(Acs) Perugia, 5 novembre 2011 – “La risposta dell'assessore Rossi alla mia presa di posizione sulla riforma delle comunità montane denota grande agitazione, forse perché Rossi non voleva che emergesse così tanto la questione o forse perché sa bene che le mie preoccupazioni sono anche quelle di una larga parte della sua maggioranza, capogruppo Locchi i testa, che per avere contezza dei termini precisi della riforma, in commissione non si sono capiti perché doveva essere fatta l'intesa con i Sindacati, ha inviato all'assessore anche una lettera”. Replica così Raffaele Nevi, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, alle dichiarazioni dell’assessore Rossi pubblicate sui quotidiani di oggi.
“Stia tranquillo l'assessore che io, al contrario di chi viene dalla cultura comunista, non sono abituato alla menzogna e vorrei tranquillizzarlo perché so bene quello che ha detto in commissione ma qui si parla di cose diverse. In particolare – spiega Nevi - si parla dell'accordo con i sindacati sottoscritto l'altro ieri, che dice cose molto diverse da quelle che sono state dette in commissione e, guarda caso, non io, ma tutti i quotidiani regionali hanno dato conto della mega stabilizzazione di cui parlano apertamente anche i vertici sindacali, dando per certo che la Regione ha promesso, come si faceva negli anni bui dell'Italia della prima Repubblica, di stabilizzare, attraverso la costruzione di percorsi ad hoc, tutti i 120 precari sparsi tra le comunità montane, le cooperative costituite dalle comunità montane, Umbriaflor e i contrattisti assunti al tempo del terremoto”.
“Allora l'assessore Rossi – conclude il capogruppo Pdl - invece di piccarsi, chiarisca bene come stanno le cose e ci dica le cifre precise di quanto costa ciò che vuole fare la Regione, uscendo dagli equivoci. Per adesso la sensazione è che l'assessore abbia detto due diverse verità, quella raccontata ai sindacati e quella raccontata alla commissione. La speranza è che ci sia una sola verità per tutti, senza le furbizie che hanno portato in passato a riforme pagliacciata di cui Rossi è corresponsabile, visto il suo ruolo nella passata legislatura. Ora non si può più giocare e, quanto a Berlusconi, è evidente a tutti che, nonostante la propaganda della sinistra, solo grazie al rigore imposto da questo governo le riforme possono ora diventare più serie mettendo fine al saccheggio della pubblica amministrazione che la sinistra ha perpetuato negli anni, come emerge molto chiaramente dalle numerose inchieste che si sono aperte in Umbria, compresa l'ultima in ordine di tempo che ha coinvolto il vicepresidente del Consiglio regionale Orfeo Goracci”. RED/pg