RAPPORTO INAIL: “C’È ANCORA MOLTO DA FARE IN UMBRIA PER COMBATTERE LA PIAGA DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO” - NOTA DI SMACCHI (PD)

Il consigliere regionale Andrea Smacchi (PD) interviene sul rapporto annuale dell’Inail sull’Umbria per l’anno 2009. Per Smacchi è evidente “una situazione di calo degli infortuni ma sussistono ancora tanti punti di criticità” relativi al lavoro nero, ai casi mortali e alle malattie professionali.

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25 Nov 2010 00:00

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(Acs) Perugia, 25 novembre 2010 - “Dal rapporto annuale dell’Inail sull’Umbria per l’anno 2009 risulta evidente che occorre ulteriormente stringere le maglie della rete dei controlli e, per far crescere la cultura della sicurezza, agire sulla formazione continua, sia per i lavoratori che per le imprese, aumentare l’offerta di assistenza e consulenza alle piccole e medie imprese, creare meccanismi virtuosi anche di incentivo economico per quelle imprese che investono in sicurezza e che raggiungono alti livelli certificati di prevenzione”. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) secondo cui “su questi aspetti la Regione Umbria deve continuare a fare la propria parte sia sul versante normativo che su quello economico e mettersi a sistema con le associazioni di categoria e gli enti preposti al controllo”.

 

Per il consigliere Smacchi, il rapporto dell’Inail “fotografa in maniera evidente una situazione di calo degli infortuni, ma su almeno tre aspetti, dimostra come sussistano ancora tanti punti di criticità. La crisi economica ha contratto e di molto la forza lavoro, soprattutto in alcune zone come ad esempio l’alta Umbria e di conseguenza ha contribuito in maniera determinante anche al calo degli infortuni. Sul dato del calo sarebbe però opportuno stimare il peso che possono avere avuto i tanti infortuni non denunciati, esiste infatti una 'zona grigia' di lavoro che, probabilmente, non entra nelle statistiche ma che andrebbe comunque analizzata”.

 

Il consigliere regionale del Partito democratico rimarca che “crescono purtroppo (+ 6,3 per cento) i casi mortali, il che denota come la triste piaga delle morti bianche resti un problema di strettissima attualità sul quale occorre alzare il livello di guardia. Il dato che più risalta è la crescita delle malattie professionali (+7,4 per cento) indice di un livello ancora troppo basso di cultura della sicurezza, che impedisce ancora a troppi lavoratori di chiudere la propria carriera professionale in buone condizioni fisiche”. RED/mp

 

Ultimo aggiornamento: 25/11/2010