(Acs) Perugia 29 marzo 2011 – “Il Polo didattico scientifico di Terni compie 10 anni perdendo pezzi. Non è un buon anniversario per la città di Terni”. Così il capogruppo regionale di Prc-Fds, Damiano Stufara che aggiunge: “La riforma Gelmini, con il taglio delle risorse all'Università di circa il 12 per cento, con parametri organizzativi rigidi, più ragionieristici che formativi, e con la disarticolazione delle Facoltà in ‘scuole’ e ‘dipartimenti’, miete vittime in tutta Italia e Terni non è immune”.
Secondo Stufara, “seguendo il modello riorganizzativo del Rettore Bistoni imposto dalla riforma Gelmini, per salvare il Polo Universitario di Terni si dovrebbe puntare su Medicina, Ingegneria e chiudere il corso di Scienze politiche. In bilico risulta essere anche la magistrale di Economia. Così – osserva il capogruppo di Rifondazione comunista - dopo la chiusura del corso di mediazione linguistica e quello di produzione artistica e cinematografica il Polo rischia di perdere un'altro corso se non due. Ma è proprio necessario chiudere corsi, - si domanda - che hanno 10 anni di storia e hanno qualificato l'offerta formativa ternana, per rilanciare il Polo, o non è forse un 'nonsense'?”.
“Il problema – sostiene Stufara - è coniugare Università e territorio, integrare le diverse offerte formative dei corsi, in un quadro economico e organizzativo definito dalla riforma Gelmini e in un contesto competitivo che non si gioca più su scala regionale o interregionale, ma nazionale e internazionale. La scommessa per il Polo ternano e l'Università umbra è difficile, ma può essere vinto senza eccessivi ridimensionamenti”.
“Certamente – aggiunge - Medicina e Ingegneria sono corsi a forte integrazione territoriale e ad alto valore tecnologico ed innovativo. Economia è strettamente collegata agli interessi del mondo economico, imprenditoriale e finanziario locale. Ma in un mondo complesso in cui i livelli tecnologici e innovativi devono essere coniugati con economia, ambiente, coesione sociale e qualità della vita chi gestirà la governance dei processi? Nella necessità di ripensare un nuovo modello di sviluppo economico fondato sulla green economy, un nuovo posizionamento di Terni e dell'Umbria nella nuova competizione territoriale, chi fornirà gli strumenti conoscitivi, normativi e relazionali in grado di governare e indirizzare i nuovi processi? In questa prospettiva – commenta Stufara - il corso di laurea in Scienze politiche, ripensato e ricontestualizzato, può costituire il trait d'union fra i diversi assi formativi, (es. economia, tecnologia, ambiente e sociale), innovando il corso per rendendolo competitivo, ricollocandolo, sia a livello didattico che di ricerca, a livello nazionale”.
“Quindi – continua il capogruppo del Prc-Fds - pur condividendo la necessità di ripensare l'assetto organizzativo dell'Università umbra a causa della controriforma Gelmini e, per garantire la sopravvivenza, l'autonomia e l'efficacia del Polo didattico - scientifico di Terni di dotarla di Dipartimenti e centri di ricerca strategici, penso che non debba essere penalizzata la didattica con un depotenziamento degli assi formativi”.
Stufara chiede quindi “uno sforzo sia nel reperire le risorse finanziarie che nel ripensare e riposizionare, senza chiuderlo, il corso di Scienze Politiche per essere funzionale al rilancio economico e sociale di Terni e della regione. Dopotutto – conclude - Scienze politiche nacque per l'esigenza di formare una classe dirigente adeguata alle nuove esigenze e sfide. Quelle sfide sono oggi ancora più rilevanti”. RED/as