“Riordino della disciplina dei Garanti regionali”
L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato la proposta di legge presentata da Sarah Bistocchi
23 Ott 2025 17:37
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(Acs) Perugia, 23 ottobre 2025 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato, con 12 voti favorevoli della maggioranza e 8 voti contrari dell’opposizione, la proposta di legge ‘Figure di garanzia regionali. Riordino della disciplina legislativa dei Garanti regionali’ firmata da Sarah Bistocchi (Pd). Prima del voto finale sono stati bocciati 6 emendamenti presentati da Laura Pernazza (FI).
SCHEDA
La proposta di legge intende riordinare, rendere omogenea e semplificare la disciplina legislativa sui tre Garanti regionali. Attualmente le disposizioni relative al Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, al Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale e al Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità sono frammentate in diversi atti legislativi. L'obiettivo è quello di unificare in un unico testo organico tutte le norme pertinenti, garantendo maggiore chiarezza, coerenza e funzionalità. La proposta definisce con maggiore precisione i requisiti di professionalità, la competenza e l’esperienza necessari. A tal fine si introduce il possesso della laurea, attualmente non richiesta. La durata dell'incarico è fissata in tre anni, e non più in cinque, e si prevede la rieleggibilità, ora non consentita. Gli organi di garanzia avranno sede presso l'Assemblea legislativa, che fornirà i locali e i mezzi strumentali. La Giunta regionale metterà a disposizione le risorse umane, che si dovranno organizzare in un ufficio unico dei Garanti regionali. La proposta di legge uniforma il trattamento economico di tutti i Garanti, prevedendo un'indennità mensile pari al quindici per cento dell'indennità mensile lorda di carica spettante ai consiglieri regionali, oltre al trattamento di missione per le trasferte.
INTERVENTI RELATORI
Per il relatore di maggioranza, Francesco Filipponi (Pd), “la proposta di legge, composta di 15 articoli, mira a riordinare e semplificare la disciplina legislativa relativa alle figure di garanzia regionali, consolidando e aggiornando il quadro normativo esistente nel suo complesso. I garanti operano in autonomia e indipendenza, con funzioni di tutela non giurisdizionale dei diritti fondamentali, in raccordo con le istituzioni regionali e nazionali, nel rispetto delle convenzioni internazionali ratificate dall’Italia. Il testo rafforza il ruolo delle figure di garanzia come strumenti di tutela dei diritti fondamentali, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione: minori, persone con disabilità, persone private della libertà personale. L’atto assume particolare rilevanza in un contesto di crescente attenzione ai diritti umani e alla giustizia sociale, e si inserisce in un quadro normativo multilivello che include convenzioni internazionali, normative statali e regolamenti regionali”.
La relatrice di minoranza, Donatella Tesei (Lega), si è detta “contraria ad una legge che stravolge alcuni principi basilari come quello dell’indipendenza. Non capiamo tutta questa fretta sul riordino dei garanti che ci sono, sono normati e fanno il loro lavoro. Con questa proposta non c’è alcun risparmio, c’è solo una riduzione della durata dell’incarico, cosa che cozza con il principio di indipendenza di queste figure. La possibilità della rielezione li sottopone al vaglio del gradimento del governo di turno. Quando la presidente Bistocchi ha presentato questa proposta in conferenza stampa, ha detto che la legge assicurava razionalizzazione e indipendenza. Ma dalla disamina degli articoli della legge e nelle relazioni tecniche si evince tutt’altra cosa. Si sbandieravano grandi risparmi ma in realtà c’è un risparmio di 800 euro l’anno. Ridicolo. C’è una collocazione istituzionale nuova, ma è ambigua e non consente nemmeno più efficacia ed efficienza. L’indipendenza è un principio cardine, che cozza con la durata del mandato. La rieleggibilità li sottopone al controllo politico. E una grave criticità è: cosa accade agli attuali garanti in carica? Quello dell’infanzia è scaduto, ma quello dei detenuti scade nel 2026 e quello dei disabili nel 2027. Questa norma non può avere un’efficacia retroattiva. Ripresenteremo gli emendamenti bocciati in commissione. Infine abbiamo appreso dalla stampa che la vicepresidente Tagliaferri ha proposto l’istituzione del garante delle persone anziane: allora dovrebbe essere inserito nel corpo unitario della legge che può prevedere anche questo nuovo garante”.
