(Acs) Perugia, 17 gennaio 2011 - “Fin dal 2006 veniva denunciata la situazione di abbandono e disagio in cui vivevano i pazienti del così detto 'Repartino' psichiatrico. Poltrone squarciate, pochissimi bagni funzionanti, uomini e donne nella stessa stanza”. Lo scrive, in una nota, Maria Rosi (PdL) che ricorda come “il problema del 'repartino' viene sollecitato dal centro destra, a livello istituzionale e sui giornali fin dal lontano 2006”.
“L'allora presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti non ha mai preso posizione, mentre l'assessore alla Sanità della sua Giunta, Maurizio Rosi rassicurava l'opinione pubblica con false promesse assicurando lo spostamento del 'repartino' al Polo unico non appena conclusi i lavori. Nel 2008, – ricorda Maria Rosi – ancora di fronte ad un nulla di fatto, il centro destra alla Provincia e al Comune di Perugia ha denunciato con forza la situazione fatiscente della struttura, con condizioni igieniche al limite della tollerabilità e priva di norme di sicurezza. Ma tutto ciò non ha provocato risposte. Un anno dopo (2009) lo stesso assessore comunale Ciccone evidenziava la situazione in cui versava il repartino. Poi, nel 2010, la nuova Giunta regionale assicurava lo spostamento entro il mese di dicembre. Ma ancora nulla. Finalmente – racconta l'esponente del PdL – la presidente Catiuscia Marini, ha deciso di visitare il 'repartino' accorgendosi delle condizioni disumane in cui sono costretti a vivere i pazienti. E così, dal cilindro, sbuca lo spostamento della struttura al polo unico”.
Per Maria Rosi “è scandaloso che siano voluti quattro anni affinché venissero accolte le grida di dolore di tanti malati che, nel frattempo, hanno dovuto subire umiliazioni morali che, in alcuni casi, hanno anche aggravato le loro patologie. Si tratta, tuttavia, di una situazione transitoria. Chi è affetto da patologie psichiatriche – spiega – avrebbe bisogno di strutture di recupero, con spazi all'aperto e luoghi attrezzati per lo svolgimento di lavori ricreativi”.
Secondo Maria Rosi, “il fatto di non trovare una soluzione concreta con ogni probabilità è legato ad un problema tra Università e azienda ospedaliera” e il suo auspicio, in conclusione, è che si riesca a trovare unità di intenti che vadano a favore del malato”. RED/as