(Acs) Perugia, 14 luglio 2010 – “La manovra finanziaria varata dal governo nazionale nasce da due esigenze: far fronte alla crisi economica che sta attraversando il mondo intero e ottemperare agli impegni assunti a Bruxelles. Per alcuni è una manovra impopolare, che produrrà i suoi effetti anche sugli enti locali, ma di certo è un provvedimento che ha portato tutti gli amministratori pubblici a ripensare e riorganizzare la propria macchina, a renderla più efficiente, a ragionare in una logica di risparmio e non più di sprechi. Su questo fronte, il margine d’azione è ancora, purtroppo, molto ampio”. Questa è l’opinione sulle misure emanate dal governo espressa dii consiglieri regionali del Pdl Massimo Monni e Rocco Valentino. “Per anni - spiegano i due esponenti del Pdl- , le maglie della macchina organizzativa-burocratica si sono allargate a dismisura rispondendo a logiche di partito, di spartizione dei poteri e delle poltrone. Si pensi ai diversi Ater presenti in Umbria, agli Ambiti territoriali, ai tanti doppioni inutili per la collettività ma necessari per qualche partito. Oggi, la manovra ha, tra l’altro, il pregio di azzerare questo modo di operare a favore di uno più trasparente e rispettoso dei cittadini e del bene delle comunità.”.
“Le misure contenute nella manovra – proseguono - sono ‘adeguate’, come ha ricordato il ministro Tremonti. Una manovra migliorata in Parlamento che ha visto confrontarsi più volte Stato-Regioni, a dimostrazione dell’apertura e del dialogo del governo. Come attesta anche l’accordo Anci-Governo sottoscritto dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Il sindaco di Perugia Boccali, tra l'altro presidente dell'Anci Umbria, in netta contrapposizione al sindaco di centrosinistra Chiamparino, continua ad attaccare la manovra anziché razionalizzare sprechi e spese. La sua incapacità di progettare nuove soluzioni, è celata – dicono i consiglieri del Pdl - sotto l'arrogante presunzione di mettere avanti la manovra per aumentare tasse e tariffe a scapito, naturalmente, dei cittadini”.
“Ciò che il governo chiede ora agli enti locali, ed anche a se stesso, è maggiore rigore. E’ questa – affermano i due consiglieri - la linea da perseguire. Occorre rimboccarsi le maniche, ripensare a nuovi modi di gestione della cosa pubblica, a una visione meno localistica e più globale. Non è poi così differente da quanto sta facendo l’Unione europea, con i suoi finanziamenti direzionati non verso singoli progetti, ma a favore di iniziative che vedono lavorare in modo sinergico città e paesi diversi. C’è bisogno di uno scatto di qualità, di amministratori capaci di individuare nuove azioni strategiche, nuove linee di indirizzo per rilanciare investimenti, creare nuova ricchezza, far ripartire l’economia. Nessuno vuole che sanità e servizi vengano meno, la manovra chiede, al contrario, efficienza e senso di responsabilità da parte di chi amministra. Basta richiamarsi – concludono - alle parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano quando dice che ‘nessuna parte politica può sottrarsi alla responsabilità collettiva di alleggerire in modo decisivo e di consolidare il bilancio pubblico riducendo il debito che noi abbiamo accumulato e che è un pesante fardello sulle nostre spalle’. E di fardelli che portiamo sulle spalle, che i cittadini portano sulle proprie spalle, ce ne sono tanti anche nella nostra regione, ed è tempo di eliminarli”. PG/pg