QT 7 e 8 “Aggiornamento dello stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Umbria”

Due distinte interrogazioni da parte di Lega (Fioroni e Pastorelli)
e Pd (Meloni)

Data:

26 Set 2023 13:22

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(Acs) Perugia, 26 settembre 2023 – Nella seduta di oggi dell’Assemblea legislativa dell’Umbria la presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei ha risposto congiuntamente a due interrogazioni sullo stato di avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza in Umbria, la prima dei consiglieri della Lega, Paola Fioroni (prima firmataria) e Stefano Pastorelli, la seconda di Simona Meloni (Pd).

Fioroni e Pastorelli hanno chiesto di sapere “l’andamento, l’ammontare delle risorse intercettate, lo stato di avanzamento e di implementazione del PNRR in Umbria, e conoscere quali iniziative, la Regione, nell’ambito delle proprie competenze, intende assumere o abbia assunto, al fine di indirizzare e utilizzare in modo strategico le risorse finanziarie per creare un cambiamento significativo e sostenibile nel tessuto economico e sociale dell’Umbria, promuovendo la crescita, la competitività e il benessere delle comunità locali, considerando che in risposta alla crisi generata dalla pandemia da COVID-19, il Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ha concordato di aggiungere, alle risorse del quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027, ulteriori risorse con il programma ‘Next Generation EU’ (NGEU), per favorire i programmi destinati a favorire la ripresa economica e sociale, migliorare la resilienza delle economie della UE e ridurre le divergenze economiche fra gli Stati membri. La Regione Umbria - ha ricordato in Aula Paola Fioroni - nell’Aprile 2021 ha tempestivamente presentato al Governo nazionale il piano ‘PNRR Umbria 2021-2026’ volto a supportare la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, la rivoluzione verde e transizione ecologica, le infrastrutture per una mobilità sostenibile, l’Istruzione e ricerca, l’inclusione e coesione, e la salute, e ideato con la logica di fungere da acceleratore della nostra economia per superare le carenze storiche della nostra regione che ne hanno impedito lo sviluppo, al punto da essere decretata come la peggiore d’Italia per perdita di Pil dal 2000 al 2019, ovvero negli anni precedenti l’insediamento dell’attuale amministrazione di centrodestra. Lo scorso 8 maggio, la Presidente Tesei, rispondendo all’interrogazione sull’attuazione del PNRR in Umbria, di cui ero prima firmataria, aveva riferito che: i progetti della Regione Umbria finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa (PNRR) ammontavano a oltre 2,1 mld di euro, e che risultavano già avviati ben 62 interventi per un totale di 567 milioni, dati che confermavano come l’Umbria fosse tra le regioni più virtuose sia sul totale delle somme intercettate, ben superiori alla media nazionale, ma anche sotto il profilo dello stato di avanzamento dei progetti e che la Regione puntava ad intercettare ulteriori fondi del PNRR. Lo scorso 27 giugno la Presidente Tesei durante la sua relazione, in quest’Aula, sullo stato di attuazione del programma di governo, ha evidenziato come l’Umbria fosse riuscita ad intercettare 2,6 miliardi di euro per i progetti PNRR, ben sopra la media nazionale pro-capite, risultando una delle migliori regioni italiane, sia per i fondi intercettati sia per lo stato di attuazione. Su tale punto la Presidente aveva infatti evidenziato come il 25% circa dei progetti fosse stato già avviato e oltre l’80% degli stessi fosse di importo superiore ad un milione di euro. Per quanto riguarda i progetti di cui la Regione Umbria è soggetto beneficiario/attuatore, l’importo complessivo degli stessi era di circa 487 milioni di euro (dei restanti interventi i soggetti attuatori sono i Comuni, lo Stato e le grandi aziende di Stato), e risultavano tutti avviati. I risultati ottenuti ed i numeri declinati dal PNRR su scala regionale hanno messo in luce una capacità progettuale puntuale ed efficiente di questa amministrazione che, partendo da una visione strategica, ha saputo partorire progetti che avessero le caratteristiche della concretezza e della effettiva realizzabilità. La Giunta regionale sta monitorando e supportando tutti gli interventi, non solo quelli in cui la Regione è soggetto beneficiario, attraverso anche l’attivazione nello scorso mese di luglio di un team di supporto, in stretto coordinamento con le Prefetture le Ragionerie Territoriali e ANCI Umbria con il compito di velocizzare e informatizzare l’avanzamento delle opere, anche supportando gli Enti locali nella gestione delle procedure richieste dal PNRR. Occorre monitorare l’evoluzione di alcuni progetti di cui si sta discutendo in sede governativa e di Commissione europea e del potenziale impatto in Umbria nell’ipotesi di un eventuale definanziamento di tali progetti”.

