Legge di stabilità 2026 e Bilancio 2026-2028 della Regione Umbria
L’Assemblea legislativa sta esaminando i due atti proposti dalla Giunta. Interventi del relatore di maggioranza, Francesco Filipponi (Pd), del relatore di minoranza, Paola Agabiti (FdI) e dell’assessore Tommaso Bori
23 Dic 2025 15:22
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(Acs) Perugia, 23 dicembre 2025 – L’Assemblea legislativa ha iniziato l’esame dei due atti predisposti dalla Giunta: “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2026-2028 della Regione Umbria (Legge di stabilità regionale 2026)” e “Bilancio di previsione della Regione Umbria 2026-2028”. La discussione si è aperta con la relazione di maggioranza di Francesco Filipponi (Pd), con la relazione di minoranza di Paola Agabiti (FdI) e con l’intervento dell’assessore Tommaso Bori.
Per il RELATORE DI MAGGIORANZA, FRANCESCO FILIPPONI (Pd), “questo è un bilancio di innovazione e discontinuità, che traccia un'Umbria policentrica, con alcune idee di sviluppo fondamentali. Un bilancio che prevede risorse ed entrate di competenza per circa 4 miliardi e mezzo di euro. Il cofinanziamento dei fondi europei garantisce risorse per almeno 300 milioni di euro a garanzia dei servizi agli umbri. A partire dal raddoppio dei fondi per la disabilità. Nel 2025 per l'integrazione scolastica sono stati stanziati 3,7 milioni di euro ulteriori che portano la dotazione per il 2025 a 6,5 milioni e nel triennio previsionale saranno previsti altri 3 milioni per portare la dotazione complessiva del ciclo a 9,5 milioni e mezzo. L'incremento dei fondi Fse per i progetti di vita indipendente ha già due milioni in più nel 2025 e in questo bilancio ci saranno 3 milioni ulteriori nel triennio. Per le gravi e gravissime disabilità sono stati stanziati tre milioni ulteriori nel 2026 e 2027, e per la prima volta in Umbria anche per le gravi disabilità. La Giunta ha previsto un assegno di 300 euro mensili con un bando per le gravi disabilità e nel bilancio ci sono ulteriori 10 milioni di euro per rendere strutturale questa. Il raddoppio dei fondi extra lea per 2 milioni di euro. Il bilancio prevede 62 milioni nel triennio per garantire l'iter della gara per il Tpl e viene sterilizzato ogni tipo di aumento delle tariffe. Per l'housing sociale ci sono 20 milioni di euro dove non c'era nulla, e l'avvio di un nuovo piano casa. Senza dimenticare l’abbonamento al trasporto unico, l'alleggerimento del costo dei libri di testo, il sostegno straordinario alle borse di studio, il finanziamento di nuove residenze universitarie, il supporto al pagamento delle rette per i nidi, misure strutturali per la tutela del demanio idrico, 1,8 milioni per la sostituzione delle caldaie, 9 milioni a sostegno dell’aeroporto, 6 milioni per la manutenzione delle strade. Le politiche per la famiglia hanno 524mila euro, incrementati di ulteriori 918mila euro, per la realizzazione e il potenziamento dei centri per la famiglia. Il bonus nuovi nati prevede mille 200 euro per i chi è nato tra il 4 giugno 2024 e il 31 dicembre 2025, con una dotazione complessiva di 3 milioni 420 mila euro, un milione in più del precedente bando. Ci sono 500 euro una tantum per i nuovi nati tra il 21 settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, con una dotazione di mezzo milione di euro con la possibilità di incremento perché nella nostra regione ogni bambino deve trovare la comunità pronta ad accoglierlo. Ricordo inoltre gli investimenti per lo sviluppo della sanità digitale, per la sicurezza sanitaria, l'interoperabilità e la prossimità; 20 milioni di euro per l'ecosistema; la sanità digitale, con l'unificazione e la messa in rete di strumenti e piattaforme digitali. Sono previste risorse per la chiusura dei lavori per tutte le case di comunità e gli ospedali di comunità dovuti agli investimenti per il Pnrr; i fondi per l’incremento dell’offerta ambulatoriale pubblica. Sono previsti fondi per la completa copertura del piano assunzionale in sanità e per la copertura dei Lea nel nuovo piano socio-sanitario che stiamo costruendo. Con la Legge di stabilità 2026 la