(Acs) Perugia, 31 luglio 2010 - “Il disegno di legge, approvato ieri in Consiglio regionale, risponde alle aspettative dei cittadini per i tempi e per il contenuto. I dipendenti non devono temere nulla perché la riforma va nel senso della qualificazione ulteriore e della maggiore tutela del loro lavoro”. Così Andrea Smacchi (Pd) in merito alla riforma delle due Ater provinciali che prevede una sede unica a Terni.
“Quella approvata – dice l’esponente del PD - è una riforma che punta principalmente a migliorare il servizio, cercando, nel limite del possibile, di risparmiare. In questo senso, auspico, un approfondito controllo dei requisiti di godimento del diritto da parte di chi usufruisce o dovrà usufruire degli alloggi, una razionalizzazione della spesa con contestuale eliminazione di quella superflua e non una levata di scudi ideologica pro-federalismo o, peggio ancora, il tentativo di eliminare dal mercato immobiliare un attore che ha cercato negli anni di calmierare i prezzi di acquisto e degli affitti”.
“La Giunta regionale e la maggioranza – commenta l’esponente del Partito democratico - mettono in gioco la propria faccia nella razionalizzazione profonda di uno strumento che svolge un ruolo essenziale nel campo dell’edilizia sociale: stiamo cercando di modernizzare una struttura che si occupa di politiche abitative in un contesto reso drammatico dalla crisi”.
“L’attività dell’Ater – continua Smacchi - si fonda su principi irrinunciabili ed assoluti, ma deve essere efficace, nel contempo, rispondendo ai tempi ed ai bisogni dei cittadini. E’ dovere imprescindibile della politica – sottolinea - trovare strumenti adeguati al raggiungimento dello scopo. Gli Ater sono enti che producono utili che per circa il 90 per cento che vengono, poi, reinvestiti nell’azienda stessa per la costruzione di altri alloggi o scopi simili che hanno però la stessa finalità”.
Smacchi ricorda che “sono enti pubblici amministrati e gestiti da bravi professionisti. Con la riforma – assicura - si crea una struttura unica regionale che consente il dimezzamento dei costi della politica e una riduzione dei costi degli apparati di circa 200mila euro. L’edilizia residenziale pubblica aiuta una serie di categorie di persone svantaggiate, persone anziane e magari rimaste sole che devono sopravvivere con una misera pensione, giovani desiderosi di crearsi una famiglia ai quali, le condizioni economiche e lavorative, derivanti anche dalla crisi, hanno precluso l’accesso al credito bancario”.
Per Smacchi “la situazione economica generale e’ difficile e, in alcune zone della nostra regione, la parola ‘difficile’ potrebbe apparire un eufemismo. La manovra economica del Governo – continua - ci taglia i fondi destinati a servizi essenziali come: l’assistenza alle persone non autosufficienti, il trasporto locale, la sanità, la viabilità. La riforma delle Ater, seppur non la piu’ urgente, appare comunque la più matura ad essere portata a termine in tempi brevi”. RED/as