(Acs) Perugia, 4 novembre 2011 – La Giunta regionale umbra invece di sgonfiare l’apparato, come l’assessore Gianluca Rossi ha più volte pubblicamente dichiarato, si appresterebbe a varare la più grande stabilizzazione di personale pubblico degli ultimi 20 anni, con il consenso scontato dei sindacati che sanno fare il loro mestiere”. Lo afferma Raffaele Nevi, presidente del gruppo Pdl in Consiglio regionale, a proposito della riforma endoregionale, rispetto alla quale, “sarebbe all’opera il partito della conservazione, nella convinzione che le riforme si possano fare, purché non si metta in discussione lo status quo”.
Se quello che si legge sulla stampa fosse vero, annuncia Nevi, “la nostra opposizione in Consiglio regionale sarà durissima, perché l’Umbria non ha bisogno di avallare i danni delle precedenti gestioni allegre, di cui comunità montane e Webred sono esempi lampanti, ma ha bisogno di forte discontinuità”. Come Pdl, aggiunge Nevi, “siamo comunque interessati a capire i dettagli del piano della Giunta regionale e le conseguenti cifre precise; perché ciò che si legge sui giornali sembra un film degli anni ’70 in cui, sulla scia del motto 'tanto paga pantalone', si dava il via a grandi infornate di personale a scopi elettoralistici, lo stesso che oggi si ritrova sulle spalle di tutti i contribuenti umbri”.
È bene ricordate, sottolinea il capogruppo Pdl, che “i precari ci sono sia negli uffici della Giunta che del Consiglio e sarebbe difficile spiegare loro che esistono precari di seria A (comunità montane) e di serie B (tutti gli altri) senza dimenticare quelli disoccupati che non hanno mai avuto la fortuna di essere precari”. Nevi conclude annunciando per i prossimi giorni, a nome della 'Officina del Pdl', “proposte precise alla comunità regionale, assumendosi come al solito la responsabilità della contro proposta, sperando che nella maggioranza le tante parole spese da autorevoli colleghi del Pd, dell’Idv e di altri partiti, non si pieghino come spesso succedete al partito della spesa pubblica e allo strapotere della Cgil”. GC/gc