Nuovo welfare studentesco: la mozione di Bori (Pd) dall’Aula in Commissione per approfondimenti

L’atto, denominato "Umbria studiata per studiare", prevede di ampliare le competenze di Adisu e realizzare anche una piena promozione del diritto alla mobilità, all’abitare e alla salute degli studenti

Data:

13 Giu 2023 16:03

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(Acs) Perugia, 13 giugno 2023 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha deciso all’unanimità di approfondire in Commissione i contenuti della mozione “Umbria studiata per studiare” presentata dal consigliere Tommaso Bori (Pd) che vuole impegnare la Giunta a “mettere in atto o implementare, anche in un quadro organico, tutti gli interventi e le politiche utili e necessarie a garantire i più alti livelli possibili di diritto allo studio e di servizi agli studenti e alle studentesse, per fare dell’Umbria una regione d’eccellenza e all’avanguardia in questo campo; ad ampliare le finalità e le competenze di Adisu, nonché conseguentemente la dotazione finanziaria dell’ente”.

In Aula hanno assistito alla discussione numerosi studenti che, al termine della seduta, sono stati a colloquio prima con gli assessori Melasecche e Agabiti e poi con il dirigente della Regione Rossetti. C’è la volontà comune di confrontarsi sui singoli temi e il tavolo di lavoro è stato aperto seduta stante.

“L’obiettivo di questo atto – ha spiegato Bori in Aula – è quello di integrare e sviluppare la concezione di diritto allo studio universitario, estendendo le finalità degli interventi volti a realizzarlo anche una piena promozione del diritto alla mobilità, all’abitare e alla salute; costruire, attorno al nucleo di strumenti e servizi strettamente funzionali alla fruizione del diritto allo studio, un sistema di ‘welfare studentesco’, anche in sinergia con gli altri enti pubblici e componenti attive della società civile, attraverso interventi, agevolazioni, servizi aggiuntivi e altre politiche atte a migliorare e perfezionare l’esperienza formativa e la condizione di vita degli studenti e delle studentesse in Umbria, specialmente nei seguenti ambiti: accesso ai beni e ai servizi di prima necessità, politiche abitative, orientamento e inserimento nel mondo del lavoro, accesso alla cultura, sostegno e promozione di attività culturali, musicali, sociali e aggregative, partecipazione e impegno civico, consapevolezza, prevenzione e salute riproduttiva; benessere e sport. Inoltre si vuole stabilizzare, in accordo con il sistema universitario, la misura di ‘No Tax Area’ a 30mila euro di Isee, rendendo strutturali i fondi necessari; continuare a garantire tutti i fondi necessari alla copertura totale delle borse di studio erogate da Adisu, nonché tutte le altre erogazioni e misure previste; adottare, anche attraverso una pianificazione organica, tutti gli interventi e le politiche necessarie a garantire un completo ed efficiente sistema di mobilità rivolto agli studenti e alle studentesse, in particolare: confermare e rendere strutturale, in accordo con gli altri enti coinvolti, l’abbonamento unico regionale annuale per gli studenti universitari a 60 euro, ampliandone la platea anche alle popolazioni studentesche che risultano attualmente escluse, vale a dire gli iscritti agli altri istituti di istruzione terziaria umbri, specializzandi e dottorandi dell’Università degli studi di Perugia e dell’Università per Stranieri di Perugia, studenti e studentesse che usufruiscono del cosiddetto semestre aggiuntivo. Per quanto riguarda la mobilità, istituire, insieme ai Comuni, ad Adisu e agli altri enti interessati un servizio di mobilità notturna nelle città di Perugia e Terni, rivolto soprattutto alle esigenze della popolazione studentesca universitaria, anche implementando e stabilizzando progetti già esistenti; promuovere una vera riforma dell’offerta di mobilità nel territorio regionale sulla base delle esigenze della popolazione studentesca, al fine di rendere agevoli ed efficienti i collegamenti dentro la città capoluogo e tra di essa e le altre città che ospitano poli universitari distaccati”.