Simona Meloni (PD) ha chiesto alla presidente della Giunta informazioni sul “complessivo stato di attuazione del PNRR in Umbria, nonché il quadro generale dei progetti che investiranno il nostro territorio e il loro stato di avanzamento tanto più in seguito del piano di revisione del PNRR, annunciato dal Governo” e di conoscere “ad oltre 9 mesi dall’approvazione dei programmi avvenuta a novembre del 2022, quali siano gli interventi avviati, su quali temi, per quale ammontare, con quali finalità e il grado di integrazione degli stessi con lo stesso PNRR”. Meloni ha ricordato che “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica da Covid - 19. La principale componente del programma NGEU è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 miliardi prestiti a tassi agevolati). La Regione Umbria nell'Aprile 2021 ha presentato al governo nazionale il piano ‘PNRR Umbria 2021-2026’ volto a supportare la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, la rivoluzione verde e transizione ecologica, le infrastrutture per una mobilità sostenibile, l'Istruzione e ricerca, l'inclusione e coesione, e la salute, e ideato con la logica di fungere da acceleratore della nostra economia. A livello generale, gli enti locali ricoprono un ruolo centrale nell’attuazione del Pnrr, come realizzatori di gran parte dei progetti con ricadute immediati sui territori. Il successo del piano dipenderà in buona parte dalla capacità delle amministrazioni pubbliche di presentare e mettere in atto i progetti. Un terzo delle risorse totali messe a disposizione dal Pnrr (66 miliardi di euro) sono destinate a investimenti che saranno gestiti a livello territoriale. Le Regioni sono coinvolte nel PNRR sia a livello di governance del Piano, sia nell’attuazione concreta degli interventi. La Relazione sullo stato di attuazione del programma di governo e sull’amministrazione regionale, predisposta con cadenza annuale ai sensi dell’art.65 dello Statuto regionale, rappresenta la verifica della complessiva attività politico-amministrativa svolta dall’amministrazione regionale, nell’ottica di quell’accountability che va intesa come capacità della Pubblica amministrazione di rendere conto alla collettività delle proprie azioni e degli effetti prodotti. L’ultimo parziale aggiornamento dello stato dell’arte dell’attuazione del PNRR dentro la nostra regione risale a giugno scorso, allorquando la Presidente è stata chiamata a relazionare sullo stato di attuazione del programma di Governo. Nell’atto presentato e discusso in Aula, la ‘Relazione sullo stato di attuazione del programma di governo e sull’amministrazione regionale Anno 2022’, è presente un solo paragrafo di poche pagine in cui si dà conto in forma sintetica dei progetti ‘attivati’ nel territorio regionale (si parla di circa 2,6 miliardi di euro, suddivisi per le sei missioni del PNRR, oltre a 269 milioni di fondo complementare). A tale riguardo però, non sono stati illustrati dati analitici sullo stato di attuazione e avanzamento degli stessi, limitandosi solo a dire che ‘circa il 25% dei progetti sono stati avviati e oltre l’80% degli stessi è di importo superiore ad un milione di euro’. Tra l’altro, tale informazione non sembra essere positiva, perché significa, che il 75% degli interventi non sono stati ancora avviati, e comunque il quadro fornito non permette, a metà del 2023, di conoscere l’effettivo stato dell’arte di attuazione dei progetti. Si ritiene fondamentale e urgente poter disporre di uno strumento analitico attraverso il quale poter verificare e monitorare lo stato di avanzamento di ogni singolo progetto PNRR attivato in Umbria, indipendentemente dal soggetto beneficiario o attuatore. In una sintetica Appendice alla Relazione illustrata dalla Presidente della Giunta si riportano, infatti, brevemente soltanto gli interventi specifici di investimento e di riforma nei quali la Regione Umbria ad essere il solo soggetto beneficiario o attuatore ma che risulta valgano solo un quinto delle risorse disponibili, ovvero 487 milioni di euro su 2,6 miliardi di investimenti attesi su tutto il territorio umbro. La società regionale invece dovrebbe poter disporre di un sistema di monitoraggio costante per conoscere quali effetti del PNRR si stanno realizzando in Umbria, ovvero quali si presume che esso realizzi. Si ritiene prioritaria, inoltre, una specifica ed approfondita riflessione, specie alla luce delle integrazioni potenziali ma, al contempo, ai possibili effetti ‘spiazzamento’, con le risorse della programmazione europea 2021-2027, di cui si dà cenno nello stesso documento illustrato a giugno. Risorse che complessivamente valgono 812 milioni. In tema di programmazione europea 21/27 risultano evidenti i ritardi e quanto è stato stanziato nel bilancio regionale per il triennio 23/25 risulta del tutto insufficiente a cofinanziare le misure e a far partire i progetti. Il rischio è che l’Umbria difficilmente recupererà il tempo perso. Il piano di revisione del Pnrr da parte del Governo e la sostituzione delle risorse Ue con quelle del bilancio nazionale potrebbero rappresentare un'incognita ancor più forte data dai saldi di finanza pubblica, con il rischio concreto che in alcuni casi si blocchino i cantieri. Per questo riteniamo ancor più necessario avere un quadro complessivo chiaro degli interventi previsti nella nostra Regione e il loro stato di avanzamento".