Regione Umbria aggiorna il proprio quadro di spesa flessibile; sostiene interventi sociali e sanitari mirati; riorganizza il patrimonio immobiliare; potenzia servizi e strumenti per dipendenti e cittadini; mantiene l’equilibrio finanziario nel rispetto dei vincoli statali. La legge prevede, tra le altre cose, il rifinanziamento fino a 5 milioni euro l'anno del fondo di rotazione per Afor, per anticipazioni su progetti europei, mai attivato fino al 2025; il rifinanziamento delle somme necessarie alla gestione dei Programmi di sviluppo rurale 2014–2022 e del Complemento 2023–2027, recuperate tramite Agea; l’autorizzazione all’acquisto di un immobile in via Cortonese a Perugia per un massimo di centomila euro; 40mila euro all’anno per il sostegno al percorso di superamento della crisi da sovraindebitamento; si rende strutturale la possibilità di finanziare misure di welfare integrativo per i dipendenti della Giunta e dell’Assemblea legislativa; il sostegno alle famiglie numerose con 180mila euro l’anno; 2 milioni di euro l’anno per gli extra Lea. Gli obiettivi del Bilancio di previsione 2026-28, invece, sono la salvaguardia degli equilibri di bilancio, l'aumento delle spese per gli investimenti, l’accelerazione delle spese del ciclo di programmazione 21-27, il consolidamento del finanziamento con risorse regionali del Tpl. Questa manovra si inserisce in una fase storica particolarmente complessa, segnata da una profonda trasformazione delle regole della finanza pubblica, dal progressivo venir meno di risorse straordinarie nazionali e dall’esigenza di consolidare gli effetti degli investimenti realizzati con il Pnrr. Gli stanziamenti complessivi sono di 4 miliardi 482 milioni nel 2026, 4 miliardi 39 milioni nel 2027, e 3 miliardi 982 milioni nel 2028, con una previsione di cassa per il 2026 di 5 miliardi e 763 milioni di euro. Particolarmente significativo è il Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa, pari a 329,4 milioni di euro. Nel suo complesso, il bilancio evidenzia una dimensione finanziaria coerente con le funzioni istituzionali della Regione, senza forzature né sovrastime, a beneficio della stabilità futura. Il fondo sanitario regionale indistinto è di un miliardo 870 milioni all’anno, garantendo la continuità del sistema sanitario umbro. È particolarmente significativo che le risorse siano stanziate in modo prudenziale, in attesa dei riparti definitivi; che la Regione integri il finanziamento statale con 2 milioni di euro annui per livelli di assistenza superiori ai Lea; che siano garantiti 2 milioni di euro annui per gli indennizzi ai soggetti danneggiati da trasfusioni. Queste scelte confermano un’attenzione concreta alla tutela della salute e ai diritti dei cittadini, anche in un contesto di incertezza sulle risorse nazionali. Dal Tpl emerge la capacità della Regione di compensare la riduzione delle risorse statali con risorse proprie: a fronte di una riduzione del fondo nazionale trasporti di circa 10 milioni di euro annui, la Regione incrementa progressivamente le risorse regionali; garantisce la continuità dei servizi; tutela la mobilità dei cittadini e la coesione territoriale. Questo testimonia una chiara scelta politica a favore della mobilità pubblica. Uno dei punti di forza più rilevanti del bilancio è la piena capacità di cofinanziamento dei programmi europei 2021–2027. La Regione Umbria garantisce le risorse necessarie per attivare integralmente i fondi Fesr, Fse e Csr, massimizzando l’effetto leva degli investimenti comunitari. Questo bilancio è un documento equilibrato sotto il profilo finanziario; prudente nelle stime e responsabile nelle scelte; attento alla tutela dei servizi essenziali; capace di affrontare i vincoli statali senza rinunciare alle priorità regionali. In un contesto di risorse limitate e crescenti obblighi, la Regione dimostra la capacità di governare la complessità, salvaguardando sanità, mobilità, welfare e sviluppo. Il bilancio rappresenta un atto di indirizzo politico e amministrativo, che pone basi solide per una crescita sostenibile, equa e responsabile del territorio umbro”.
