POLITICA: “L'UMBRIA HA BISOGNO DI UN GOVERNO FORTE E NON DI UN GOVERNICCHIO” - CONFERENZA STAMPA DEI GRUPPI PDL E LEGA NORD: “LA PRESIDENTE MARINI DICA SE ESISTE ANCORA UNA MAGGIORANZA”

I Gruppi consiliari del PdL e Lega Nord hanno tenuto stamani una conferenza stampa convocata a seguito dei fatti accaduti ieri in Aula in merito al confronto sul Bilancio di previsione 2011. Gli esponenti di Pdl e Lega Nord, parlano di crisi della maggioranza e chiedono che la presidente Marini un chiarimento all'interno della propria coalizione.

Alla conferenza stampa hanno preso parte: Fiammetta Modena (Portavoce PdL e Lega Nord), Raffaele Nevi (Capogruppo PdL), Gianluca Cirignoni (Capogruppo Lega Nord) e i consiglieri del PdL Rocco Valentino, Maria Rosi, Massimo Mantovani, Andrea Lignani Marchesani, Massimo Monni.

Data:

30 Mar 2011 01:00

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(Acs) Perugia, 30 marzo 2011 - “L'Umbria ha bisogno di un Governo forte e non di un 'governicchio', che possa affrontare le riforme endoregionali non più rimandabili. Per questo quanto accaduto ieri in Consiglio regionale è stato gravissimo perché l'uscita dall'Aula dei Gruppi Idv e Rifondazione comunista non ha riguardato soltanto la questione della termovalorizzazione, ma il voto al collegato al Bilancio. Sul termovalorizzatore scoppierà comunuqe una guerra che non porterà a nulla. Particolarmente preoccupanti e da approfondire le parole di Stufara (capogruppo Prc) e Brutti (Idv) sul fallimento della mediazione politica da parte della presidente Marini e sul condizionamento di alcuni spezzoni della maggioranza da parte di poteri forti estranei all'Aula. Il voto favorevole dell'Udc richiede chiarezza sulla composizione della maggioranza”.

Sono questi i passaggi più importanti emersi nel corso della conferenza stampa di stamani convocata dai Gruppi consiliari del PdL e Lega Nord dopo la seduta consiliare di ieri dove i consiglieri di Rifondazione comunista-Fds (Damiano Stufara e Orfeo Goracci) e quelli dell'Idv (Oliviero Dottorini e Paolo Brutti) sono usciti dall'Aula al momento del voto sul collegato alla manovra di bilancio e il consigliere dell'Udc, Sandra Monacelli ha votato con la maggioranza.

Di fatto gli esponenti dei due partiti dell'opposizione chiedono alla presidente Catiuscia Marini di “aprire una verifica interna alla sua coalizione per comunicare all'Umbria se esiste ancora oggi una maggioranza o se è in balia alle sue fazioni interne”.


 


 

Per Fiammetta Modena (Portavoce PdL e Lega Nord) i fatti politici che si sono verificati ieri in Consiglio regionale sono due. Il primo è che “i due Gruppi consiliari di Rifondazione comunista e Idv – spiega - sono usciti dall'Aula e non hanno votato il collegato. Non si è trattato soltanto della questione dell'emendamento relativo all'individuazione del sito per il termovalorizzatore, ma hanno ritenuto di non votare un atto fondamentale per la legislatura quale il collegato al Bilancio. Il secondo fatto politico - aggiunge - riguarda le dichiarazioni di Stufara (capogruppo Prc-Fds) e di Brutti (consigliere Idv) che hanno testualmente detto di non partecipare al voto perché la presidente Marini non era riuscita nella mediazione politica e, fatto ben più grave, perché spezzoni del PD e non solo, rappresentano e sono condizionati da poter forti estranei al Consiglio regionale. Fatti, questi che – secondo Modena - vanno ben oltre la semplice litigata per i rifiuti. In un anno abbiamo avuto, prima, lo psicodramma legato all'ingresso in Giunta di Stefano Vinti, poi la presidente Marini che si tiene l'assessorato alla Sanità, dove di fatto Emilio Duca (direttore regionale) svolge le mansioni di assessore e al quale sono stati riconosciuti ulteriori 30 mila euro. Quando esprimevamo dubbi su questa maggioranza non avevamo torto. Il bilancio di quest'anno è molto importante, non è di lacrime e sangue come avevano preventivato a causa dei tagli del Governo, ma non sono stati soldi previste risorse per le riforme endoregionali che non sono più rimandabili. L'Udc, con il suo voto favorevole, dimostra confusione e una posizione altalenante”.


