RIDUZIONE COSTI POLITICA: APPROVATO IN PRIMA COMMISSIONE IL “CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ” DEI CONSIGLIERI REGIONALI - INIZIATA LA DISCUSSIONE SULL'ABOLIZIONE DEI VITALIZI

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05 Dic 2011 00:00

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(Acs) Perugia, 5 dicembre 2011 – Con il voto unanime di tutti i componenti, la Prima Commissione del Consiglio regionale ha approvato questa mattina la proposta di legge di iniziativa dell'Ufficio di presidenza che recepisce quanto previsto dalla manovra economica di agosto, prevedendo un contributo di solidarietà da parte dei consiglieri regionali. Andrea Lignani Marchesani, vicepresidente del Consiglio e membro dell'Up, ha illustrato l'atto spiegando che il contributo del 10 per cento verrà calcolato sulla quota delle indennità annuali che eccede i 90mila euro. Pur in presenza di contenziosi con il Governo da parte di altre Regioni, ha spiegato Lignani Marchesani, l'Umbria si appresta ad essere la prima amministrazione regionale ad introdurre questa misura.

La discussione sui vitalizi è iniziata con la presentazione delle due proposte di legge depositate, che portano la firma del gruppo di Rifondazione comunista, la prima, e dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale la seconda. Il capogruppo Damiano Stufara ha illustrato le linee essenziali del provvedimento, presentato insieme al collega Orfeo Goracci, per “colmare le distanze tra politica e società incidendo su quello che viene considerato il più evidente dei privilegi dei consiglieri regionali, il vitalizio. È dunque necessario procedere con la sua immediata abolizione per tutti coloro che al momento dell'approvazione della legge ancora non lo percepiscono, compresi i consiglieri in carica. Per quanto riguarda i vitalizi che vengono già percepiti (circa 93), questi non possono essere aboliti ma può essere introdotto un contributo di solidarietà del 10 per cento che vada ad alimentare, per un triennio, un fondo di sostegno alle famiglie vulnerabili. La proposta dell'Ufficio di presidenza è insufficiente e rischia di peggiorare ulteriormente il rapporto con i cittadini”.

Andrea Lignani Marchesani ha invece delineato il provvedimento dell'Ufficio di presidenza, spiegando che “l'assegno vitalizio non scatta subito ma solo al raggiungimento di una certa età (per la legislatura attuale è fissato al 65° anno). Inoltre le tasse, sul fondo dei vitalizi, sono state già pagate: esiste quindi un diritto acquisito. Se non si vuole pagare l'assegno sarà necessario restituire quanto versato e al momento si tratta di oltre 5 milioni di euro. La proposta dell'Up prevede che il fondo dei vitalizi cessi di esistere nel 2015 (fino ad allora la situazione resterà immutata) e che vengano eliminata la possibilità di rivalutazioni superiori agli indici Istat (un caso che si è verificato una sola volta ed a fronte di una effettiva necessità di compensazione). Dato che una quota dell’assegno vitalizio proviene dal fondo che nel 2015 verrà abolito, coloro che già lo percepiscono subiranno una forte penalizzazione”.

IL DIBATTITO
Fausto Galanello (Pd) ha osservato che Liguria ed Emilia Romagna hanno già approvato leggi simili a quella predisposta dall'Up. Inoltre l'immediata abolizione del vitalizio porterebbe la Regione a dover pagare oltre 5 milioni di euro, oltre al rischio di ricorsi da parte degli ex consiglieri. Oliviero Dottorini (Idv) ha affermato che “su questa materia serve il massimo di rigore e sobrietà. Per questo la nostra proposta prevede l'abolizione immediata dei vitalizi sia per chi è in carica sia per coloro che lo abbiano maturato negli anni passati. Inoltre è necessario elevare il contributo di solidarietà per chi percepisce già il vitalizio almeno al 25 per cento”. Dottorini ha inoltre sottolineato la necessità di “riflettere su quanto sta avvenendo a Roma, dove Camera e Senato prevedono di abolire i vitalizi già dal 1 gennaio 2012, passando al sistema contributivo: sarebbe incomprensibile una riforma addirittura meno coraggiosa di quella che sta adottando il Parlamento”. Renato Locchi (capogruppo Pd) ha invitato ad approfondire la questione, verificando quale siano nel dettaglio le scelte delle Camere, quale sia l'orientamento della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e l'eventualità che il nuovo Governo abbia intenzione di intervenire anche su questa materia. Andrea Lignani Marchesani ha spiegato che Camera e Senato hanno scelto di passare al regime contributivo dal 1 gennaio e che questa soluzione sarebbe “sicuramente più sostenibile dell'abolizione immediata”. Il capogruppo Pdl Raffaele Nevi ha chiesto di “evitare scelte affrettate che potrebbero poi rivelare delle criticità. Gli ex consiglieri si trovano già a pagare due volte le tasse sui vitalizi, non andrebbe aggiunta una ulteriore vessazione”. Damiano Stufara (capogruppo Prc) ha osservato che “sembra emergere la volontà di non eliminare il vitalizio neppure nel 2015”, chiedendo spiegazioni circa la possibilità, prevista nella norma, di richiedere una anticipazione del trattamento di fine mandato per particolari esigenze. Fiammetta Modena (Pdl) ha infine chiesto di “capire meglio quanto avviene a Roma e quali saranno gli interventi anche per quanto riguarda i vitalizi: meglio approfondire e non fare scelte frettolose”. Riprendendo le sollecitazioni di Dottorini e Modena, la Commissione ha chiesto al consigliere Lignani Marchesani di approfondire gli orientamenti che stanno maturando a livello di Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e di Esecutivo nazionale, per poi riprendere la discussione nelle sedute convocate per martedì 13 e giovedì 15 dicembre. MP/

Ultimo aggiornamento: 05/12/2011