(Acs) Perugia, 14 gennaio 2019 - “La Giunta regionale chiarisca se intende “avviare un tavolo permanente con il Commissario di Governo alla ricostruzione, la Regione Marche, le Province di Perugia e Ascoli Piceno, Anas, per monitorare la situazione, ottenere le necessarie dotazioni, restituire certezze ai residenti e alle imprese e contribuire alla rinascita di aree vocate al turismo anche invernale, richiamo fondamentale per la sopravvivenza e il rilancio dell'intero cratere”. Lo chiedono, con una interrogazione di cui annunciano la presentazione, i consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S). 
Per Liberati e Carbonari la discussione di questo atto ispettivo “sarà l'occasione per tornare sull'evidente rischio spopolamento dell'Appennino, determinato anche dalla ricostruzione bloccata a causa di una normativa del tutto elefantiaca e contraddittoria, sia dagli organici inadeguati del relativo ‘Ufficio regionale alla ricostruzione’, senza dimenticare l'inesistenza di un progetto di recupero organico per la vita delle comunità locali, con la perdurante assenza di luoghi di aggregazione sociale (oltre ai vari sequestri e dissequestri giudiziari tra Norcia, Ancarano, Campi), ma anche ricordando l'irrisolta questione dell'ospedale storico, tuttora chiuso, nonché il problema dell'edilizia scolastica”.
I consiglieri di opposizione ricordano di aver già segnalato, nel 2016, “la problematica legata allo stato di abbandono delle aree montane di Norcia, Cascia, Preci, specie nel periodo invernale, persino nella manifesta carenza del servizio di sgombero neve. il mezzo sgombraneve della Provincia ha preso fuoco e non è stato rimpiazzato, lasciando posto a un mezzo risalente agli anni '70. L'appalto dello sgombero neve è stato quindi assegnato a una ditta esterna che non è riuscita a far fronte adeguatamente alle necessità del comprensorio, lasciando isolata la montagna per tempi molto più lunghi che in passato. A distanza di tre anni – spiegano - resta grave lo stato dei pochissimi mezzi in dotazione al comprensorio di Norcia-Cascia-Preci. Il personale provinciale si è ridotto notevolmente nell'ultimo decennio, a seguito di pensionamenti e trasferimenti. La motopala incendiata anni fa non è mai stata rimpiazzata; gli altri mezzi sono datati e quello attualmente in uso consiste in una pala trainata da un vecchio camion. Un banale confronto mostra come il Comune di Norcia, pur tra difficoltà, disponga di sette mezzi, peraltro non sempre sufficienti. Con la prima nevicata dell'anno nuovo, non sono mancati altri disagi, coinvolgendo pure la SP 476, unica via di comunicazione permanentemente aperta tra Norcia e la Salaria (e quindi da e verso l'Adriatico), tratta anch'essa rimasta intransitabile ai primi di gennaio, bloccando così l'unico collegamento stabile esistente con l’Alto Lazio”.
Liberati e Carbonari evidenziano inoltre che “l'area di Forca Canapine, già in stato di abbandono prima del sisma, con atti di vandalismo e sciacallaggio contro gli impianti di risalita, il rifugio Monti del Sole e altre strutture private resta tuttora irraggiungibile sia dalle Marche che dall'Umbria. A Castelluccio di Norcia, lo sgombero neve nell’area degli altipiani si interrompe regolarmente all’uscita del paese, verso il Pian Perduto, provocando disagi per residenti e attività, impedendo agli appassionati l’accesso alle piste da sci di fondo e costringendo le sezioni Cai a organizzare fuori regione i loro corsi. Sul versante di Forca di Presta non viene data nessuna garanzia relativamente all’apertura continuativa della strada, importante perché rappresenta l’unico collegamento con l’area di Arquata del Tronto (AP), oltre a essere una zona vocata agli sport invernali come alpinismo, scialpinismo, sci di fondo e ciaspolate. Resta tuttora chiusa la Castelsantangelo sul Nera-Castelluccio, SP 136, contribuendo a isolare maggiormente entrambe le località”. MP/