La mozione propone anche di “intervenire attraverso un apposito piano per la residenzialità studentesca universitaria, con una serie di misure organiche e coordinate. Fra gli altri obiettivi l’istituzione di un Osservatorio regionale per la residenzialità universitaria. Inoltre adottare progetti e interventi mirati, di concerto con le strutture ospedaliere e sanitarie nonché con le istituzioni universitarie coinvolte, volti a garantire pienamente il diritto alla salute fisica e mentale per la popolazione studentesca. In particolare tramite: l’erogazione di servizi di medicina base agli studenti e alle studentesse fuori sede, ai quali attualmente non è pienamente garantito l’accesso al servizio sanitario nella sede di studio; agevolare l’accesso ai servizi sanitari per le fasce più deboli, come ad esempio gli studenti borsisti e gli studenti extracomunitari, anche prevedendo l’iscrizione gratuita d’ufficio al SSN per quest’ultima categoria. Va promossa anche l’istituzione di specifici servizi, gratuiti o fortemente agevolati, di assistenza psicologica e cura della salute mentale rivolti alla popolazione studentesca. L’atto prevede dunque la costruzione di un vero e proprio sistema di “welfare studentesco”, attraverso la previsione di “interventi, agevolazioni, servizi aggiuntivi e altre politiche atte a migliorare e perfezionare l’esperienza formativa e di vita degli studenti e delle studentesse in Umbria”. Anche misure di sostegno e promozione alle attività culturali, musicali, sociali e aggregative, sia quelle rivolte alla comunità studentesca che quelle organizzate e intraprese da studenti e studentesse, in particolare adottando misure che agevolino l’accesso a spazi e finanziamenti, nonché tramite politiche fiscali mirate. Progetti e interventi volti alla promozione della partecipazione e dell’impegno civico. Politiche atte a rafforzare la consapevolezza, l’educazione e gli strumenti in ambito di salute sessuale e riproduttiva, in particolare attraverso agevolazioni per l’accesso a dispositivi anticoncezionali e di protezione sessuale e progetti di sensibilizzazione, informazione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Agevolazioni e interventi volti a promuovere il benessere fisico e mentale e l’accesso allo sport, anche tramite convenzioni mirate”.

Prima della decisione del rinvio in Commissione sono intervenuti alcuni consiglieri e due assessori

INTERVENTI

Andrea Fora (Patto civico): “il tema richiede un’attenzione particolare da parte di tutti gli schieramenti politici: mi soffermo su uno dei punti, sul tema della disponibilità degli alloggi l’Italia ha il dato peggiore rispetto alle altre nazioni europee e l’Umbria ha il dato peggiore a livello nazionale. Con Perugia città universitaria la criticità è evidente. Bisogna prendersi in carico l’accoglienza degli studenti considerandolo non solo un obbligo ma anche vettore economico e sociale importante. Oggi Perugia non è più la città degli studenti”.