INTERVENTI
Sarah Bistocchi (Pd): “Il riordino dei garanti è un passo necessario. Sono una componente fondamentale dell’azione istituzionale a tutela di specifiche fasce di fragilità. Figure pensate e istituite in anni diversi e con leggi diverse, perché le istituzioni regionali in quel momento hanno ritenuto di dare importanza a quella specifica fragilità. Hanno fatto bene. Tutte le persone che si sono succedute in quel ruolo hanno fatto bene. Da operatrice sociale vi dico che le fragilità sono tante ma tutte diverse, con bisogni diversi. Le figure di garanzia di cui si è dotata la Regione hanno risposto bene a questi bisogni. Svolgono funzioni importanti a cui non vogliamo rinunciare. La novità di questa proposta di legge è la necessità di una normativa più coerente, omogenea e uniforme. I tre garanti debbano essere le dita di una stessa mano, arti diversi di uno stesso corpo, non corpi esterni. Non sono estranei tra di loro, perché sono pensati per dare voce a chi spesso voce non ha. I garanti vengono riportati a Palazzo Cesaroni, così da liberare spazi. La legge rende uniforme l’indennità dei garanti, che oggi sono diverse. È concettualmente sbagliato: la differenza d’indennità tradisce una diversa attenzione o cura delle fragilità che tutelano? No, ma noi dobbiamo ragionare con leggi. La durata triennale fa parte del progetto di riordinare la disciplina preservandone funzioni in ottica di maggior coinvolgimento e collaborazione con l’organo politico. Serve un rapporto non verticale ma orizzontale. Ma un rapporto ci deve essere. I garanti devono essere messi in grado di lavorare senza fare atto di sottomissione al potere politico ma avendo con esso confronto e dialogo per andare nella stessa direzione e per tutelare i fragili”.
Laura Pernazza (FI): “Questa legge è un’occasione mancata, un riordino più di facciata che di sostanza. Siamo convinti dell’utilità dei garanti e della loro importanza. Nella passata legislatura è stata istituita la figura del garante delle persone con disabilità. Su questa legge sono state riscontrate notevoli criticità. E in commissione sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati. Ma l’iter di approvazione non ha consentito un confronto reale. L’indipendenza è il punto fondamentale di queste tre figure. È stato scorretto il modo con cui è stato comunicato un cospicuo risparmio che non c’è. Un elemento che ha creato confusione nell’opinione pubblica. Andare in conferenza stampa e annunciare questa come le riforme delle riforme non giova a nessuno, ma dà solo visibilità ad alcuni. Abbiamo appreso dalla stampa l’intenzione di Tagliaferri di riproporre una nuovo garante. Nessuno ne aveva mai fatto cenno in commissione. Avrei gradito che la vicepresidente avesse presentato un emendamento in commissione. La nuova figura rischierebbe di rimettere in discussione l’impianto appena approvato. Questo testo non persegue l’obiettivo di indipendenza e prossimità. Non c’è autonomia, c’è un vincolo di subordinazione, di diretta dipendenza con l’organo politico che deve rieleggere il garante”.
Luca Simonetti (M5S): “Questa riforma è una priorità. Chi viene come me da un percorso lavorativo legato al sociale conosce bene l’importanza di mettere in campo azioni per coordinare un settore che non deve soltanto produrre relazioni senza sortire effetto, ma migliorare la vita. Stiamo lavorando per un coordinamento, per creare le condizioni necessarie perché chi sarà chiamato a ricoprire il ruolo di garante sia indipendente dalla politica. Ma la politica non può essere indipendente dal lavoro che fanno. Capisci i problemi quando ti trovi ad aspettare una persona fuori dalla sua casa senza barriere architettoniche oppure quando i detenuti hanno condizioni di vita insostenibili e invece che trovare soluzioni si agisce con gli psicofarmaci. Oppure ragazzi che non trovano spazio nelle strutture sanitarie. In questi ed in molti altri casi la figura del Garante è importantissima. Bene quindi intraprendere questo percorso di riordino che deve iniziare con un approfondito confronto tra Garanti e mondo dell’associazionismo. Bisogna aprire tavoli di confronto con monitoraggi costanti. Questo significherebbe migliorare la vita delle persone. Il nostro sarà un sostegno convinto alla proposta di legge”.
Cristian Betti (Pd): “Voteremo convinti a favore della legge. Qualsiasi riforma non deve spaventarci, dobbiamo essere promotori di innovazione. L’intento del testo è il riordino dei garanti. La sede torna ad essere quella consona. La razionalizzazione delle indennità intende far capire che tutte le figure hanno la stessa importanza. La riflessione sulla figura di un nuovo garante ha bisogno di fare un percorso partecipato e condiviso in Commissione, non con un emendamento in corsa”.
Maria Grazia Proietti (Pd): “Sono a favore del garante per gli anziani, una tematica importante e significativa per la nostra regione. Sostengo la proposta della vicepresidente Tagliaferri. Questa maggioranza sarà sempre e comunque vicina ai fragili”.
EMENDAMENTI RESPINTI
Sono stati bocciati i 6 emendamenti presentati da Laura Pernazza (FI) che riguardavano la durata dell’incarico, riportandola a 5 anni, e la non rieleggibilità dei garanti; la sede, che rimaneva la Giunta e non l’Assemblea legislativa; con un emendamento si chiedeva di consentire ai garanti di operare anche in sedi decentrate, avvicinando le istituzioni di garanzia ai cittadini con fragilità; le relazioni che i garanti devono presentare a Giunta e Assemblea si chiedeva avessero cadenza semestrale e non annuale; si chiedeva di valorizzare la partecipazione delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità, prevedendo un confronto periodico. Infine un emendamento chiedeva l’istituzione del garante regionale per i diritti delle persone anziane. DMB/AS
