(Acs) Perugia, 26 settembre 2013 - Difficoltà nella gestione della fase di attuazione di una riforma che risente di forti carenze normative e di “un reale spirito riformatore” a livello nazionale; necessità di copertura del fabbisogno finanziario del bilancio 2013; problemi legati alla gestione delle risorse umane per la mancata attivazione delle Unioni speciali dei Comuni; assenza di risorse per la gestione del Parco fluviale del Tevere; stallo nella programmazione di interventi. Sono i punti centrali dell'audizione del commissario liquidatore della della Comunità montana Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte (Onat), Stefano Bigaroni e del direttore Gianpiero Lattanzi che si è svolta oggi al Comitato di monitoraggio e vigilanza presieduto da Maria Rosi.
Con la riunione odierna si completa quindi il programma di audizioni con i commissari delle Comunità montane avviato il 26 luglio scorso dal Comitato per fare il punto sullo stato di attuazione della legge “18/2011” (cosiddetta Riforma endoregionale). La presidente Rosi ha spiegato che le “criticità e le problematiche emerse nel corso degli incontri necessitano di un approfondimento e di una riflessione ulteriore, cui sarà dedicata la prossima riunione del Comitato con la partecipazione della presidente Marini, che convocheremo in audizione anche in merito alla legge sulla semplificazione amministrativa (“8/2011”). È indispensabile – ha sottolineato Rosi – verificare tutte le questioni che si frappongono all'attuazione di una riforma incisiva e complessa che sta correndo il rischio di non produrre effetti positivi. Le difficoltà dei commissari liquidatori e dei Comuni debbono quindi trovare una particolare attenzione da parte dell'Esecutivo regionale per correggere in corso d'opera un processo che rischia di arenarsi”.
GLI INTERVENTI.
STEFANO BIGARONI (commissario liquidatore della Comunità montana Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte-Onat) ha sottolineato in primo luogo la “difficoltà dell'attuazione di una riforma così importante come quella definita dalla legge '18/2011' inserita in un contesto normativo generale in cui manca un reale spirito riformatore a livello nazionale. Con incertezze, ripensamenti e situazioni di stallo come quella relativa al futuro delle Province che incidono negativamente sul processo di riforma endoregionale avviato, contribuendo a dilatare i tempi di costituzione delle Unioni speciali. Per non parlare della negativa riproposizione di un neo-centralismo statale. Nella costruzione dei contenuti della riforma endoregionale è mancato inoltre un reale protagonismo e coinvolgimento degli enti locali che rischiano ora di vivere queste innovazioni più come onere che come risorsa. La Regione ha tentato di avviare un profondo processo riformatore, ma la carenza di strumenti e indirizzi normativi precisi a livello nazionale rischia di pregiudicarne i possibili benefici. La costituzione dell'Agenzia forestale, se da un lato ha semplificato la governance e ottimizzato le risorse, dall'altro sta facendo venir meno quel rapporto diretto con i territori che fino a oggi ha prodotto interventi di qualità. La dilazione dei tempi di costituzione delle Unioni comporta la estrema difficoltà di attivare programmi di lungo termine. Il quadro incerto e i riferimenti non chiari sulla gestione del personale hanno comportato il mancato apporto di personale qualificato alle costituende Unioni comunali”.
GIANPIERO LATTANZI (direttore Onat): “La nostra Comunità montana si trova in una situazione meno difficile di altre. Il personale attualmente in forza, dopo il trasferimento di una quota all'Agenzia forestale regionale, è numericamente adeguato ed equilibrato, nel rapporto tra ruoli direttivi ed operativi, per le future piante organiche delle costituende Unioni speciali, in particolare per quella del Ternano-Amerino-Narnese. Certamente la mancata coincidenza dell'avvio dell'Agenzia regionale e delle Unioni speciali ha comportato la 'perdita' di risorse professionali 'interessanti' per le Unioni. Il personale attualmente in forza è costituito da 37 unità, di cui tre in corso di trasferimento ad altri enti. L'esercizio 2012 si è chiuso con un disavanzo di 1milione 291 mila euro, tutte riferite a spese di esercizio e di personale, salvo una parte di 543mila euro da mancata alienazione di patrimonio. Gli indirizzi regionali individuano nell'alienazione di patrimonio la possibilità di copertura dei disavanzi. Nel bilancio 2013, redatto riducendo all'osso le spese, registriamo 325mila euro in meno rispetto al fabbisogno, a cui andrebbe a sommarsi l'eventuale mancato introito delle quote associative che alcuni Comuni hanno già dichiarato di non poter versare. Il fabbisogno per la nostra Comunità montana, come per altre del resto, è quindi superiore a quel 15 per cento in meno che la Regione non ha riconosciuto nel fondo 2013. E stimiamo che per le cinque Comunità sia di 2milioni 100mila euro circa”.
Sollecitato da alcune richieste di chiarimento del consigliere Andrea Smacchi (PD), sulla questione mutui, contenzioso, e gestione Parchi, Lattanzi ha spiegato che il contenzioso della Onat ammonta a “300/400 mila euro, per sanzioni e oneri concessori non pagate”. I mutui in essere sono tutti coperti dallo Stato eccetto una piccola parte nel territorio del Monte Peglia e Ripa di Meana per interventi su singoli Comuni “e questo dell'accollo dei mutui ai Comuni – ha ricordato Smacchi - rimane un problema aperto per i limiti posti dal patto di stabilità”. Sulla questione relativa alla gestione dei Parchi regionali (Parco fluviale del Tevere), Lattanzi ha spiegato che le risorse attuali sono pari a zero e che il personale è composto di due unità di cui una utilizzata per le informazioni turistiche e l'altra a supporto delle attività generali dell'ente. TB/