MEDIAZIONE CIVILE: “LE ASL NON DOVRANNO PIÙ ELARGIRE SOLDI ALLE ASSICURAZIONI, MA COSTITUIRE UN FONDO PROPRIO CON CUI FARE FRONTE AI RISARCIMENTI” - LA PROPOSTA DI ROSI (PDL)

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11 Nov 2011 00:00

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(Acs)Perugia, 11 novembre 2011 - “La nuova normativa sulla mediazione civile in sanità deve rappresentare una opportunità delle parti in causa: da un lato i cittadini utenti si aspettano che le Aziende sanitarie si pongano nei loro confronti non in maniera necessariamente ostile, ma con disponibilità a riparare i torti da essi subiti, dall'altro, l'occasione offerta dalla mediazione può indurre le Aziende ad offrire la propria disponibilità e comunque un migliore servizio da offrire agli utenti”. Lo scrive, in una nota, Maria Rosi (PdL) per la quale “di fronte a questa opportunità il ruolo della Regione non potrà che essere quello di cambiare rotta sull'aspetto assicurativo fin qui attuato. La nostra proposta sarà quindi chiara e netta: le Asl non dovranno più elargire soldi alle assicurazioni, ma costituire un fondo proprio con cui fare fronte ai risarcimenti (previo parere di perizie in convenzione). Oggi – osserva – le Asl spendono due volte: una per il premio assicurativo e l'altra per i risarcimenti rientranti in franchigia (ad esempio, attualmente la Asl 1 spende oltre tre milioni di euro, oltre ai pagamenti rientranti in franchigia fino a circa un milione)”.


 

Rosi fa notare come la sua proposta per la Regione Umbria sia già stata attuata dal Piemonte, Emilia Romagna, Toscana. In sanità – rimarca - non si deve parlare di riduzione dei costi, ma di tutti quegli sprechi che derivano dall'errata collocazione di professionisti legata al mancato rispetto del criterio della meritocrazia. A tal proposito dobbiamo porci la domanda sul perché molti, per alcune patologie, vanno a curarsi fuori regione producendo di conseguenza un costo per la Regione Umbria. A fronte di ciò è necessario sviluppare e promuovere le eccellenze di cui disponiamo invertendo il flusso a nostro vantaggio”.


 

Per Rosi bisogna puntare “sulla formazione e preparazione dei giovani medici, un 'lavoro' che devono portare avanti i loro colleghi già affermati. Va riequilibrato – conclude l'esponente del PdL - il rapporto tra malato e medico.  In sanità va lasciato spazio soltanto alla meritocrazia e non alle tessere politiche: preparatissimi ed eccellenti medici  spesso non vengono valorizzati perché non rientrano nella scacchiera giusta della politica ”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 11/11/2011