SANITÀ: “ISTITUIRE IL REGISTRO REGIONALE DELLE DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO" – PROPOSTA DI LEGGE DI ROMETTI (SER) E SOLINAS (PD)


I consiglieri regionali Silvano Rometti (Socialisti e riformisti) e Attilio Solinas (Pd) hanno presentato una proposta di legge che punta ad istituire il “Registro regionale delle Dichiarazioni anticipate di trattamento”. Si tratta, spiegano, di documenti con cui cittadini maggiorenni manifestano la volontà di essere sottoposti o meno a trattamenti sanitari in una eventuale situazione di “perdita di coscienza ritenuta dai medici curanti non ragionevolmente reversibile”.

Data:

17 Dic 2015 00:00

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(Acs) Perugia, 17 dicembre 2015 – Istituire il "Registro regionale delle Dichiarazioni anticipate di trattamento" (Dat) in cui far confluire i documenti con cui una persona maggiorenne, nel pieno possesso delle proprie capacità, manifesta espressamente ai propri medici curanti la propria volontà in ordine ai trattamenti sanitari a cui essere o non essere sottoposta nel momento in cui si trovasse in una situazione di perdita di coscienza ritenuta dai medici curanti non ragionevolmente reversibile. Lo prevede la proposta di legge presentata dai consiglieri regionali Silvano Rometti (Socialisti e riformisti) e Attilio Solinas (Pd).

Rometti e Solinas spiegano, nella relazione alla legge, che “l'alto grado di sviluppo della scienza medica e delle tecnologie applicate, le tecniche rianimatorie associate ad apparecchiature di sempre maggiore sofisticazione hanno strappato a morte certa un gran numero di pazienti. Nel contempo, tali tecniche possono generare nei pazienti particolari condizioni di sopravvivenza biologica che possono essere considerate non accettabili da parte del diretto interessato, anche per la perdita di dignità che ciò comporta. Il mantenimento in vita, in tali condizioni artificiose è si tecnicamente possibile, ma non si ritiene possa essere giuridicamente imposto al cittadino”.

I due consiglieri di maggioranza evidenziano che “il diritto al consenso informato si sostanzia anche nel diritto a rifiutare consapevolmente le cure mediche. Il diritto a vedere rispettate le proprie volontà in ordine ai trattamenti sanitari, anche una volta che si sia perduta la capacità di intendere e volere. Va quindi ritenuto direttamente esigibile anche in assenza di una legislazione nazionale che ne disciplini in dettaglio le modalità di esercizio. Da ciò discende – concludono - che il medico che si trovi di fronte ad una documentata e inequivoca volontà espressa anticipatamente da un paziente successivamente divenuto incosciente è tenuto a rispettarla”. MP/

Ultimo aggiornamento: 17/12/2015