(Acs) Perugia 11 maggio 2012 – "Dalle prime indiscrezioni, sembra proprio che sulla riforma della sanità umbra, in particolare sulla distribuzione geopolitica delle Asl, prevalgano logiche di campanile, necessarie solo a ricomporre il quadro delle lotte intestine al Pd; ma se prevalesse, rappresenterebbe una forzatura senza senso, a scapito di utenti, operatori, e soprattutto a danno dei territori della provincia di Terni".
Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Alfredo De Sio commentando le dichiarazioni rilasciate dall’assessore alla sanità Franco Tomassoni, a proposito della individuazione di due macro-aree interprovinciali di riferimento per le due Asl previste.
A suo giudizio, “se il presupposto è condivisibile, non si capisce come per rafforzare l’entità provinciale di Terni, in vista di una riforma delle province e dell’insieme dei servizi ad essa collegati, si dovrebbe procedere alla creazione di sole due Asl: una a Perugia e l’altra a Foligno - e non invece a Terni come sarebbe più logico - per unire i territori dell’attuale Asl 4 con quelli di una parte della provincia di Perugia.
Un’ipotesi, questa di Foligno - prosegue De Sio - che oltre a rappresentare una penalizzazione immotivata del territorio di Terni, rappresenterebbe un'ulteriore beffa per la nostra provincia che, negli anni passati, è stata l’unica a subire un taglio con la soppressione dell’Asl di Orvieto. Un territorio dove tra l’altro - ricorda l’esponente del PdL - appare fondamentale nella ristrutturazione dei servizi, vigilare per non smantellare i presidi territoriali, garantendo la permanenza e l’efficienza dei centri salute che costituiscono un punto di riferimento importante per le realtà dei piccoli comuni.
L’universo della sanità regionale - aggiunge De Sio - investe molteplici ambiti che vanno approfonditi separatamente per evitare che argomenti centrali nel dibattito rischino di far trattare con superficialità altri temi, anche essi importanti e che vanno ricondotti in una discussione più di dettaglio relativa alle linee dei prossimi Piani sanitari regionali.
Siamo i primi - conclude il consigliere - quindi a ritenere che la sobrietà di un dibattito sulla riforma sanitaria regionale non possa ridursi a cervellotiche scorciatoie sui livelli delle istituzioni ad essa preposte. Ma proprio per questo non si possiamo non denunciare i retro pensieri che albergano della Giunta regionale e che vanno contrastati sul nascere”. GC/gc