MANOVRA: “MERA CONTRAPPPOSIZIONE IDEOLOGICA DELLA MAGGIORANZA NEI CONFRONTI DEL GOVERNO” – I GRUPPI PDL E LEGA NORD SPIEGANO PERCHE’ NON PARTECIPERANNO DOMANI ALLA SEDUTA CONSILIARE
Il portavoce dell’opposizione (Pdl-Lega), Fiammetta Modena, i presidenti dei gruppi consiliari Pdl e lega nord, Raffaele Nevi e Gianluca Cirignoni, hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa la non partecipazione dei loro gruppi al Consiglio regionale straordinario di domani in cui si discute una mozione della maggioranza sulle ripercussioni della manovra finanziaria governativa.
Per gli esponenti del centrodestra, quella della maggioranza è “una linea di sola e mera contrapposizione ideologica nei confronti dei provvedimenti assunti dal Governo, tesa a trovare un ‘colpevole’ su cui addossare la responsabilità dei tagli e delle scelte inevitabili che in Umbria andranno assunte. Nulla, della discussione consiliare, toccherà i temi veri da affrontare per l’Umbria”. Per Nevi “la maggioranza si è chiusa a riccio per coprire le enormi divisioni interne e le diverse idee su come riformare l’Umbria”.
Data:
22 Lug 2010 01:00
Tempo di lettura:
5 minuti, 56 secondi
(Acs) Perugia, 22 luglio 2010 - La decisione di non partecipare al Consiglio straordinario di domani scaturisce dalla gravissima e irresponsabile linea politica assunta dalla Giunta Marini e dalla sua maggioranza. Una linea di sola e mera contrapposizione ideologica nei confronti dei provvedimenti assunti dal Governo, tesa a trovare un ‘colpevole’ su cui addossare la responsabilità dei tagli e delle scelte inevitabili che in Umbria andranno assunte. Nulla, della discussione consiliare, toccherà i temi veri da affrontare per l’Umbria”. E’ quanto hanno sottolineato, nella conferenza stampa di stamani, Fiammetta Modena (Portavoce opposizione Pdl-Lega), Raffaele Nevi (Presidente gruppo Pdl) e Gianluca Cirignoni (Presidente gruppo Lega nord), nella quale hanno spiegato i motivi per cui non parteciperanno domani alla seduta straordinaria del Consiglio regionale, convocata per discutere una mozione della maggioranza di centro sinistra relativa alle ripercussioni sull’Umbria della manovra finanziaria governativa. Per i gruppi di opposizione, la mozione tende esclusivamente ad attaccare la manovra, “senza uno straccio di riflessione generale sulle misure da adottare. Oltretutto – aggiungono – è stata sottoscritta lo stesso giorno (15 luglio) in cui, in sede di Conferenza delle Regioni veniva firmato all’unanimità un documento che, pur riconoscendo le precedenti posizioni, conteneva la richiesta al Governo di aprire il tavolo per l’applicazione del federalismo fiscale, riequilibrare la ricaduta dei tagli, verificare i costi di funzionamento e si accantonava la decisione di riconsegnare le deleghe”. Fiammetta Modena ha fatto sapere che “i gruppi di minoranza di erano dichiarati disponibili a discutere di ciò in Aula, a patto che la discussione non avesse previsto una sterile contestazione della manovra, ma una riflessione ponderata sulle conseguenze e soprattutto sugli atti immediati da assumere stante il mutato contesto nazionale ed europeo. La maggioranza di centro sinistra, però, invece di scegliere la strada di una convocazione condivisa sul percorso tracciato in sede di conferenza dei capigruppo, ha deciso di utilizzare lo strumento della convocazione straordinaria”. Per Modena, “si è trattato di un teatrino che ci lascia indignati. La maggioranza considera il Consiglio regionale la propria cucina e noi siamo chiamati a lavare i piatti sporchi”. Secondo Raffaele Nevi “la mozione presentata è vergognosa. La maggioranza si è chiusa a riccio per coprire le enormi divisioni interne e le diverse idee su come riformare l’Umbria. Purtroppo – aggiunge - il Consiglio è diventato un teatro e non un luogo di dibattito e confronto. Lo stesso presidente della Conferenza Regioni, Vasco Errani sta portando avanti un tavolo di confronto e discussione con il Governo su come nel 2011 verrà definita la razionalizzazione della spesa pubblica. In Umbria – spiega Nevi - ci troviamo di fronte al vizio del vecchio Partito comunista, bravissimo a mistificare la realtà delle cose. Con la nostra non partecipazione intendiamo dare un segnale forte su certi comportamenti della maggioranza. Mi preme, comunque, ringraziare il presidente del Consiglio, Eros Brega, che è stato sconfessato dalla stessa maggioranza poiché, al suo auspicio di un dibattito serio insieme all’opposizione in seduta ordinaria, è giunta la mozione che conosciamo”. Gianluca Cirignoni (Lega