SANITÀ: “CONOSCERE I DATI DELLA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO ANTINFLUENZALE IN UMBRIA” - MONACELLI (UDC) INTERROGA LA GIUNTA

Sandra Monacelli, capogruppo regionale Udc, ha presentato un'interrogazione alla Giunta per “verificare se anche per altri lotti del vaccino antinfluenzale, oltre ai due ritirati, sia configurabile un ragionevole sospetto”. Inoltre Monacelli chiede di “conoscere il numero delle dosi di vaccino somministrate in Umbria negli ultimi cinque anni e di eventuali casi di decessi o di gravi complicazioni correlabili all'assunzione del vaccino, così da rendere sicura l'erogazione del farmaco ed evitare la diffusione di inutili allarmismi”.

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02 Dic 2014 00:00

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(Acs) Perugia, 2 dicembre 2014 - “Verificare se anche per altri lotti del vaccino Novartis, oltre ai due ritirati, sia configurabile un ragionevole sospetto; conoscere i dati relativi al numero delle dosi di vaccino antinfluenzale somministrate in Umbria nel corso degli ultimi cinque anni e di eventuali casi di decessi o insorgenza di gravi complicazioni correlabili alla assunzione del vaccino medesimo, allo scopo di rendere sicura l'erogazione del farmaco ed evitare la diffusione di inutili allarmismi”. È quanto chiede all'Esecutivo di Palazzo Donini, attraverso una interrogazione, il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelli che ricorda come da “circa una settimana è scattato un inquietante allarme circa la possibile relazione tra la somministrazione di dosi del vaccino antinfluenzale e casi di decesso avvenuti in varie regioni italiane e che ad oggi ammontano a tredici di cui uno verificatosi in Umbria”. 

Nel suo atto ispettivo, Monacelli evidenzia che “l'Aifa, a seguito delle segnalazioni di decessi avvenuti in concomitanza temporale con la somministrazione del vaccino antinfluenzale ed effettuate tramite la Rete Nazionale di Farmacovigilanza, ha proceduto a bloccare due lotti di vaccino antinfluenzale Fluad prodotto da Novartis Vaccines and Diagnostics (i lotti n.142701 e 143301). Dal Ministero della Salute – continua -  giungono notizie rassicuranti secondo cui dai primi test effettuati dall'Istituto Superiore di Sanità sui lotti incriminati non risulterebbe una correlazione tra le morti sospette e i vaccini antinfluenzali assunti”.

“Con la diramazione di una nota – scrive ancora Monacelli - la Regione Umbria ha rassicurato gli utenti chiarendo che 'Il Servizio Sanitario Regionale Umbro non ha acquistato i due lotti del vaccino antinfluenzale Fluad della Novartis bloccati a titolo cautelativo dall’AIFA e che, pertanto, non sono mai stati distribuiti ai medici di famiglia vaccini appartenenti ai lotti in questione; e che, di conseguenza, la campagna di vaccinazione antinfluenzale rivolta in particolare alle persone anziane sopra i 65 anni e alle persone appartenenti alle categorie a rischio per patologie preesistenti o per professione, prosegue come negli anni precedenti, nella speranza che quanto accaduto non contribuisca ad aumentare pregiudizi sui vaccini'. Tra i decessi in questione – aggiunge il capogruppo Udc - vi sono casi di morte la cui causa potrebbe essere attribuita al medicinale prodotto dalla Novartis anche non risalente ai due lotti ritirati, tanto che sarebbe salito da due a sei il numero dei lotti di vaccino antinfluenzale Fluad sospettati. Il caso della paziente umbra, deceduta a distanza di 24 ore dalla somministrazione di una dose di vaccino Fluad, non appartenente ai due lotti bloccati, è stato segnalato all’Aifa che lo ha inserito nel dossier sul caso dei vaccini Novartis. Oltre ai due lotti già ritirati, il sospetto potrebbe estendersi ad altre partite del vaccino antinfluenzale Novartis”.

Monacelli rimarca infine che “le Regioni sono responsabili della vigilanza sull'applicazione dei vaccini e sono tenute a segnalare tempestivamente gli effetti delle vaccinazioni tramite il sistema della Farmacovigilanza. I vaccini – scrive - continuano a costituire una risorsa efficace e insostituibile nella prevenzione dell’influenza stagionale e delle sue complicanze nei soggetti più vulnerabili. L'allarme di questi giorni – conclude - rischia di provocare una psicosi ingiustificata che potrebbe alimentare un pericoloso pregiudizio a carico del vaccino che, al contrario continua ad essere un'importante arma di difesa per i soggetti vulnerabili”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 02/12/2014