Per il RELATORE DI MINORANZA, PAOLA AGABITI (FdI), “questa manovra somiglia a un libro dei sogni, ma purtroppo per gli umbri è un risveglio molto amaro. Un bilancio che nega una visione di futuro all'Umbria, che rinuncia a investire sulle potenzialità del nostro territorio e che sceglie consapevolmente la strada dell'inerzia. Ma l’inerzia non è a costo zero. L’inerzia comporta di scegliere un aumento della pressione fiscale invece di attuare riforme; di rinviare le decisioni invece di assumersi responsabilità; di limitarsi alla gestione dell’ordinario invece di tracciare una prospettiva di sviluppo. Questo bilancio non rafforza la coesione territoriale, non offre sostegno adeguato a famiglie e imprese e fallisce nel preparare l’Umbria alle sfide imminenti. Invece di liberare le energie della nostra regione, finisce per appesantirle ulteriormente, disattendendo ancora una volta le legittime aspettative di cittadini, lavoratori e imprese. Oggi la manovra si svela nella sua reale portata: un aggravio tributario che però non genera neppure quel potenziamento dei servizi, in primis sanitari, obiettivo sbandierato di questa maggioranza. È finita la campagna elettorale da oltre un anno: incominciate a lavorare e a dare risposte serie ai cittadini umbri. Questo bilancio si limita a fotografare l’esistente, senza nessuna visione di sviluppo: un mero atto contabile. Il bilancio nazionale, invece, ha una chiara idea di come aiutare la crescita del Paese e sostenere i consumi delle famiglie. Questa Giunta è prigioniera di una debole visione economica e figlia di impossibili e ideologiche promesse elettorali. Ad esempio le entrate correnti derivanti da tributi non vincolati alla sanità passeranno dai 239 milioni di euro del previsionale 2025-2027 a ben 321 milioni, con un incremento di 82 milioni di euro: una crescita del 34%. Rispetto all’assestamento già approvato, che includeva già la vostra manovra fiscale, il gettito risulta ulteriormente aumentato, passando da 310 a oltre 321 milioni di euro. Tale incremento è riconducibile agli aggiornamenti del Mef sul gettito Irpef e Irap di circa 8 milioni, a una stima più incisiva sul recupero dell’evasione di 4 milioni, e a una riduzione di un milione di euro delle entrate derivanti dall’addizionale sul gas naturale. Questi dati confermano che l’inasprimento fiscale non è un atto dovuto, ma una deliberata volontà politica. È l’identikit di questa maggioranza. Mentre a Roma la legge di bilancio del Governo nazionale riduce la pressione fiscale, sostenendo i consumi delle famiglie con una politica di detassazione degli aumenti contrattuali, aiuta le imprese con una importante azione sugli investimenti, riorganizza gli investimenti pubblici per aumentare la capacità di spesa, qui in Umbria la Giunta fa esattamente l’opposto: aumenta la pressione fiscale e ritarda gli investimenti. La Giunta regionale si muove in direzione contraria rispetto alle scelte nazionali, aumentando le nostre preoccupazioni sulle possibilità che la Regione ha di cogliere i benefici di una situazione economica favorevole e di una più solida finanza pubblica a livello nazionale. Il rischio che corre questo bilancio, pieno di rinvii e di non decisioni, è portare questa Regione agli ultimi posti e non nelle posizioni di testa quanto a sviluppo, occupazione, investimenti. Anche le opportunità che la Zes potrà offrire, potrebbero essere non sfruttate. Sono pericoli che l’Umbria non si può permettere di correre. Dal bilancio emerge l’assenza di una visione e la scarsa capacità di programmazione: un documento che si limita ad una ricognizione dello stato di fatto, privo di una direzione nitida e di una strategia di medio-lungo periodo. La Giunta utilizza la retorica della prudenza e di nuovi vincoli statali sulla finanza regionale per evitare riforme strutturali, non agire sull’efficientamento della spesa, ritardare gli investimenti necessari scaricando l’onere della gestione sui cittadini e sul tessuto produttivo, attraverso un'ingiustificata manovra fiscale. Ci saremmo attesi scelte diverse perché oggi, dopo oltre un anno di governo, il tempo dell’apprendistato è finito ed è giunto il momento di governare effettivamente la Regione. È finito il tempo di raccontare bugie agli umbri. Serviva un bilancio più coraggioso, con scelte chiare, con meccanismi capaci di spendere in tempi certi e rapidi. Occorre anche cogliere quelle opportunità e possibilità che la legge di bilancio nazionale offre mentre questa Giunta sembra volerle sottacere. Ad esempio l’incremento di 2,4 miliardi del Fondo sanitario nazionale che si aggiungono ai 4 già previsti per il 2026; la riduzione del contributo alla finanza pubblica, che per l’Umbria si traduce in oltre 2 milioni di euro annui di spesa corrente