(Acs) Perugia, 29 ottobre 2012 – La Prima Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Oliviero Dottorini, prosegue con la discussione del disegno di legge della Giunta sul riordino del sistema sanitario regionale. Nella mattinata odierna sono stati discussi gli articoli dal numero 8 al numero 20, con il rinvio del dibattito sui seguenti a domani mattina. I primi sette articoli sono stati approvati nella seduta di giovedì 25 ottobre scorso (link lancio Acs: http://goo.gl/jFW2E).
ARTICOLO 8. Proprio l'articolo 8, “Aziende ospedaliere”, è stato quello su cui si è registrato un confronto più articolato, con vari interventi da parte dei commissari a cui ha fatto seguito l'approvazione del testo proposto dalla Giunta con 4 sì (Pd, Prc, Idv), 1 no (Barberini) e 2 astenuti (Udc e Pdl). All'articolo sono state apportate modifiche in base agli emendamenti approvati dalla Commissione, presentati da Gianfranco Chiacchieroni (Pd, istituzione dei dipartimenti interaziendali) e Oliviero Dottorini (Idv, autonomia tecnico organizzativa alle professioni sanitarie non mediche). L'emendamento Barberini–Smacchi è stato invece bocciato con 4 no (Pd, Prc, Idv), 1 sì (Barberini) e 3 astenuti (Udc e Pdl).
Luca Barberini (Pd) ha illustrato l'emendamento, firmato insieme al collega Andrea Smacchi, che proponeva di “istituire una sola azienda sanitaria ospedaliera, articolata in due poli situati a Perugia e Terni, dato che al contrario si manterrebbero due aziende che insistono su 450 mila abitanti ognuna, un caso unico in Italia. La loro presenza risponde ad esigenze burocratiche e politiche e non a quelle dei cittadini. Semplificando e riducendole ad una soltanto si potrebbero risparmiare fondi per i servizi. Tutti chiedono la razionalizzazione ma nessuno la porta avanti. La proposta della Giunta contiene delle forti contraddizioni e non è certo così che si combattono le liste di attesa. Si arriverà a soluzioni più avanzate quando la situazione economica lo imporrà”. Orfeo Goracci (Comunista umbro) ha auspicato “il progressivo superamento delle aziende ospedaliere, che rappresentano ormai fattori di concorrenza negativa per le Asl. Intanto si potrebbe iniziare con la riduzione ad una soltanto, se questo non avviene viene confermato che Università e aziende ospedaliere sono dei santuari intoccabili anche per la politica”. L'assessore Franco Tomassoni ha spiegato che “l'apporto dell'università è fondamentale per la ricerca e l'applicazione del modello clinico, rappresenta dunque un valore aggiunto. Abbiamo cercato di disegnare un modello che potesse salvare la funzionalità e la coesione del sistema, con due aziende autonome ma fortemente integrate”. Per Raffaele Nevi (Pdl) “oggi è andato in scena uno scontro tutto interno alla maggioranza. Le aziende ospedaliere hanno marciato in competizione tra loro e già da due anni abbiamo indicato la necessità di una riforma che superi il dualismo di una realtà (Perugia) in cui c'è reale integrazione l'Università e di un'altra (Terni) in cui questo invece manca del tutto. C'è bisogno di una riorganizzazione che superi la follìa del centrosinistra, che ha portato ad una duplicazione di strutture e a danni colossali a cui porre rimedio. Positiva dunque la riduzione delle Asl e la previsione di due aziende ospedaliere fortemente integrate tra loro. Non ci prestiamo ai giochi interni alla maggioranza e ci asteniamo”. Damiano Stufara (Prc–Fds) ha evidenziato un rapporto Regione–Università “di cui non siamo soddisfatti. L'apporto dell'ateneo si è sensibilmente ridotto, seppure con alcune lodevoli eccezioni. Questo deve portarci a chiarire bene il rapporto con l'università. Saremmo stati disponibili a valutare uno schema 1+1 (1 Asl e 1 Azienda ospedaliera) ma questa ipotesi non è maggioritaria in Commissione. A questo punto però un sistema a 2 Asl e 1 Azienda diverrebbe insostenibile”. Renato Locchi (Pd): “La proposta della Giunta è convincente. Il sistema 2+2 risulta maggioritario e il Pd lo sostiene. Aspettiamo però che ci venga illustrata la convenzione Regione–Università”. Sandra Monacelli (Udc): “Avremmo dovuto ragionare più di Umbria e meno di Province, guardare avanti invece di preoccuparci di salvare rendite di posizione. Avremmo dovuto ipotizzare un sistema con due Aziende in positiva competizione seppure con un'unica regia. Ci sono ancora troppi condizionamenti dai territori per una riforma convincente”.
GLI ALTRI ARTICOLI. L'articolo 10 (“Atto aziendale”) è stato modificato con l'approvazione all'unanimità dell'emendamento Stufara che introduce un codice etico per il personale delle aziende sanitarie e delle associazioni che svolgono attività nelle strutture sanitarie. All'articolo 11 (“Università”) è stato approvato l'emendamento Dottorini (7 sì e 1 no) che inserisce dei vincoli precisi per i protocolli di intesa tra Regione e Università definendo i criteri per la costituzione delle strutture organizzative, i criteri di ripartizione degli oneri e di utilizzo dei risultati delle attività formative e di ricerca e, in generale, i livelli di compartecipazione ai risultati di gestione. L'articolo 14 (“Organi delle Aziende sanitarie regionali”), su proposta della Giunta, è stato modificato inserendo il Collegio di direzione tra gli organi delle Aziende unità sanitarie locali, ospedaliere e ospedaliero universitarie. All'articolo 15 (“Direttore generale: poteri e competenze”) sono stati ribaditi i principi relativi all'umanizzazione delle cure che il direttore generale della Asl deve seguire nell'espletare le proprie funzioni (emendamento Dottorini). L'articolo 18 (“Valutazione dell'attività del direttore generale”) è stato modificato, su proposta dei consiglieri Dottorini e Stufara, con la previsione di “componenti esterni” nell'organismo di valutazione del direttore generale. All'articolo 19 (“Decadenza e revoca del direttore generale”) è stato unanimemente introdotto (emendamento Monni, Barberini, Monacelli) un termine di 6 mesi per la copertura temporanea dell'incarico di direttore generale – in caso di decadenza o revoca – prima della nomina da parte del nuovo direttore della Giunta. L'articolo 20 (“Direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria: ulteriori disposizioni”) è stato infine integrato con l'emendamento Barberini (sì all'unanimità) che introduce la decadenza del direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria tra le procedure da disciplinare con il protocollo di intesa Regione –Università. MP/
