SANITÀ: “ABBATTIMENTO BARRIERE COMUNICATIVE NELLE STRUTTURE SANITARIE ATTRAVERSO ATTIVAZIONE SERVIZIO DI INTERPRETARIATO DELLA LINGUA DEI SEGNI (L.I.S.)” - MOZIONE DI LIBERATI E CARBONARI (M5S)

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari hanno presentato una mozione con la quale chiedono alla Giunta regionale di “Inserire nel 'Testo unico in materia di sanità e servizi sociali' un articolo che preveda, all'interno delle Aziende ospedaliere e della ASL del territorio regionale, la presenza, all'occorrenza e/o su richiesta, di interpreti della lingua dei segni (L.i.s.), aprendo un tavolo con le associazioni al fine di valutare le modalità di attuazione, come ad esempio l'organizzazione di corsi specifici per il personale già in organico”.

Data:

06 Lug 2016 17:15

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(Acs) Perugia, 6 luglio 2016 - “Inserire nel 'Testo unico in materia di sanità e servizi sociali' un articolo che preveda, all'interno delle Aziende ospedaliere e della ASL del territorio regionale, la presenza, all'occorrenza e/o su richiesta, di interpreti della lingua dei segni (L.i.s.), aprendo un tavolo con le associazioni al fine di valutare le modalità di attuazione, come ad esempio l'organizzazione di corsi specifici per il personale già in organico”. È quanto chiedono alla Giunta regionale, attraverso una mozione da discutere in Aula, i consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 Stelle).

Nel loro atto di indirizzo i due esponenti pentastellati ricordano che “l'articolo 3 della Costituzione promuove pari dignità sociale senza distinzione di condizioni personali e sociali; la legge n. '104/1992', (“Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate"), disciplina le modalità per l'integrazione e l'inserimento sociale delle persone diversamente abili agli articoli 8-9; l'articolo 9, comma 1, fa esplicito riferimento al servizio di interpretariato per i cittadini non udenti tra i servizi di aiuto personale che possono essere istituiti a favore dei “cittadini in temporanea o permanente grave limitazione dell'autonomia personale non superabile attraverso la fornitura di sussidi tecnici”; l'articolo 39, comma 2, lettera l-ter), della stessa legge conferisce alle Regioni la facoltà di disciplinare le modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona, 'allo scopo di garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell'autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici'; la Risoluzione del Parlamento Europeo sulla Lingua dei Segni, adottata il 17 giugno 1988, conferma che 'la lingua dei segni, che può essere considerata come una lingua di diritto, è la lingua preferita, o l'unica lingua utilizzata dalla maggior parte delle persone sorde”'.

Liberati e Carbonari evidenziano che “la maggior parte delle persone non udenti non riesce a dominare la lingua parlata” e che “la lingua dei segni, a integrazione di quella verbale, consente l'abbattimento delle barriere comunicative fra individui, favorendo l'integrazione sociale e l'autonomia personale”. Per questo, concludono “appare fondamentale garantire la piena comprensione dell'interlocuzione col personale sanitario a tutti coloro che siano affetti da sordomutismo”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 14/10/2016