(Acs) Perugia, 4 settembre 2012 – Dall'entrata in vigore, nel 2008, della legge che ha istituito il Fondo di emergenza per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul lavoro (legge regionale “1/2008”), sono stati erogati 561mila euro a 42 famiglie, ma altre 12 famiglie sono in attesa dell'aiuto economico previsto dalla legge regionale. La Regione Umbria ha stanziato quanto doveva, ma la legge aveva previsto altri contributi che sono venuti meno. Sono quelli che avrebbero dovuto essere messi a disposizione dal Comitato composto da Anci, Upi, Cgil, Cisl, Uil, Confindustria umbra, Confapi, Cna, Casa, Confartigianato, Claai, Cia, Confagricoltura, Coldiretti, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Lega Coop e Anmil. Lo prevede il regolamento su cui la Terza commissione consiliare, riunita a Palazzo Cesaroni alla presenza dell'assessore Carla Casciari, erachiamata ad esprimere il parere. La proposta della Giunta prevede anche di abbassare i rimborsi destinati alle famiglie per poterli garantire a tutti, ma l'orientamento della Commissione è di garantirli subito, ricorrendo al bilancio regionale.
La crisi economica attuale e i tagli dei conferimenti agli enti pubblici hanno influito sul mancato apporto dei soggetti facenti parte del Comitato e la legge, fino ad oggi, è stata finanziata solo dalle poste in bilancio della Regione e dalle somme erogate da due enti bilaterali: Fimila (Fondo indennità malattia infortunio lavoratori agricoli) con 30mila euro ed Ebrau (Ente bilaterale regionale artigianato umbro) con 10mila euro. L'assessorato ha promosso anche una raccolta, che sta dando risultati, presso enti, associazioni e aziende per arrivare a coprire la cifra mancante, circa 120mila euro l'anno, per poter assicurare alle famiglie delle vittime sul lavoro le somme previste dalla legge, che variano a seconda del numero dei figli della famiglia colpita dal lutto o dalla presenza di portatori di handicap nel nucleo. In media 11mila e 300 euro, con punte di quasi 20mila per i nuclei più numerosi e disagiati. 
I membri della Commissione presieduta da Massimo Buconi hanno quindi chiesto all'assessore Casciari, prima di esprimere il parere sulle modifiche al Regolamento attuativo della Giunta, di poter disporre di dati analitici più precisi sulle somme erogate e di predisporre al più presto, prelevando il necessario dal bilancio della Regione, l'erogazione di quanto spetta alle 12 famiglie che hanno perso un congiunto nel 2011 e non hanno ancora percepito nulla. 
Per Franco Zaffini (Fare Italia) la Regione deve rimediare subito, “per non tradire lo spirito della legge, che in sostanza era quello di pagare almeno le spese per il funerale prima dell'intervento dell'Inail, per il quale si attendono, a volte, anche dei mesi. In periodi come quello attuale – ha detto Zaffini – è indispensabile non disattendere le aspettative, soprattutto in casi drammatici come questi”. Il consigliere Gianluca Cirignoni (Lega Nord) ha affermato che “stante l'esiguità delle somme da erogare al limitato numero di famiglie colpite da un evento così grave come la perdita di chi, spesso, è l'unico a riportare a casa uno stipendio, e viste le poste milionarie stanziate nel bilancio della Regione per cose forse meno importanti, è necessario un impegno forte per garantire a quelle famiglie quanto loro spetta, anche attingendo ai fondi di riserva”. Anche Paolo Brutti (IdV) ha chiesto un “impegno forte della Regione attraverso le risorse del proprio bilancio e non affidandosi alla 'buona volontà' dei partner componenti il Comitato che – secondo Brutti – a questo punto va abolito. Facciamo una sanatoria – ha aggiunto – e poi cambiamo la legge”. Il capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara, ha chiesto all'assessore “elementi più analitici per vedere più a fondo”, ed ha espresso perplessità per un provvedimento “che va a ridurre queste tipologie di beneficio, applicate a casi così drammatici”. 
Il presidente della Commissione, Massimo Buconi, ha pertanto invitato l'assessore Casciari a riferire alla Giunta delle richieste espresse dai consiglieri regionali: “Occorrono dati più precisi e la certezza di essere tempestivi, garantendo il minimo grazie al bilancio regionale. Pochi soldi, ma subito – ha aggiunto – e se necessario modificare la legge del 2008”. PG/pg