nord) si è detto “convinto” della scelta presa insieme al Pdl e ha giudicato la mozione “superata e fuori tempo massimo che crea soltanto una profonda divisione dell’Aula. Siamo di fronte a una maggioranza alle prese con profonde liti interne e aspirazioni particolari di Idv e Rifondazione comunista. La manovra era necessaria per limitare il debito pubblico senza andare mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Del resto l’aumento medio dei costi delle Regioni, equivalente al 50 per cento (dati Cgia Mestre) hanno reso inevitabile gli interventi governativi. Con l’avvento del federalismo fiscale- dice Cirignoni, se l’Umbria saprà valorizzare le proprie risorse e nel contempo diminuire le spese amministrative e burocratiche potrà avere un buon futuro. Ad oggi la Regione Umbria, per il suo mantenimento, spende molto più di quelle confinanti. Non sono più rinviabili le riforme endoregionali per raggiungere l’importante obiettivo di maggiori servizi e meno spese”. In conclusione, per Pdl e Lega nord, con la discussione della mozione in sede straordinaria del Consiglio regionale si è di fronte “ad una furbata di basso profilo, tesa solo a mistificare la realtà dei fatti. Quando la maggioranza sarà maturata da un punto di vista istituzionale troverà una opposizione pronta a discutere. Oggi queste condizioni non sussistono”. SCHEDA. I TEMI SU CUI PDL E LEGA NORD SONO DISPONIBILI AL CONFRONTO Oggi l’Umbria deve decidere (in base al documento unitario delle Regioni e all’art 14 commi 1 e 2 della manovra): A) con quali numeri e criteri aprirà il confronto sul federalismo fiscale. Non è solo una previsione del documento firmato dai Presidenti delle regioni. Già nella relazione presentata dal Ministro Tremonti al Consiglio dei Ministri e nelle schede tecniche che accompagnano il testo della manovra alla Camera il bilancio dell’Umbria è stato reso omogeneo per funzioni a quello delle altre regioni. E’ evidente che l’Umbria deve attrezzarsi ad un mutato controllo della finanza pubblica. (si allegano le schede) B) l’articolo 14 comma due della Manovra prevede che sono ridotte le risorse statali a qualunque titolo spettanti alle regioni . Il calcolo della riduzione quindi va fatto con criteri diversi rispetto alle sole risorse trasferite. C) sempre l’art 14 prevede inoltre che le riduzioni vengono ripartire secondo criteri e modalità stabiliti in sede di Conferenza stato-regioni secondo tre principi di base: 1-la adozione delle misure idonee per assicurare il patto di stabilità interno e la minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente (l’Umbria può trovarsi in difficoltà sul secondo punto) 2 - quali misure devono essere adottate per l’azioni di contrasto al fenomeno dei falsi invalidi (abbiamo la percentuale più alta del 6,8% e dobbiamo cambiare marcia) 3 - adozione di misure di contenimento della spesa sanitaria. (l’Umbria non parte da una situazione di deficit, ed è un vantaggio). Dovendo affrontare la partita dei criteri e delle modalità in sede di conferenza Stato regioni, l’Umbria regione piccola con eccessiva spesa pubblica, deve decidere quale posizione vada tenuta in sede di Conferenza e quali siano i migliori criteri. D) La manovra non è solo tagli, ma anche e soprattutto libertà di impresa e lotta alla evasione. Su questi punti l’Umbria deve rapidamente adeguare la propria normativa . Ci riferiamo in particolare all’art 49. E) Il federalismo demaniale sarà presto una realtà: quanto possiamo ricavare da una oculata gestione dei beni che saranno attribuiti agli enti locali e alla regione. Il 75% del ricavo dei beni venduti va a ripianare il debito. E’ evidente che questa è una opportunità da utilizzare nel quadro complessivo dei conti pubblici. F) La opposizione in Consiglio regionale chiede di discutere sul un nuovo modello organizzativo che la nostra regione si deve dare a fronte del mutato quadro europeo e nazionale. Il rischio dell’aggressione finanziaria del nostro debito pubblico impone una svolta radicale, da ottenere in tempi rapidi, senza indugi. I temi sono noti: è’ finita l’epoca delle entità sovra comunali, (le funzioni ruotano intorno ai Comuni o, al massimo alle Unioni). E’ finita l’epoca delle società partecipate, dei loro bilanci incontrollabili democraticamente e finanziariamente. E’ finita l’epoca delle troppe Asl e degli enti inutili. Noi riteniamo che vada aperto un confronto chiaro con il mondo economico, consentendogli di riapprovarsi di larghe fette di mercato occupate dal Pubblico, con un patto chiaro in termini occupazionali. As/AS