicciamente proprio su questo settore”. RED/mp
