PONTI EDITORIALE: “ORA QUALCUNO SPIEGHI COME SI E’ POTUTO DARE CREDITO A CERTI IMPRENDITORI” – INTERROGAZIONE DI DOTTORINI (IDV): “QUALI GARANZIE PER I DIPENDENTI? SUBITO TAVOLO ISTITUZIONALE”

Il capogruppo dell’Italia dei valori in Consiglio regionale Oliviero Dottorini annuncia un’interrogazione sul futuro delle 35 famiglie rimaste senza lavoro a seguito della vicenda della Ponti editoriale. Dottorini chiede di sapere se esistono possibilità di amministrazione controllata, se esiste un piano industriale e se la Regione non intenda convocare un tavolo istituzionale per affrontare la questione.

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23 Gen 2010 00:00

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  (Acs) Perugia, 23 gennaio 2010 - “La drammatica vicenda che ha coinvolto i 35 lavoratori della Ponti editoriale è la rappresentazione plastica di un'imprenditoria sempre più spregiudicata, abile nell'intercettare aiuti pubblici, ma non altrettanto nel garantire continuità alle proprie attività e nel tenere conto delle ripercussioni sociali ed economiche delle proprie azioni. Le istituzioni non possono continuare a ignorare la situazione di assoluta precarietà di quei lavoratori, costretti a lavorare senza alcuna garanzia sul proprio futuro, in attesa ancora della tredicesima e di interlocutori seri e affidabili”. Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale e presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni, commenta gli esiti dell’incontro avuto questa mattina con una delegazione delle maestranze della “Ponti editoriale” di Città di Castello.

“Presenteremo un’interrogazione urgente – afferma Dottorini - per chiedere che venga chiarita la reale situazione di quella realtà imprenditoriale e i rischi reali in cui si verranno a trovare le 35 famiglie coinvolte. L'imprenditore tifernate non è nuovo a comportamenti quanto meno discutibili e in molti ricordano l’enfasi con cui venne sbandierato appena pochi anni fa il suo ingresso sulla crisi Ipf Web. Sarà interessante anche conoscere i risultati degli interventi di salvataggio aziendale attuati con denari pubblici tramite le finanziarie regionali Sviluppumbria o Gepafin e i tanto sbandierati poli di eccellenza, i famosi cluster, per i settori della meccanica avanzata e della meccatronica, per i quali la Regione ha riservato ingenti risorse finanziarie all'interno della programmazione regionale. Le istituzioni – continua - devono ribadire la propria contrarietà a forme imprenditoriali avventurose, che non manifestano alcuna forma di rispetto per i propri dipendenti. Forse bisognerà domandarsi come mai le politiche regionali abbiano dato tanto credito in questi anni a un’imprenditoria che si sta dimostrando incapace di visione prospettica e continuità. Ribaltoni proprietari non comunicati, un indebitamento preoccupante e atteggiamenti scorretti nei confronti degli operai mettono in luce problemi di non facile soluzione e inducono a procedere con la massima prudenza. È giusto pertanto che i lavoratori chiedano chiarezza e garanzie di solidità, anche perché visti i precedenti dell’imprenditore Caso, cui Ponti ha ceduto la maggioranza della società, è tutta da dimostrare la volontà e la capacità di investimento necessaria a immaginare uno sviluppo dell’attività editoriale dell’azienda”. “Occorre evitare – conclude - di perseguire strade che alla fine possano rivelarsi senza sbocco. Alle condizioni date, c’è da sperare in una rapida decisione in merito alla procedura di liquidazione dell’azienda che consenta almeno di avere un interlocutore serio con cui affrontare la complessa situazione. Con la nostra interrogazione chiederemo di sapere qual è la reale esposizione della Regione in questa vicenda, se esistono possibilità di amministrazione controllata, se esiste un piano industriale e se la Regione non intenda convocare un tavolo istituzionale per affrontare la questione. Le istituzioni devono fare la propria parte e impegnarsi nel trovare prospettive per una situazione in cui sono parte lesa persone che per anni hanno lavorato con onestà e che oggi vengono trattati in maniera a dir poco ignobile”. RED//

Ultimo aggiornamento: 23/01/2010