(Acs) Perugia, 14 settembre 2010 - “Risulta evidente che ci sono problemi, e non solo in Umbria. Ma ciò che non è collaudato è il sistema nazionale che dovrebbe essere gestito e curato dal Governo nazionale. Il certificato online si sta dimostrando un'altra delle brunettate: un lancio pubblicitario, uno stress organizzativo e poi nessun risultato concreto. All'interno dell'accordo di programma che disciplinava questi servizi era previsto che certe cose fossero fatte dal ministero e altre dalle Regioni. Noi abbiamo predisposto tutta la parte di nostra competenza entro il 30 aprile (come previsto) mentre la consegna dei Pin gravava sulla Sogei (la società del ministero che gestisce queste procedure)”. Così l'assessore alla sanità Vincenzo Riommi ha ha risposto questa mattina all'interrogazione a risposta immediata presentata da Sandra Monacelli (Udc) per avere chiarimenti circa la trasmissione telematica dei certificati medici.
Nell'atto ispettivo depositato da Monacelli si chiedeva di sapere “se la Regione ha già provveduto ad assegnare ai singoli medici il Pin necessario a trasmettere le certificazioni, evitando incertezze e disagi nella applicazione del decreto legislativo 150 del 2009 che riguarda proprio l'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, la sua efficienza e la trasparenza degli enti. È compito specifico delle Regioni consegnare ai 180mila medici italiani abilitati le credenziali di accesso alle banche dati Inps necessarie per trasmettere direttamente i certificati di malattia, non più cartacei ma elettronici, superando definitivamente il sistema che obbligava i dipendenti a consegnare personalmente al datore di lavoro il certificato di malattia, e che quando il nuovo sistema sarà a regime, potrà essere consultato dagli interessati, direttamente sulla banca dati dell'Inps”.
Riommi ha sottolineato che “le Regioni che hanno lanciato la sperimentazione lo hanno fatto appoggiandosi su propri sistemi informatici già esistenti. La norma nazionale pone un obbligo corretto a carico dei medici, quello di trasmettere online i certificati: ciò che non funziona riguarda le amministrazioni centrali, che non sono pronte e ricevere i certificati elettronici. Stiamo cercando di favorire (al di là degli editti) una riorganizzazione del lavoro con percorsi e incentivi per mettere i medici nelle condizioni di adempiere agli obblighi previsti, aspettando il collaudo e il funzionamento del sistema previsto dal ministero”.
Il consigliere regionale dell'Udc si è detta parzialmente soddisfatta della risposta ottenuta, osservando che “se è vero che le difficoltà riguardano tutte le Regioni, in Piemonte, ad esempio, oltre l'80 per cento dei medici sono stati abilitati e così in varie altre Regioni, mentre l'Umbria si colloca al 9° posto in Italia per i certificati trasmessi: c'è dunque un evidente concorso di colpa del sistema sanitario regionale”. MP