Enrico Melasecche (assessore regionale): “la mobilità studentesca e universitaria ha di per sé una rilevanza tale da sconsigliarne un approccio separato rispetto all’organizzazione del TPL tout-court; la programmazione degli Enti Locali, al contrario, dovrebbe considerarla come uno dei pilastri fondamentali della domanda da soddisfare, tanto più da parte delle città con forte presenza universitaria, anche proveniente da altre regioni o dall’estero; conseguentemente l’elaborazione di linee universitarie straordinarie o notturne appare una soluzione poco professionale e di ripiego rispetto ad una attenta programmazione del TPL in tutte le ore del giorno e della notte, con le opportune pesature che proprio da una gestione complessiva porta anche ad economie di scala. La linea GIMO di qualche anno fa, i cui risultati erano comunque piuttosto scarsi, in relazione alle performance che sono richieste obbligatoriamente al TPL per la sua finanziabilità da parte del Fondo Nazionale Trasporti, era partita grazie alla promessa di copertura finanziaria (circa 90mila euro anno) da parte della Regione, per mezzo dell’allora assessore ai trasporti Chianella, per scontrarsi poi con l’incapacità del bilancio regionale di allora nel settore trasporti che incrementava il debito senza far fronte puntualmente ai pagamenti nei confronti delle tre società che gestiscono in Umbria il TPL. Il debito prodotto dal GIMO è andato a far parte dei crediti mai riscossi dalla concessionaria Ishtar scarl che solo recentemente, questa giunta, grazie alla transazione stragiudiziale intercorsa con le concessionarie dei tre bacini, è riuscita a chiudere facendosi carico anche di questo problema. La Regione è stata attore fondamentale nella introduzione della sperimentazione in Umbria, relativa all’anno accademico 2022-23 dell’abbonamento Pass TPL Umbria – Unipg per molteplici aspetti, a cominciare dalla somma investita, di gran lunga più rilevante rispetto agli altri attori pubblici (Comune e Università, ndr.), derivante da finanziamenti non replicabili negli anni successivi, come è stato evidenziato fin dall’inizio in modo molto chiaro e ribadito ripetutamente nel corso degli incontri avvenuti in Assessorato, somma che a causa del numero effettivo degli aderenti, imporrà a tutti gli attori il reperimento di ulteriori risorse che, per il bilancio della Regione, già rigidissimo in ragione dell’indispensabile cofinanziamento dei fondi europei, non sarà di certo facile reperire. Una manovra pensata sulle stime dell’Ateneo che mostravano una propensione all’utilizzo del Pass da parte del 94% degli studenti, a fronte di un’effettiva partecipazione (dati al 31 maggio) inferiore ai 13mila studenti, ovvero meno del 50%. I risultati della sperimentazione appaiono pertanto nostro malgrado, così come impostata in questa prima formulazione, assolutamente incompatibili con una prosecuzione dell’iniziativa nei termini riportati. Tuttavia la Regione ritiene grave perdere tale grande opportunità ed ha quindi invitato formalmente le Università ad un diverso impegno organizzativo delle stesse. Gli atenei dovrebbero seguire l’esempio già intrapreso da altre Università, quale quella di Firenze, garantendo l’intrinseco equilibrio finanziario con l’integrazione nell’iscrizione annuale di tutti gli studenti del pagamento della somma di 60 euro, quale corrispettivo per il Pass regionale che, fino a quando rimarrà la misura governativa del bonus trasporti, risulta di fatto gratuita per tutti gli studenti, salvo poche unità che superano un certo livello di ISEE. Questa operazione, tra l’altro, oltre a permettere la prosecuzione dell’iniziativa, molto gradita dalla popolazione studentesca, solleva indefinitamente nel tempo gli Enti territoriali e la stessa Università da impegni finanziari sempre più gravosi andando di fatto ad utilizzare il bonus del Governo in un circuito virtuoso che vedrebbe la soddisfazione generale degli Enti partecipanti e di tutti gli studenti. Condizione vincolante sarà che le tre società che gestiscono il TPL in Umbria confermino le condizioni ad oggi praticate dopo aver approfondito il delicatissimo equilibrio che deve rimanere fra gli introiti che vengono a cessare negli abbonamenti tradizionali e nella bigliettazione ordinaria rispetto ai nuovi abbonamenti fortemente agevolati e ribassati perché la creazione di valore che rende originale ed interessante la sperimentazione coraggiosa oggi attivata ha nel presupposto fondamentale ‘aderiamo tutti per pagare molto meno’ la condizione essenziale per la sua possibile strutturazione per gli anni a venire, cosa che la Regione auspica fortemente”.

Stefano Pastorelli (Lega): “è un tema che sta a cuore alla maggioranza, questo governo regionale sta facendo qualcosa in più della precedente amministrazione, come rilevato dall’assessore. Vogliamo mettere a terra proposte valide. L’impegno da prendere è molto serio, per cui propongo di riportare la mozione in Commissione in modo da analizzarla con la serietà e la concretezza necessarie”.

Simona Meloni (Pd): “positivo che l’Aula stia dimostrando grande attenzione al tema, questa è una mozione completa, che tocca tutti gli aspetti del vivere studentesco, a cominciare dal diritto allo studio. Occorre integrare e ripensare l’impianto del welfare. Giusto il rafforzamento Adisu, la conferma delle borse di studio, l’attenzione alle cure sanitarie, il welfare. Importante l’individuazione di spazi per gli studenti. Temi da approfondire insieme agli studenti, coinvolgendo la Consulta regionale dei giovani”.

Vincenzo Bianconi (Gruppo Misto): “condivido la mozione ‘Umbria studiata per studiare’, con ambizione di far diventare la nostra regione un gran bel posto dove vivere. Serve investire sui giovani, costruire modello competitivo, cambiare il modo di affrontare il quotidiano. Dopo lo studio, occorre migliorare il passaggio dalla fine degli studi all’ingresso nel mondo del lavoro, se cambia cambierà anche la produttività economica della regione. Il modello economico può essere rivisto”.

