(Acs) Perugia, 27 novembre 2014 – La Prima commissione dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, presieduta da Oliviero Dottorini, ha incontrato questa mattina i rappresentanti di Provincia di Perugia, sindacato cave, Confagricoltura e Consorzi Pir di Spina per una audizione sul disegno di legge dell'Esecutivo “Modificazioni di leggi e disposizioni in materia di personale regionale, attività estrattive, valutazione di impatto ambientale, sistema amministrativo regionale e autonomie locali, agenzia forestale regionale” (http://bit.ly/1uLNXBS).
RICOSTRUZIONE SPINA. Gianpaolo Faloia e Giovanni Lemma (Consorzio Pir e Umi 3 di Spina) hanno espresso un giudizio positivo sull'emendamento al disegno di legge, predisposto dalla Giunta e relativo alla ricostruzione post sisma 2009, che consentirebbe di ripartire diversamente le quote per il disagio strutturale. A questo proposito nei loro interventi hanno anche auspicato una ulteriore modifica che preveda di destinare l'intera quota del 20 percento alle criticità strutturali, assorbendo così anche il 5 percento inizialmente destinato alle mura medievali del castello di Spina (un intervento ritenuto estremamente complesso). In questo modo “verrebbero resi accessibili 2 milioni di euro (degli 8,8 totali stanziati) che altrimenti resterebbero inutilizzati”.
VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE. Dall'incontro sono emerse valutazioni articolate sulla parte del disegno normativo relativa alla modifica della legge regionale 'n.12/2010' sulla valutazione di impatto ambientale. Un articolo, il numero 5, che secondo quanto annunciato nella precedente seduta dall'assessore Fabrizio Bracco la Giunta vorrebbe cancellare dal disegno di legge. Una scelta condivisa Alfredo Monacelli (Confagricoltura), secondo cui “la scelta di soprassedere su questo punto è positiva”. Per Francesco Piselli (sindacato Cave) la Regione dovrebbe mantenere il controllo sulla Via “pur in un ambito in cui sono necessarie decisioni nazionali, la cui mancanza ha portato l'Italia a subire la procedura di infrazione. L'importante è arrivare ad un quadro normativo chiaro e univoco”. Borisinu Vujovic (Provincia di Perugia) ha evidenziato il rischio che “gli uffici della Regione siano intasati da migliaia di richieste. Meglio non cancellare l'articolo, introducendo anche il pre-screaning per semplificare le procedure ed evitare tempi di attesa inutili. Sarebbe auspicabile un responsabile unico del procedimento, evitando doppioni tra Regione, Provincia, Comun e Arpa”. Simone Padella (Provincia di Perugia – Attività estrattive) ha evidenziato la necessità di chiarire cosa avverrebbe, cancellando l'articolo 5, nella procedura di accertamento di giacimento a cui, in teoria, partecipa anche la Regione. Paola Buoncristiani (Provincia di Perugia) ha infine evidenziato che “il processo di riordino istituzionale che coinvolge le Province deve tenere conto dell'attribuzione di nuove funzioni, come previsto in materia di Via, prevedendo anche le relative risorse”.
ATTIVITÀ ESTRATTIVE. Francesco Piselli ha parlato di “importante presa di coscienza” che consente alle aziende estrattive di usufruire della moratoria sul pagamento del contributo ambientale. Se non verranno ridotte le tasse per i cavatori, presto la Regione non avrà nessuno a cui applicarle. Andrebbe anche rivisto il meccanismo previsto per le fidejussioni necessarie per l'apertura delle cave”. Simone Padella ha rimarcato “che il controllo sulle cave ha dato negli anni dei buoni risultati ed ora è necessario vigilare in modo particolare sulle estrazioni abusive. La riduzione del contributo ambientale e la moratoria sul suo pagamento riducono ulteriormente i fondi di cui il gruppo di lavoro della Provincia può usufruire per svolgere il proprio lavoro di monitoraggio”.
AGENZIA FORESTALE. Alfredo Monacelli ha rilevato che secondo la nuova legge l'Agenzia potrebbe gestire ogni tipo di bene pubblico e non più soltanto quelli agroforestali. Una previsione che però “contrasterebbe con il principio di sussidiarietà, potrebbe creare una concorrenza impropria alle aziende private e presupporrebbe la presenza di competenze di cui l'Agenzia non dispone”. Inoltre il passaggio tra Comunità montane e Agenzia avrebbe comportato disagi per gli agricoltori, come la chiusura dell'ufficio prima ubicato a Collestrada di Perugia ed ora trasferito a Magione, “con conseguenti problemi logistici per le aziende”. MP/