QT 4 – “Contributi e risorse a Comuni con impianti di grande derivazione idroelettrica”

De Luca (M5s) interroga assessore Morroni: “per il 2023 ai comuni 1,6 milioni di euro e solo dal 2024 il 35% dei ricavi da canone. I comuni interessati passano da 5 a 13. Da Enel avviato un nuovo contenzioso”

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10 Ott 2023 12:04

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(Acs) Perugia, 10 ottobre 2023 – Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Thomas De Luca ha interrogato l’assessore Morroni per “sapere se l’accantonamento al fondo rischi di soccombenza canoni concessioni idroelettriche verrà effettuato anche per l’annualità del 2023 e si richiede di quantificare una stima del contributo complessivo derivante dai canoni che verrà destinato ai Comuni. Inoltre si richiede di specificare quali siano i Comuni che beneficeranno di tali contributi e in quale quota”.

Illustrando l’atto in Aula De Luca ha detto che “con la delibera ‘297/2023’ l’Assemblea legislativa ha approvato la legge regionale ‘Disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Umbria e determinazione del canone’. Il nuovo canone viene applicato a decorrere dall’anno 2023 ed è costituito da una componente fissa (42 euro per kW rispetto ai 33,12 euro per kW previste in precedenza) e una variabile come percentuale dei ricavi normalizzati. Si prevede che, a decorrere dal 2024, una quota pari al 35 per cento della componente fissa dei canoni sia destinata allo sviluppo e alla valorizzazione dei comuni territorialmente interessati sulla base della popolazione residente e individuati in quelli in cui sussiste la presenza di impianti. Nei documenti istruttori della legge viene fatta una stima delle maggiori entrate e dei contributi che verranno riversati ai comuni. In tale calcolo viene tenuto conto che nel bilancio vigente le entrate già previste annualmente per i canoni erano pari a 8 milioni 331mila euro. Dalla nuova disposizione di legge deriverebbe, a regime, dal 2024 una maggiore entrata per il bilancio regionale annualmente stimata in circa 2 milioni 233mila euro, mentre per il 2023 il maggior apporto sarebbe di un milione 861mila euro. In totale le entrate derivate dai canoni fissi, a regime, sarebbero di 10 milioni 564mila euro. Ricalcolando il 35% per i comuni interessati, secondo le stime, l’importo risulterebbe pari a 3 milioni 697mila euro. Importo più che raddoppiato rispetto al milione 600mila euro conferito nel 2022 e negli anni precedenti. Ma le precedenti società concessionarie, nel novembre 2015, hanno impugnato la delibera ‘1067/2015’ con cui fu determinato l’aumento dei canoni a 31,02 euro per kW. Il contenzioso ha imposto l’obbligo per la Regione di accantonare ogni anno fino alla sentenza definitiva, le somme per far fronte alle eventuali spese di soccombenza  e alle spese legali. A tale riguardo è stata accantonata per ogni anno dal 2016 al 2022 una cifra che va dai 3,8 ai 4 milioni di euro l’anno. Nell’ultimo bilancio di previsione 2023-2025 approvato dall’Assemblea legislativa nel ‘Fondo rischi di soccombenza canoni concessioni idroelettriche’ risulterebbero accantonati 27 milioni 797mila euro”.

L’assessore Morroni ha risposto che “per il 2023 ai comuni spettano 1,6 milioni di euro e solo dal 2024 ci sarà l’applicazione del 35% dei ricavi da canone. Il nuovo elenco dei comuni, rispetto ai 5 comuni di prima, prevede: Preci, Norcia, Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Ferentillo, Arrone, Terni, Narni, Orvieto, Baschi e Alviano. Rimane il fatto che ad oggi Enel produzione, la società subentrata, ha già avviato un nuovo contenzioso sui canoni introdotti e per ora ha effettuato versamenti solo sulla base del canone precedente. Ricordo che per il 2023 il canone fa riferimento solo alla componente fissa e non alla componente variabile. Il canone 2023 è formato da 2 diverse aliquote, la prima fino all’8 marzo pari 34,54 euro per kW, la seconda componente potrà essere determinata solo dal 2024, a consuntivo, perché serve il resoconto orario dell’energia effettivamente prodotta dall’impianto e i prezzi corrispondenti. L’impegno delle somme dal 2024 è subordinato al preventivo accertamento delle entrate. L’accantonamento 2023 per il fondo rischi di soccombenza potrà essere stabilito solo nel 2024 dopo che le entrate verranno accertate e si sia fatta una verifica dei ricorsi in essere”.

Nella sua replica De Luca si è detto “soddisfatto della risposta dell’assessore. Rimango basito che si continui a portare avanti un contenzioso con la Regione Umbria sulle nuove disposizioni, peraltro decise con legge. È un motivo in più per procedere quanto prima alla costituzione di una società misto pubblico privata, fare una gara pubblica a doppio oggetto come previsto dalla normativa nazionale per evitare tutte queste problematiche. Ci sono 27 milioni di euro accantonati fino ad oggi che potevano essere usati per i cittadini umbri. Sono felice che le innovazioni introdotte con la nuova legge stiano realmente cambiando questa regione”. DMB/

Ultimo aggiornamento: 15/01/2025