QT 6 “Ridimensionamento scolastico a seguito della legge di bilancio 2022”

Interrogazione di Meloni, Paparelli, Bori, Bettarelli (Pd), De Luca (M5S), Porzi, Bianconi (misto) ha risposto assessore Morroni: “Nessun impatto su sedi scolastiche e posti di lavoro; confronto con Ministero ancora in corso”

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26 Set 2023 13:18

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(Acs) Perugia, 26 settembre 2023 – Nella parte riservata al Question time, della seduta odierna dell’Assemblea legislativa i consiglieri Simona Meloni (prima firmataria), Fabio Paparelli, Tommaso Bori, Michele Bettarelli (Pd), Thomas De Luca (M5S), Donatella Porzi e Vincenzo Bianconi (Misto) hanno chiesto, all’assessore Paola Agabiti, gli intendimenti della Giunta regionale rispetto al “Ridimensionamento scolastico a seguito della legge di bilancio (197/2022)”.

Nello specifico hanno hanno chiesto di sapere "le ragioni per cui la Giunta non ha ancora elaborato le linee guida sul Dimensionamento della rete scolastica per l’a.s. 2024/2025 e conoscere i tempi entro cui verranno predisposte; sulla base degli incontri avvenuti con l’Osservatorio, se e quali iniziative urgenti sono state assunte al fine di salvaguardare il diritto all'istruzione ed i livelli occupazionali presenti, con particolare riferimento alle aree marginali e interne e per evitare il depauperamento degli istituti scolastici umbri con i numerosi disagi descritti sopra che ne deriverebbero; quale sia stata la posizione della Regione Umbria rispetto al confronto tra Governo e Regioni sui criteri di formazione delle classi e sul dimensionamento scolastico fortemente penalizzante per la Regione Umbria; quale sarà l’iter normativo previsto per il dimensionamento, considerato che per i prossimi trienni scolastici, 2024/2025 – 2025/2026 - 2026/2027, tale decisione comporterà la riduzione di circa 9 unità dirigenziali; quale sarà il criterio di senso che verrà adottato per il dimensionamento previsto al fine di garantire le specificità dei territori, evitando così, frizioni fra gli stessi”.

Illustrando l’atto in Aula, Meloni ha ricordato che “la legge di Bilancio (197/2022) ha introdotto una nuova disciplina relativa alla determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni ha comportato, di fatto, la riduzione, non solo delle sedi, che verranno inevitabilmente accorpate, ma anche del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi. Tale personale sarà quasi dimezzato rispetto a oggi: si passerà, infatti, dai 6.490 del 2024-2025 ai 3.144 del 2031-2032; si tratta di oltre 3mila dirigenti scolastici in meno, il che andrà a impattare negativamente soprattutto sui territori già in difficoltà come le aree interne e le zone marginali del paese. Il precedente governo Draghi e la Commissione Europea hanno formalizzato un accordo inserito nelle misure del Pnnr che vede la necessità di rendere sostenibile la gestione delle scuole, anche attraverso misure di accorpamento di istituzioni scolastiche ad oggi funzionanti con l’istituto della reggenza. Nei prossimi 10 anni la popolazione scolastica diminuirà di circa 1 milione di studenti, con una media di 90.000 studenti circa in meno ogni anno. Tale diminuzione della popolazione scolastica, non solo comporterà l’accorpamento degli Istituti scolastici più piccoli e periferici con la conseguente perdita della dirigenza, ma avrà una pesante ricaduta sulla componente del corpo docenti e del personale ATA. Scuole di ogni ordine e grado che potrebbero essere soppressi o accorpati su tutto il territorio nazionale. Appare evidente che tali disposizioni causeranno inevitabilmente ulteriori disuguaglianze educative. Queste norme, solo nella nostra regione, porteranno progressivamente alla riduzione di 9 istituti scolastici. Tra questi, tra gli altri, potrebbero essere accorpati Istituti a Cerreto di Spoleto, ad Amelia, ad Allerona, a Fabro, a Terni ed a Perugia che rappresentano importanti punti di riferimento per quelle località. Il decreto del ministro dell’Istruzione sui criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni per il triennio 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027’ ha registrato il voto contrario di 6 regioni: Campania, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Abruzzo e Toscana ed alcune Regioni, come Puglia, Emilia Romagna, Campania e Toscana, hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro gli articoli sul dimensionamento scolastico della Legge di Bilancio”.


L’assessore Roberto Morroni ha risposto che “la legge 197/2022 prevede che i criteri per la determinazione dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi amministrativi siano definiti su base triennale con decreto del ministero dell’Istruzione. Nella Conferenza unificata di maggio non è stata raggiunta una intesa con le Regioni sullo schema di decreto. Nelle more della emanazione definitiva del decreto ministeriale sono stati avviati i lavori dell’Osservatorio regionale per l’istruzione, per valutare e approfondire lo schema di decreto che per l’Umbria prevede un contingente di dirigenti e direttori che ammonta a 133 unità (2024/2025), 132 (2025/26), 130 per l’anno scolastico 2026/27. Nell’anno scolastico in corso risultano 139 unità. I lavori dell’Osservatorio, dopo tre sedute, hanno prodotto un documento di sintesi che individua principi base per il dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2024/25, primo anno del triennio previsto dal decreto. Che la Giunta ha approvato con propria delibera il 7 agosto. Queste linee individuano tre principi di riferimento per la definizione della rete scolastica sulla base delle 133 unità previste dal decreto: creazione di un primo ciclo di istruzione basato su istituti comprensivi in una logica di continuità didattica, distinta dal secondo ciclo, con il superamento graduale delle direzioni didattiche, delle secondarie di primo grado e degli istituti omnicomprensivi. Valutazione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate in relazione al parametro minimo dei 600 iscritti (400 per i comuni montani e altre situazioni specifiche), alle reggenze. Considerazione delle specificità territoriali orografiche, demografiche e di sviluppo per quei contesti in cui la scuola rappresenta l’unico presidio nell’area di riferimento.

La Giunta regionale ha anche disposto la prosecuzione dei lavori dell’Osservatorio. Si sono già riuniti i tavoli territoriali dell’Osservatorio per i 5 ambiti territoriali. La Regione ha mantenuto una importante interlocuzione tra Ministero e Ufficio scolastico, proprio per salvaguardare aree interne e svantaggiate. Il dimensionamento riguarderà esclusivamente le sedi di dirigenti scolastici e direttori amministrativi e non impatterà sul livello occupazionale. Nell’anno scolastico in corso si registrano 17 reggenze e quindi i dirigenti scolastici titolari al netto dei pensionamenti sono 122 a fronte di un contingente assegnato per il prossimo anno scolastico di 133 unità. L’attuale situazione vede 128 situazioni a norma rispetto ai parametri individuati dal Ministero. Rispetto alle restanti 11 sedi di direttivo, alcune rispettano i nuovi parametri altre sono sottodimensionate. L’articolazione territoriale dei plessi, che hanno una importanza strategica nelle aree interne e nei comuni montani, non risentirà della riorganizzazione prevista”.

La consigliera Meloni ha replicato: “Le risposte che ci vengono fornite sono perlopiù il testo delle nostre domande. Il lavoro dell’Osservatorio sta quindi continuando, staremo a vedere se davvero questa riforma non avrà conseguenze sulle sedi scolastiche e sul personale impiegato. Continueremo a monitorare questa situazione”. MP/

Ultimo aggiornamento: 27/09/2023