QT 4 “Adozione del Piano nazionale straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”

A Puletti, Castellari e Mancini (Lega) risponde assessore Morroni: “La normativa regionale non necessita di alcun adeguamento alla disciplina statale, tanto che la proposta di piano straordinario per la gestione del contenimento del cinghiale ha già ricevuto, a fine luglio, il parere favorevole di Ispra”

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26 Set 2023 13:09

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(Acs) Perugia, 26 settembre 2023 – Nello spazio dedicato al Question time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, i consiglieri della Lega, Manuela Puletti (prima firmataria), Marco Castellari e Valerio Mancini hanno chiesto all’assessore Roberto Morroni di essere messi a conoscenza di “quali saranno le modalità e le tempistiche con cui la Giunta regionale intenderà adeguare la normativa regionale attualmente in vigore, al Piano Straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica entro la data indicata nel Decreto Ministeriale del 28 dicembre 2023”.


Illustrando l’atto, Puletti ha ricordato che “con Decreto del 13 giugno 2023 il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha adottato il Piano Straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica. Il Piano si compone di un articolo e di un allegato, e avrà durata quinquennale. La natura programmatoria e di coordinamento del provvedimento, adottato a livello ministeriale, sarà propedeutica per le Regioni italiane e le Province autonome di Trento e Bolzano, affinché questi Enti possano garantire con modalità e tempistiche contenute nell’articolato, la presenza, talvolta anche invasiva, delle specie della fauna selvatica maggiormente presenti sul territorio nazionale. Va sottolineato come il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica rispetti le principali direttive europee in materia di tutela della biodiversità ed inviti le Regioni italiane, anche quelle che già hanno adottato i loro interventi straordinari ed urgenti di pianificazione, ad adeguarsi a quanto disposto a livello nazionale. L’efficacia dei Piani regionali passa per alcune azioni che devono essere contenute all’interno di questo documento su cui basare l’attività venatoria all’interno del territorio regionale. Esse sono: la valutazione degli impatti e analisi dei rischi potenziali causati dalle specie target sulle attività antropiche, sull’ambiente e sulla biodiversità, l’individuazione dei target da raggiungere per la mitigazione di tali impatti e rischi, la chiara ripartizione spaziale e temporale delle attività finalizzate al raggiungimento dei target previsti (zonazione). Un capitolo a parte merita la specie cinghiale dove anche i Piani regionali di interventi urgenti (PRIU) dovranno adeguarsi al Piano Straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, perseguendo gli obiettivi di ricondurre ad un numero adeguato alla realistica possibilità di prelievo venatorio, della popolazione degli ungulati nei centri abitati causa di precarie condizioni per la sicurezza stradale, evitare l’interazione tra specie selvatiche e domestiche al fine di limitare le possibilità di focolai di malattie nei dintorni degli allevamenti. Per garantire l’efficacia ed efficienza delle azioni di abbattimento e/o cattura, le Regioni italiane hanno la possibilità di ampliare, tramite una legge regionale, la categoria degli operatori del controllo oltre alla disciplina statale, includendo personale con formazione adeguata. Come stabilito in un emendamento formalizzato dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 13 maggio in cui al centro di questo nuovo sistema di gestione e contenimento della fauna selvatica svolgeranno un ruolo maggiormente attivo gli Esecutivi regionali, chiamati al contempo, ad adeguare la propria normativa vigente in materia entro il 28 dicembre 2023, comunicando altresì annualmente ad ISPRA, i dati e gli obiettivi raggiunti durante l’attività venatoria, per un monitoraggio più puntuale riguardante le specie maggiormente invasive come: cinghiali, lupi, orsi, caprioli e daini. Sarebbe auspicabile l’attivazione in tempi consoni da parte della Regione di tutte le procedure e le interlocuzioni necessarie con tutti i soggetti interessati da questi nuovi adempimenti contenuti nel Piano Straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica coinvolgendo i rappresentanti del mondo venatorio, di quello agricolo, gli enti locali (Comuni e Province), le autorità sanitarie e quelle preposte alla vigilanza (Corpo Forestale dello Stato), affinché con il dialogo si possano aggiungere contributi significativi e costruttivi alla stesura di questo nuovo atto di programmazione e monitoraggio”.


L’assessore Morroni ha risposto che: “La normativa regionale non necessita di alcun adeguamento alla disciplina statale, tanto che la proposta di piano straordinario per la gestione del contenimento del cinghiale ha già ricevuto, a fine luglio, il parere favorevole di Ispra. La non necessità di modifica della normativa riguarda anche l’ampliamento della platea di soggetti che possono intervenire nell’attività di controllo, in quanto la norma regionale dispone che l’attività di contenimento della fauna selvatica possa essere effettuato da persone nominativamente individuate ed è quindi una platea più ampia rispetto a quanto prescritto dalla nuova formulazione della legge 157/1992. le suddette attività e disposizioni sono state tutte superate dal piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento di cinghiali ed azioni strategiche per l’elaborazione di piani di eradicazione nelle zone di restrizione della peste suina africana 2023-2028, sottoscritte lo scorso 7 settembre dal commissario straordinario, Vincenzo Caputo. Al fine di dare quanto prima attuazione al nuovo quadro delineatosi, che vede principali attori il settore della sanità, sono già stati effettuati due incontri bilaterali tra il Commissario straordinario e gli assessorati regionali e direzioni competenti. A breve saremo in grado di presentare il nuovo Piano regionale di interventi urgenti che tiene conto delle nuove indicazioni sancite dal Piano del Commissario straordinario, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi già fissati per ogni regione dal Piano stesso per quanto attiene all’eradicazione della peste suina. L’obiettivo di contingentamento numerico della popolazione di cinghiali fissato per l’Umbria è pari, per il periodo 2024-2028, a 44mila capi annui, di cui 24mila derivanti dal prelievo in regime di caccia in braccata, girata o caccia singola; 10mila attribuibili alla caccia di selezione ed altrettanti 10mila derivanti dall’attività di controllo. Il dato medio nel triennio 2019-2021 per le tre diverse tipologie di caccia è il seguente: prelevati 21.855 cinghiali annui, di questi 18.630 in forma di caccia braccata, girata o singola; 256 con caccia di selezione; 2.969 attraverso attività di controllo”.


Nella replica, Puletti ha definito la risposta “dettagliata e precisa”, specificando tuttavia che la sua interrogazione è datata 30 agosto, ed ha quindi sottolineato che “mi fa piacere apprendere che nell’ultimo periodo si sono sviluppati adeguamenti già comunque predisposti e programmati. Resta comunque il problema dei numeri che necessitano di un intervento. Mi risulta che sul suo tavolo ci siano proposte di Federcaccia, di Libera caccia ed Enalcaccia. Bene il lavoro della Giunta, ma il dito del mondo venatorio resta puntato sulla necessità di azioni ben precise rivedendo magari gli stessi regolamenti. Importante è la mappatura dei territori al fine di poter prevedere specifiche tipologie di caccia. L’indirizzo preso è positivo, ma si chiede la disponibilità, se necessario, di poter aggiustare alcune situazioni, come ad esempio il prolungamento da tre a cinque mesi della caccia al cinghiale. Auspico che nei tavoli tecnici possano essere inseriti rappresentanti della caccia, quindi Atc e Associazioni venatorie”. AS/

Ultimo aggiornamento: 28/09/2023