LEGGE ELETTORALE: RIVEDERE PREMIO DI MAGGIORANZA, SOGLIA DI SBARRAMENTO E SISTEMA DEI COLLEGI - DALL'AUDIZIONE DELLA COMMISSIONE STATUTO CRITICHE ALLE PROPOSTE IN DISCUSSIONE
Si è svolta oggi a Palazzo Cesaroni l'audizione convocata dalla Commissione speciale per le riforme statutarie e regolamentari sulle bozze di legge elettorale regionale. Dagli interventi emerge una generale insoddisfazione sulle scelte di fondo: il collegio unico regionale, il premio di maggioranza, il turno unico, la soglia di sbarramento, i tempi dell'iter di riforma e le firme necessarie per partecipare alle elezioni di maggio 2015.
12 Gen 2015 00:00
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(Acs) Perugia, 12 gennaio 2015 - Collegio unico regionale, premio di maggioranza, turno unico, soglia di sbarramento, tempi dell'iter di riforma della legge e firme necessarie per partecipare alle elezioni di maggio 2015. Sono questi i punti principali intorno a cui si sono concentrati gli interventi dei soggetti che hanno partecipato all'audizione convocata dalla Commissione Statuto dell'Assemblea legislativa dell'Umbria e svoltasi oggi a Palazzo Cesaroni (Perugia). L'organismo, presieduto da Andrea Smacchi, si riunirà martedì 13 e mercoledì 14 gennaio per continuare la discussione su testi e proposte emendative depositate (http://bit.ly/1Bc0o1G, http://bit.ly/1Il3gey), a cui si è aggiunta, dopo il via libera dell'Ufficio si presidenza di oggi, anche la proposta di legge elaborata dal Comitato “Progetto per i territori” e approvata dal Consiglio comunale di Gubbio [scheda a margine].
LE OSSERVAZIONI IN SINTESI. Secondo quanto esposto dai relatori, che hanno espresso serie riserve sulla proposta di legge elettorale predisposta dal Partito democratico e scelta come testo base dalla Commissione speciale, sarebbero varie le criticità da sanare per poter approvare una legge elettorale “condivisa, rappresentativa dei territori e pienamente democratica”. Andrebbe superata l'idea del collegio unico regionale, dato che “riduce la capacità di rappresentanza dei territori più deboli”. Si dovrebbe superare il premio di maggioranza o almeno prevedere una soglia elevata per ottenerlo (tra il 37 e il 45 percento). Sarebbe opportuno ripensare turno unico e possibilità del voto disgiunto. Si doveva arrivare alla riforma delle regole elettorali con maggiore anticipo e cercando di redigere “la norma migliore e più democratica piuttosto che quella più utile a chi già siede in Consiglio regionale”. Andava infine scelto un percorso di revisione della legge elettorale più lineare e che tenesse davvero conto delle indicazioni della Consulta.
GLI INTERVENTI.
I portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato e alla Camera, Tiziana Ciprini e Lucidi, hanno fatto sapere di essere impegnati per motivi istituzionali e che invieranno un testo scritto.
LEOPOLDO DI GIROLAMO (sindaco Terni) ha riportato la presa di posizione del Consiglio comunale di Terni sulla questione dei collegi elettorali: “contrarietà al collegio unico perché riduce la capacità di rappresentanza dei territori più deboli, a causa anche della riduzione del numero dei consiglieri e con la doppia preferenza genere, favorendo di fatto intese su territori più grandi. Necessario mantenere almeno due territori circoscrizionali elettorali”.
MICHELE GUAITINI (Comitato umbro per la democrazia): “Auspico che si correggano pesanti dubbi ed errori sulle proposte ad oggi sul tavolo. Va affrontata la questione dei rilievi di incostituzionalità posti dagli esperti sulla proposta di legge in discussione costituito dal testo base Pd, ed illustrati verbalmente dal presidente dell'Assemblea legislativa regionale. Ritengo poco utile ed efficace l'iniziativa odierna, visto anche che manca parere scritto da costituzionalisti. C'è stata scarsa trasparenza e chiarezza sulle proposte in discussione. Gli emendamenti presentati in Commissione vanno a modificare parte della proposta testo base del Pd e anche la legislazione regionale e nazionale in materia, determinando una certa confusione. I legislatori di Palazzo Cesaroni stanno tentando di aggirare il problema della incostituzionalità non facendo una nuova legge, ma modificando quella vecchia con lo strumento degli emendamenti. Le proposte del Pd e anche del centrodestra sembrano mirate a salvaguardare esclusivamente gli interessi di parte. Sarebbe opportuno che l'elettore potesse esprimere un voto disgiunto. Deve essere realmente rispettata la volontà degli elettori, evitando un premio di maggioranza che vada a comprometterla”.