Paola Agabiti (assessore regionale): “il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali, caposaldo del riconoscimento del merito. Molte sono le azioni attuate dalla Regione, borse di studio per 15 milioni 800mila euro, a 5070 studenti. Contributo straordinario ai ragazzi di 1500 euro per ogni studente fuori sede, per i posti letto investiti 900mila euro, contributi a 142 studenti. Rispetto a questo siamo stati la prima Regione ad attuarlo. Utile una verifica di quanto stanno facendo le altre Regioni, se ci sono cose da fare nessun problema, se fanno meglio di noi, ma è difficile trovare investimenti come da noi. Per la no tax area 2022-23 stanziati 495mila euro, ulteriori 300mila ad altri soggetti beneficiari a settembre, previa avvenuto pagamento delle tasse universitarie. Per il servizio Adibus previsione spesa di 80mila euro. Chiesta l’implementazione delle corse giornaliere. Per quanto riguarda altre richieste contenute nella mozione, molte sono già avviate, vedi attività culturali e aggregative, tirocini culturali, collaborazioni retribuite, concorsi a premi proposti da Adisu, convenzioni per scontistica, spettacoli dal vivo, culturali e teatrali a 1 euro. Vi sono convenzioni in stipula per l’accesso agli impianti sportivi. Per il benessere psicologico firmato con l’Ordine degli psicologi un protocollo di intesa per la salute degli studenti. Nel 2023 con una spesa di 16mila euro per un monte di ore 218, sono stati supportati 300 studenti. Sul Piano della residenzialità universitaria studentesca vi è già una prima mozione sul potenziamento dei posti letto anche nel ternano. Adisu ha espletato procedure per l’acquisizione di posti letto. A Perugia su agraria c’è stato un differimento del termine lavori per 245 studenti, dal prossimo anno accademico oltre 100 posti disponibili. Altri 200 posti letto nel collegio San Francesco, con 2 milioni 883mila euro, intervento con finanziamento regionale per 40 posti letto. Via Bontempi c’è la gara Adisu con altri 30 posti letto per 150mila euro. Anche l’immobile Ater dell’Ottagono vede lavori in corso per 74 posti letto. Siamo in fase di valutazione con il Comune di Perugia per il fabbricato presso la stazione Fontivegge, per realizzare uno studentato con altri 100 posti letto. Si può sempre fare di più ma non siamo stati a guardare, sono state recepite istanze e difficoltà degli studenti, siamo a disposizione per un confronto che ci sarà, anche in commissione”.

In conclusione, Bori ha accettato il rinvio in Commissione e ringraziato tutti: “è la prima volta che in quest’Aula si porta un atto integrato sul diritto allo studio. Sono favorevole a portare la mozione in Commissione ma di quello che ha detto Melasecche condivido poco o niente, la realtà è diversa. Sul tema della casa, del diritto alla possibilità di studiare, sostegni, no tax area, anche sul diritto a socialità, cultura, sport non vogliamo passi indietro ma un un nuovo welfare studentesco. Non basta garantire un pezzo di carta, devono uscire cittadini, non solo lavoratori. Importante ascoltare gli studenti su scelte che per loro sono fondamentali”. 

Gli studenti: nell’incontro con gli assessori hanno fatto notare che il numero insufficiente di adesioni all’abbonamento per il trasporto è dovuto anche al ritardo, inizi di novembre, con cui è giunta l’iniziativa: molti avevano già rinnovato. Il numero di 19mila è difficilmente raggiungibile: alcuni studiano a distanza, altri non seguono le lezioni e altri ancora usano l’auto propria. Per la mobilità notturna basterebbe un piccolo stanziamento ulteriore di risorse per rendere funzionale del tutto Adibus, con una seconda corsa su San Sisto. Gli studenti sono sempre più costretti, per via dei prezzi alti, ad andare a vivere in periferia, dove mancano servizi. Sui posti letto i conti li hanno fatti anche gli studenti, prevedendo che nonostante i numerosi posti letto aggiuntivi resteranno fuori ancora molti studenti, idonei non beneficiari. Fra questi pendolari con disagio e studenti che non hanno trovato o non hanno potuto affittare una casa. Inoltre i contributi sono stati erogati in ritardo, nel marzo 2023, quando la casa non si trova più e nemmeno può essere rispettato uno dei requisiti, quello dei 10 mesi di affitto per poterne usufruire. PG

Ultimo aggiornamento: 30/06/2023