RIFORMA ENDOREGIONALE: “ENORME STABILIZZAZIONE DI PERSONALE, NESSUN RISPARMIO, MENO SPAZI ALLE IMPRESE, COMUNI OBBLIGATI AD ASSOCIARSI” - CONFERENZA STAMPA DEL PDL SULLA PROPOSTA DELLA GIUNTA

Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni la conferenza stampa convocata dal Pdl per illustrare la posizione del Gruppo regionale in merito alla proposta di riforma endoregionale predisposta dall'Esecutivo di Palazzo Donini. Le critiche più nette riguardano la stabilizzazione del personale, la mancata riduzione della spesa, il ritardo nella predisposizione del provvedimento, gli spazi chiusi alle imprese e le Unioni obbligatorie dei Comuni.

Data:

21 Nov 2011 00:00

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(Acs) Perugia, 21 novembre 2011 – La riforma endoregionale predisposta dall'Esecutivo di Palazzo Donini prefigura la più grande stabilizzazione di personale mai attuata in Umbria, arriva con un enorme ritardo, non riduce la spesa pubblica, toglie spazi al privato e porta i Comuni ad associarsi nelle 'Unioni speciali' in modo obbligatorio solo per garantire al centrosinistra il controllo di territori in cui il Pdl ha conquistato sindaci e consensi. Sono queste le critiche più rilevanti che il gruppo consiliare del Popolo della libertà a Palazzo Cesaroni muove alla proposta di riforma stilata dalla Giunta ed ora in discussione in Prima Commissione (che procederà con l'approvazione entra la fine della settimana). La posizione del Pdl in merito è stata illustrata durante una conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sede dell'Assemblea regionale a Perugia, alla presenza di tutti gli esponenti del gruppo, del capogruppo Raffaele Nevi e del vicecoordinatore regionale del partito, Pietro Laffranco.

Aprendo la conferenza stampa Fiammetta Modena ha messo in evidenza che il cambiamento avvenuto a livello di Esecutivo nazionale, con la fine del Governo Berlusconi “spesso utilizzato come pretesto dalla Giunta umbra, toglie una sorta di foglia di fico, una giustificazione utilizzata fin troppo spesso per mascherare le carenze gestionali del centro sinistra locale. Ora che il presidente Mario Monti ha anche deciso di trattenere la delega agli affari regionali sarà difficile per il centrosinistra continuare con lo scaricabarile. La riforma presentata arriva in grande ritardo e non tiene conto di quanto da noi segnalato e richiesto nel luglio scorso, quando venne approvata la manovra finanziaria nazionale: discutere senza pregiudizi ideologici; approvare ed applicare rapidamente le leggi relative; ridurre la spesa pubblica e i costi della politica per sostenere la ripresa. Invece il provvedimento della Giunta non prevede una riduzione della spesa ed anzi autorizza una stabilizzazione gigantesca (Centro multimediale, Umbriaflor, Umbria natura, 'sessantunisti'): l'assessore Rossi promette che sarà l'ultima, dimenticando che questa promessa non è nuova ne inedita”. Il capogruppo Raffaele Nevi è entrato nel merito della contro proposta del Pdl, spiegando che essa si basa sulla sussidiarietà verticale e su quella orizzontale, facendo indietreggiare lo Stato e lasciando spazio al privato: “Si tratta degli stessi principi fissati dal Documento annuale di programmazione che invece la Giunta ignora per dare il via ad una serie di stabilizzazioni e creare una nuova Agenzia (per la forestazione). Questa manovra ha un peso enorme e incide sugli spazi per le imprese: l'Agenzia avrà un bilancio alimentato da quei fondi europei che dovrebbero andare alle aziende, che vengono anche escluse da alcuni settori di intervento, riservati all'Agenzia stessa. Dopo un approfondito giro di colloqui – ha comunicato Nevi - le più importanti associazioni di categoria ci hanno manifestato la loro disponibilità a costruire questo patto che si fonderebbe su reciproche convenienze (minori costi per la Pubblica Amministrazione, maggiore fatturato per le imprese e certezze al personale). Occorreva costruire un patto, vero, stretto, innovativo, con il mondo delle imprese in cui la Regione avrebbe concesso la gestione dei servizi fissando, con un rigoroso contratto di servizio, gli standard di qualità da assicurare e in cui il privato avrebbe contribuito a sgonfiare l'organico degli operai forestali che non devono essere lasciati nell'incertezza ma che avrebbero potuto tranquillamente passare alle dipendenze di imprenditori, mettendo a frutto la loro professionalità. A questo punto l'Agenzia non avrebbe avuto più senso di essere costruita e il personale pubblico sarebbe stato suddiviso tra Regione e Unioni speciali dei Comuni. L'Agenzia potrà anche imporre nuove tasse nel caso in cui il suo bilancio non sia adeguatamente supportato dai servizi svolti: una eventualità molto probabile dato che i Comuni ora dovranno pagare l'Iva sui servizi che ricevono e quindi saranno obbligati a ridurre proporzionalmente le spese. Le Unioni dei Comuni si troveranno poi a dover gestire, senza alcun finanziamento aggiuntivo, il personale delle Comunità montane. Contro questa idea di riforma si sono già espressi i presidenti delle Provincie di Perugia e Terni”. Andrea Lignani Marchesani si è soffermato sull'importanza di spostare deleghe dalle Provincie alle Unioni dei Comuni, che però devono essere costituite solo su base volontaria e non “secondo una visione centralista che ricalchi il fallimenti degli Ambiti territoriali integrati e miri soltanto a garantire al centrosinistra il controllo di quei territori dove il Pdl ottenuto sindaci e consensi”. MP/

Ultimo aggiornamento: 21/11/2011