QT - “VERIFICA CARATTERISTICHE PER MANTENIMENTO STATUS VALICHI MONTANI VILLA CORGNA-RANCHICCHI (PG) E PIANO PELONI (TR)" – A PULETTI E MANCINI (LEGA) RISPONDE ASSESSORE MORRONI: “AREE SENSIBILI PER FLUSSI MIGRATORI, PREVISTO MONITORAGGIO”
25 Ott 2022 12:30
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(Acs) Perugia, 25 ottobre 2022 – Nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa, parte della quale riservata al Question time (interrogazioni a risposta immediata), i consiglieri della Lega, Manuela Puletti e Valerio Mancini hanno chiesto all’assessore, Roberto Morroni se la Regione “intende avviare un percorso di verifica delle caratteristiche necessarie, per il mantenimento dello status dei valichi montani di Villa Corgna-Ranchicchi (Perugia) e Piano Peloni (Terni) al fine di un miglioramento complessivo dell’attività venatoria sul territorio regionale”.
Illustrando l’atto, Puletti ha ricordato le leggi, di livello nazionale e regionale che regolano l’attività venatoria e che “in Umbria sono stati inseriti nel Calendario venatorio 2022/2023 quattro valichi montani in provincia di Perugia (Villa Corgna, Bocca Trabaria, Fossato di Vico, Passo della Carosina) e uno in quella di Terni (Piano Peloni)” Dopo aver spiegato il significato e la consistenza del Valico montano, Puletti ha ricordato che quelli di Piano Peloni e Villa Corgna “insistono in aree non ricadenti all’interno della dorsale Appenninica che attraversa l’Umbria nella parte orientale del territorio regionale” e che “la legge 157/1992 (norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) vieta l’attività venatoria nel raggio di un chilometro dal valico montano al fine di preservare il passaggio delle rotte migratorie. l’istituzione dei valichi montani prevede aree protette a forte rischio inselvaticamento in cui specie maggiormente invadenti ed impattanti sulle colture agricole e non solo, come cinghiali, cervidi e bovidi possono proliferare e riprodursi provocando un aumento di animali da abbattere ogni anno. Situazione sempre più difficile da contenere con l’attività venatoria di selezione, anche in virtù del calo dei cacciatori. È pertanto necessaria una approfondita verifica da parte dell’assessorato competente circa le caratteristiche morfologiche ed orografiche per il mantenimento dello status dei valichi montani oggetto dell’interrogazione”.
L’assessore Morroni ha risposto che “la dorsale appenninica è una delle catene montuose interessate dai flussi di avifauna migratoria, le rotte migratorie si concentrano in queste aree particolarmente sensibili per l’avifauna. Nei due valichi in questione, c’è anche il valore aggiunto che si trovano in corrispondenza di rilievi di area ornitologica, con cospicui flussi migratori, le zone del lago Trasimeno e di Alviano sono infatti zone di protezione speciale secondo la Direttiva uccelli. Diversamente da quanto possiamo considerare per gli ungulati selvatici, prelevati invece in tutte le aree circostanti. Esattamente stiamo parlando di una zona che si estende per 180 ettari su un’oasi dove è già presente il divieto venatorio. Un divieto che riguarda lo 0,3 % della superficie agro silvo pastorale preclusa alla caccia programmata. In ogni modo è stato deciso di avviare un monitoraggio specifico per verificare e quantificare la situazione”.
Nella replica conclusiva, Puletti ha detto “Auspico che sia avviato un percorso congruo che tenga in considerazione anche le istanze delle associazioni venatorie. In principio i valichi erano sette, poi fu deciso di estrapolarne due, presenti nel calendario venatorio, valichi storici utilizzati come salvacondotto per il calendario venatorio. Bene l’ipotesi di verifica e monitoraggio per capire se effettivamente quei luoghi hanno flussi consistenti. Il nostro è un chiaro messaggio di volontà politica”. PG