 

Raffaele Nevi (capogruppo PdL): “Siamo preoccupati per l'Umbria e non certo per la maggioranza. In questa legislatura vanno affrontate riforme importanti necessarie per vincere le sfide che abbiamo di fronte come il federalismo. Arriviamo invece all'approvazione del bilancio – sottolinea - con una maggioranza che scompare e che addirittura arriva ad accusarsi fino al punto di evidenziare come pezzi di essa non sono autonomi e fanno riferimento a poter forti che li controllerebbero. Stufara ha poi evidenziato che la presidente Marini non è riuscita a mettere un freno a tutto ciò. Quindi siamo di fronte ad una presidente che non riesce ad imporre la linea, ma che pur di restare lì lascia spazio alle scorribande interne alla sua coalizione. Vorremmo però capire bene anche il significato del voto favorevole dell'Udc e dell'assenza del Fli al momento del voto. La presidente Marini si assuma la responsabilità di questa situazione, apra una verifica e comunichi, poi, all'Umbria se esiste ancora una maggioranza”.


 

Gianluca Cirignoni (capogruppo Lega Nord): “Quanto accaduto ieri è utile per far aprire gli occhi agli umbri su una maggioranza che fa anche opposizione con il solo scopo di gestire il potere. L'Idv, che a livello nazionale chiede la testa su chi, a loro dire, ha mani in pasta su affari poco puliti, in Umbria sostiene invece una maggioranza che è rimasta coinvolta nello scandalo 'sanitopoli', e, secondo le dichiarazioni del consigliere Brutti, questa maggioranza, che loro continuano a sostenere, fa affari con poteri non meglio specificati. Se poi, al di là delle affermazioni, l'Idv decide comunque di rimanere al governo, ci troviamo di fronte ad una emergenza democratica”.


 

Andrea Lignani Marchesani (PdL) ha puntato il dito contro “la riforma elettorale voluta dal centrosinistra dove, a differenza delle altre Regioni, chi vince le elezioni acquisisce una maggioranza del 65 per cento precostituita a differenza del 60 per cento delle altre realtà regionali. Se si fosse rimasti in un'ottica prettamente comunale, vale a dire come per l'elezione diretta dei sindaci e come avveniva prima in Regione, oggi avremmo avuto una maggioranza di 18 a 12 e non di 20 a 11. Questa maggioranza si sta reggendo grazie a questa legge elettorale. Se uscisse fuori una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne sarebbe contro lo spirito di questa legge elettorale, e il problema in maggioranza che si è prodotto è di gran lunga più grave di quanto potrebbe avvenire a livello di governo nazionale: la presidente della Regione è stata eletta direttamente con una maggioranza definita, diversamente dal presidente del Consiglio dei Ministri che è 'indicato'”.


 

Massimo Monni (PdL) ha detto che per capire chi sono i poteri forti basta, ad esempio, ricordare una conferenza stampa della Gesenu dove il suo amministratore delegato dettò la locazione del termovalorizzatore a Pietramelina. Anche nel Pd comunque la situazione è critica. Ci sono tre anime: gli ex Ds, ex Margherita e Chiacchieroni che gioca in proprio”.


 

Per Massimo Mantovani (PdL), “Questa maggioranza non è d'accordo su nulla perché ci sono impostazioni diverse. Questo spiega il perché di un tentativo di soccorso bianco. Il modello ulivista squisitamente umbro è entrato definitivamente in crisi”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 30/03/2011