GIULIANO GRANOCCHIA (Sel): “Le proposte di legge e gli emendamenti in discussione dovevano essere illustrati in audizione. Il collegio unico e il sistema delle preferenze di fatto inducono nella competizione elettorale un forte e, da un punto di vista etico anche pericoloso, aumento delle spese delle campagne elettorali. Meglio un collegio regionale proporzionale articolato su più collegi territori di non meno di 20 mila elettori. Sbagliato cercare di arrivare a una nuova legge modificando soltanto la vecchia, solo per non incorrere in problemi di incostituzionalità senza essere tra l'altro certi che questi possano essere effettivamente superati. Necessario un premio di maggioranza, ma occorre fare attenzione a come determinarlo, riflettendo ancora meglio su turno unico o doppio. Siamo contrari al voto disgiunto perché potrebbe determinare distorsioni e scelte poco chiare, come pure a una soglia di sbarramento superiore a quella naturale, già alta a causa della riduzione del numero dei consiglieri”.
MAURO VOLPI (Altra Europa con Tsipras): “Forte perplessità per il ritardo con cui si arriverà all'approvazione della nuova normativa. Sarebbe stato opportuno arrivare con congruo anticipo, perché ciò avrebbe contribuito alla chiarezza e alla effettiva parità di opportunità tra le forze politiche e movimenti. Discutibile la scelta di utilizzare il metodo dei maxi emendamenti per evitare nuova legge che poteva essere esposta a problemi incostituzionalità, questione suggerita verbalmente da alcuni esperti, tra cui D'Alimonte che è sociologo e non costituzionalista. Ritengo che nella proposta del Partito democratico il premio di maggioranza sia troppo cospicuo in assenza di una soglia minima. Giudico comunque positivamente l'abolizione del listino del presidente e la doppia preferenza di genere. Appare interessante quanto previsto dalla proposta di legge approvata a Gubbio rispetto all'assegnazione dei seggi (metà nei collegi elettorali e gli altri con il proporzionale). Il premio di maggioranza previsto dovrà essere tale da non stravolgere i contenuti della decisione della Corte costituzionale, ma così come risulta nella proposta appare abnorme: con il 40 per cento dei voti non si si possono prendere il 60 per cento dei seggi. Il premio maggioranza è utilizzato solo su due Paesi in Europa: Italia e Grecia. Le soglie di sbarramento sono limitative per una effettiva partecipazione. Andrebbe avviato un confronto sul futuro della Regione Umbria visto che le elezioni del 2015 rischiano di essere le ultime della sua storia, e per questo la X legislatura dovrà vedere un'ampia rappresentanza dei territori in Aula. Sulla questione governabilità, posta a sostegno del premio di maggioranza: con l'elezione diretta il presidente tiene in mano le sorti dell'Assemblea e può quindi trovare una maggioranza anche all'interno del Consiglio, se essa non scaturisce dalle urne”.
GIOVANNI CECCOTTI, STEFANO MORETTI, ANGELO PETTINACCI, MICHELE RICCARDI E GIOVANNI MENICHETTI (Progetto per i territori) hanno spiegato i contenuti della proposta di legge elettorale depositata, mettendo particolarmente in evidenza la necessità di coinvolgere i territori, anche marginali, garantendogli una adeguata rappresentanza all'interno di una Assemblea legislativa che altrimenti rischia di contare solo su consiglieri eletti a Perugia e Terni, a danno della democrazia e della partecipazione al voto dei cittadini, “i due terzi circa degli umbri”, che non risiedono nelle due città capoluogo.
AMATO JOHN DE PAULIS (Alternativa riformista): “Grave che la legge elettorale non sia ancora stata approvata e che ad ogni turno elettorale debbano essere cambiate le regole. Serve una norma che possa valere anche per il futuro, che non preveda un premio di maggioranza, che garantisca un ampio diritto di voto anche riducendo il numero delle firme da raccogliere. Tutto questo ricordando che l'Europa invita a non modificare la legge elettorale nei mesi che precedono il voto”.
* LEGGE ELETTORALE REGIONALE. PROPOSTA “PROGETTO DEI TERRITORI” OBIETTIVI. Garantire la governabilità, allargare la partecipazione alle liste che vogliano concorrere all’amministrazione dell’Umbria e rimettere in mano ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti. IL RISCHIO della bozza di legge regionale ipotizzata dal Pd, con un solo collegio elettorale, è che le aree dell'Umbria più marginali o meno forti politicamente non possano eleggere propri rappresentanti in Consiglio regionale . DOPPIO TURNO. Il premio di maggioranza va allo schieramento che ha raggiunto la soglia del 37 percento sino alla concorrenza di undici consiglieri, se nessuna lista o coalizione lo raggiunge si va al secondo turno. 10 COLLEGI + 10. Il 50 percento dei consiglieri viene eletto con il sistema uninominale, per dare voce ai territori, spronando i partiti a candidare persone che abbiano riscontro e credito nella zona di appartenenza. L’ALTRA METÀ DEI CONSIGLIERI dovrà invece essere eletto con il proporzionale in un collegio regionale unico. LE FIRME. La soglia di firme da raccogliere per partecipare come liste è compresa tra 1.500 e 2.000, il 50 percento dei candidati deve essere donna e non ci sono posti riservati per nessuno, nemmeno per il candidato presidente che arriva secondo (che risulta eletto soltanto se si candida nella quota proporzionale e prende più voti degli altri candidati consiglieri). TB/MP