LIBIA: “INIZIATIVA DI PACE DELL'UMBRIA PER IL RITIRO IMMEDIATO DELL'ITALIA, IL CESSATE DEL FUOCO E IL SOSTEGNO A PROFUGHI E VITTIME” - MOZIONE DI STUFARA E GORACCI (PRC) PRESENTATA A PALAZZO CESARONI

Con  una mozione da discutere in Aula, i consiglieri di Rifondazione comunista Damiano Stufara ed Orfeo Goracci chiedono alla presidente Marini di assumere un’iniziativa nei confronti del governo nazionale, chiedendo l'immediato cessate il fuoco e ritiro dell'Italia dalla coalizione dei volonterosi con un impegno da parte di enti locali, società civile ed associazionismo a favore delle vittime del conflitto e dei profughi. Nel documento si afferma anche che la guerra in corso ha solo il pretesto di aiutare la popolazione civile, ma è impegnata in un duplice controllo, della risorsa petrolio e del mondo arabo scosso da rivolte popolari.

Data:

25 Mar 2011 00:00

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(Acs) Perugia, 25 marzo 2011 – “La guerra in corso in Libia, sotto il pretesto di difendere i diritti della popolazione civile, ha due obiettivi precisi: il controllo del petrolio e il tentativo di riportare sotto il proprio controllo il mondo arabo attraversato nelle settimane scorse da rivolte popolari a sfondo sociale”: parte da questa premessa il testo di una mozione che i consiglieri regionali di Prc, Damiano Stufara e Orfeo Goracci, hanno presentato a Palazzo Cesaroni, perché venga discussa e messa ai voti dell'Aula con il titolo, “Contrarietà della Regione Umbria alla guerra di Libia”.

 

Il testo proposto impegna la Presidente e la Giunta Regionale a farsi  portavoce nei confronti del Governo nazionale, per il ritiro immediato dell'Italia dalla coalizione “dei volenterosi” e per esprimere la contrarietà all'utilizzo del territorio italiano come supporto agli eserciti in guerra e per il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione italiana (“L'Italia ripudia la guerra”). La mozione chiede alla presidente di assumere anche “un'iniziativa nei confronti del Coordinamento nazionale enti locali per la Pace, affinché sia intrapresa da Comuni, Province e Regioni, unitamente alla società civile e al mondo dell’associazionismo, un’immediata mobilitazione per la pace e contro la guerra, per l’immediato cessate il fuoco e il sostegno ai profughi e alle vittime del conflitto”.

 

Nelle premesse al documento si evidenzia che, “l'intervento militare guidato dalla Nato, dagli Usa, da potenze ex coloniali e da stati arabi che in casa loro sparano sulle manifestazioni popolari, non può avere finalità umanitarie, come dimostra il numero dei morti civili in rapida ascesa; ma rappresenta un tentativo di ricolonizzazione e occupazione che contrasta con la carta delle Nazioni Unite e con l’articolo 11 della nostra Costituzione”.

 

Nel documento si parla di “ennesima tragedia imposta al popolo che  allontana la prospettiva di una Libia unita, indipendente, repubblicana e democratica, la sola alternativa ai progetti di spartizione e balcanizzazione che la renderebbero facile preda della voracità delle multinazionali e delle potenze straniere”. 

 

Dopo aver affermato che nella situazione libica “si poteva immediatamente intervenire durante i primi giorni delle rivolte contro Gheddafi, per far cessare il massacro contro i civili, per aprire un corridoio umanitario nei confronti dei ribelli, per garantire protezione e asilo politico ai disertori e ai profughi”, arriva una “netta condanna del regime dispotico di Gheddafi e delle gravi complicità che hanno caratterizzato la relazione tra il governo italiano e quel regime, a cui era stato affidata la repressione e il contenimento ‘manu militari’ dei profughi e degli immigrati”. GC/gc 

 

Ultimo aggiornamento: 25/03/2011