“Salvaguardare aziende umbre produttrici di grano da spinte speculative e fluttuazioni sui mercati”
Interrogazione alla Giunta dei consiglieri della Lega Puletti (prima firmataria) e Castellari
05 Lug 2023 12:58
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(Acs) Perugia, 5 luglio 2023 – “Il comparto cerealicolo, che rappresenta un’importante caposaldo dell’agricoltura umbra, rischia seriamente di essere compromesso per fattori esterni e imprevedibili che, suo malgrado, deve fronteggiare quotidianamente, secondo le limitate possibilità delle aziende coinvolte: costi di produzione cresciuti ben oltre il 30 per cento, aumenti dei prezzi per l’acquisto del gasolio agricolo, delle sementi, dei concimi e degli antiparassitari, che saranno compensati da un’analoga crescita dei prezzi di vendita del grano per la stagione 2022/2023”: è l’analisi di Manuela Puletti (Lega) in un’interrogazione a risposta immediata con cui chiede alla Giunta di sapere “se sia a conoscenza della problematica esposta e quali azioni intenda proporre e attivare, affinché le aziende agricole impegnate nell’importante produzione del grano in Umbria, siano salvaguardate, per quanto possibile, dalle fluttuazioni e dalle spinte speculative che giornalmente si verificano sui mercati nazionali ed internazionali”.
“In Umbria – si legge nell’atto ispettivo a prima firma Puletti, cui si è aggiunta quella del collega di partito Marco Castellari - nell’annata 2021/2022, sono stati coltivati cinquantamila ettari di grano duro e trentamila ettari di grano tenero che, complessivamente, coprono ottantamila ettari della Superficie agricola utilizzata del territorio regionale, staccando di gran lunga le altre produzioni di girasole, orzo, mais e colza. Dai dati forniti dalla Borsa Merci di Perugia, si evince come i prezzi medi del grano duro, nonostante il perdurante stato di guerra tra Russia e Ucraina, siano saliti nel corso del duemila ventidue in maniera molto limitata e che anzi, da metà dello scorso anno, siano in rapida discesa con una flessione che tocca il 37,5 per cento, facendo segnare addirittura quotazioni più basse, rispetto a quelle precedenti lo scoppio del conflitto. Il frumento duro di migliore qualità quotava in media 506 euro la tonnellata a inizio 2022, prima dell’inizio delle ostilità nell’Europa dell’est, oggi a quasi un anno e mezzo distanza, quota in media invece 307 euro la tonnellata, facendo segnare un preoccupante meno 39,2 per cento. Il frumento tenero di migliore qualità ha subito invece minori oscillazioni, ciò nonostante, anche per questa produzione siamo passati dalle 284 euro la tonnellata del gennaio 2022, alle 227 euro la tonnellata di maggio 2023. I costi di produzione sono attualmente cresciuti ben oltre il 30 per cento per gli agricoltori umbri che, per ogni ettaro di grano coltivato, devono sostenere in media una spesa complessiva che si aggira sui milletrecento euro. Permane l’incertezza nel mondo agricolo umbro, dettata dal fatto che gli aumenti dei prezzi per l’acquisto del gasolio agricolo, delle sementi, dei concimi e degli antiparassitari, saranno compensati da un’analoga crescita dei prezzi di vendita del grano per la stagione 2022/2023. La settimana prossima – conclude Puletti - sarò presente a Piosina, frazione di Città di Castello, dove da più di 40 anni viene evocata la Festa della battitura del grano, nell’ottica del mantenimento delle identità e della valorizzazione di queste antiche tradizioni che fanno parte del tessuto sociale della nostra Umbria”. RED/PG