La presidente Tesei ha ricordato di avere “più volte esposto la situazione come ricordato dalla consigliera Fioroni, ma ripercorrerò i punti salienti. Ci sono state due fasi, la prima in cui le Regioni hanno presentato i progetti per ottenere le risorse, che non piovono dall’alto, ma sono frutto di una grande interlocuzione, un grande lavoro. Per la Regione Umbria si tratta di risorse per 3,51 miliardi di euro e sono state assegnate per 3mila 449 progetti. Altra fase la messa a terra dei progetti in base alle norme. Le due fasi si compenetrano, il Governo vuol capire se alcuni progetti siano compatibili o meno con il termine di ultimazione che è il 2026, non è che stiamo scegliendo dove togliere, ma sulla compatibilità dei tempi, per questo si parla di ‘spiazzamento’, riguarda opere non compatibili coi tempi, ma che potranno essere finanziate in altro modo. Le risorse: 613 milioni attribuiti per la missione 1; 768 milioni per la missione 2; 1,49 miliardi per la missione 3; 273 milioni per la missione 4; 233 milioni per la missione 5; 135 milioni su missione 6. Sempre sui 3,5 miliardi di risorse Pnrr, grazie al cofinanziamento si può generare una massa di investimenti che ammonta a 4,8 miliardi. Teniamo presente che ci sono progetti interregionali su infrastrutture. Su 3,5 miliardi intercettati, 285 progetti sono sopra il milione di euro, la quasi totalità dell’ammontare del Pnrr, ma gli altri piccoli e piccolissimi progetti, per lo più comunali su scuole, asili, rigenerazione urbana, a causa delle potenziali variazioni del Pnrr, stima di 180 milioni, potrebbero essere oggetto di spiazzamento ma oggi non ci sono certezze in merito. Sottolineo il grande ruolo attuativo dei Comuni che, se non su progetti di taglio alto, avrebbe comportato lo snaturamento di parte del Pnrr e problemi gestionali per tutti, poiché le linee di attuazione sono molto rigide. Quanto all’attuazione del Pnrr, lo strumento di monitoraggio esiste, è il Regis, cui abbiamo accesso diretto e i cui dati cambiano continuamente. L’Umbria è soggetto attuatore per 400 milioni di euro su 3,5 miliardi. Non si possono cambiare le scelte fatte in passato, c’è la tagliola dei tempi, sono l’11% del totale. L’89% del Pnrr Umbria è gestito da aziende di Stato, la criticità del totale dei progetti, di cui il 40% avviati, porta a impegnarci per mantenere l’Umbria quale modello virtuoso per aggiudicarsi le risorse e per l’attuazione. Per le opere e i vari progetti sarà necessario trovare copertura dove possibile. Abbiamo dato mandato al Direttore di creare una squadra e sostenere l’operatività dei Comuni anche con l’aiuto dei privati. Dobbiamo limitare i problemi dovuti alle criticità di cui parlavo, sono certa che sapremo condurre a termine i progetti. Resta una grossa mole di denaro che porterà la nostra economia a cambiare e dare prospettive certe per il futuro”.

Replica di Meloni: “Emerge la fatica a mettere a terra i progetti nelle realtà dove servono. Il Governo parla di tagli per impossibilità chiudere le progettualità entro il 2026, poi ci sono gli altri progetti pensati prima del Pnrr e adesso non così compatibili con i criteri dell’UE. La regia delle Regioni va bene ma ogni tanto è necessario fare un focus sui progetti interregionali. Penso alla Orte-Falconara, c’è ancora o no? Le infrastrutture sono tema centrale come la transizione ecologica, ma ci sono anche l’inclusione sociale, i nuovi bisogni della povertà che avanza. Quali priorità, cosa sarà portato a compimento? Poi per i progetti avviati dovremo trovare altre forme di finanziamento, sarà difficile, serve condivisione per informare i cittadini sul futuro. Per altro ciò che abbiamo chiesto oggi alla Giunta regionale è quanto è stato detto dal Presidente della Conferenza delle Regioni al ministro Fitto, ovvero che serve monitoraggio, condivisione e chiarezza specie circa  la sostituzione delle risorse europee con quelle del bilancio perché ciò potrebbe rappresentare un'incognita forte data da saldi di finanza pubblica e dall'entrata in vigore della nuova governance europea, con il rischio reale del blocco dei cantieri senza la certezza dei finanziamenti".

Replica Fioroni: “La presidente ha dato un quadro puntuale ed esaustivo su Pnrr con sottolineature importanti. Le Regioni devono avere un ruolo più cogente sull’attuazione. L’aggiornamento costante che lei sta facendo, con la rendicontazione degli atti in Aula e i suoi comunicati stampa, dimostrano l’attenzione sulla necessità della Regione di monitorare e far sapere come procedono le cose riguardo l’attuazione per le singole missioni e oggi ne abbiamo avuto contezza. Difficile fare di più”. PG

Ultimo aggiornamento: 27/09/2023