liberata; l’eliminazione del Fal, che consente di destinare 37 milioni di euro nel triennio 2026-2028 a investimenti infrastrutturali e manutenzione del territorio; l’incremento delle borse di studio universitarie per 250 milioni; il finanziamento del Fondo regionale di Protezione civile per 40 milioni. Investire significa generare crescita reale e competitività, significa costruire il futuro delle prossime generazioni. La combinazione di Fondi europei deve permettere di costruire questo futuro. Ed invece, anche su questo versante, appare l’incapacità del governo regionale. Questo bilancio attende non anticipa, non sembra volersi porre all’avanguardia anticipando scelte strategiche. Si rimanda a nuovi studi e si proseguono interventi della precedente giunta. Un esempio che fotografa chiaramente l’assenza di una strategia: nel 2026 sono previsti appena 6 milioni di euro, di cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo, di cui oltre 2 milioni già inseriti nel bilancio previsionale 2025-2027. Questa scelta produce effetti immediati e negativi: nel 2026 non vi sarà quasi nessun intervento in ambito sociale e nelle politiche attive del lavoro, con il rinvio sistematico di importanti misure agli anni successivi. Ciò costringerà a una corsa affannosa alla spesa nell’ultimo biennio di programmazione, con il rischio di non riuscire a utilizzare pienamente le risorse europee disponibili. Il bilancio non sembra offrire nessuna prospettiva anche sul lato delle infrastrutture. Nella relazione al bilancio si assiste alla riproposizione di interventi individuati e finanziati dalla precedente Giunta per oltre 220 milioni di euro con risorse Fsc. Il nuovo sistema di ripartizione del fondo nazionale Tpl introduce criteri basati su alcuni indicatori che premieranno chi investe in efficienza e sostenibilità. Dinanzi a questa sfida, assistiamo ancora una volta all’inerzia della Giunta che preferisce rinviare la gara per l’affidamento del servizio al 2028. Ulteriore testimonianza della difficoltà di produrre nuovi interventi, è la parte con gli interventi da finanziare tramite il ricorso a nuovo mutuo. Qui troviamo il cofinanziamento per 7 milioni di euro, degli stessi investimenti in sanità già programmati dalla passata Giunta e riproposti in sede di assestamento a luglio 2025 e che oggi avete il coraggio di presentarci come nuovi. Gli investimenti non si raddoppiano moltiplicando gli annunci, né spostandoli di anno in anno riscrivendoli a bilancio. Questa non è programmazione, ma la dimostrazione dell'incapacità di questa Giunta di rispettare gli impegni assunti e di trasformare le promesse in fatti concreti”.
Per l’assessore al bilancio TOMMASO BORI, “questa manovra è in totale discontinuità e cambiamento rispetto al passato. Ricadranno sul tessuto umbro mezzo miliardo di euro di risorse tra agricoltura, imprese e sociale. Questo è un bilancio che, seppur in un contesto di criticità, racconta un orizzonte di futuro e un’immagine di Regione, interpreta una storia chiara: la storia di una comunità che non vuol lasciare indietro nessuno e che al contempo s’impegna a rilanciare la competitività con strumenti concreti e innovativi. Questo bilancio non è soltanto un insieme di numeri, ma esprime le scelte di un progetto politico regionale: una visione di comunità, un impegno verso un futuro più equo, più inclusivo e più sostenibile per tutte le cittadine e tutti i cittadini dell’Umbria, per le loro famiglie e per il nostro sistema produttivo. La manovra ha una visione organica supportata da una serie di investimenti, con cifre notevoli, per sostenere e rafforzare il quadro economico: una società regionale più dinamica sarà capace di trasformare la ricchezza e il valore prodotto in nuove opportunità per tutte e tutti. La manovra dello Stato, invece, è fortemente criticata da tutti gli ambiti produttivi e di sviluppo del nostro Paese: non si vede la prospettiva di sviluppo. Noi oggi facciamo la nostra manovra senza quella dello Stato, che non è ancora stata approvata. La riprogrammazione dei fondi europei è possibile grazie al cofinanziamento che non era previsto. La discontinuità si vede, ad esempio sull'housing sociale dove c'erano zero fondi sul fondo di coesione e zero fondi sul Fesr. Noi ribaltiamo, avendo già deliberato 10 milioni di riprogrammazione e prevenendone altri 10, anche su richiesta del Governo. Le altre regioni nei loro atti le avevano già previsti: voi no. Con questa manovra la Regione intende fare interventi sulle persone, sul welfare e sulla sanità pubblica; sulle fragilità sociali, sul sostegno alle famiglie, sugli anziani e in favore delle persone con disabilità; nella transizione ecologica, nella mobilità sostenibile, nella rigenerazione urbana, nella tutela del territorio; per sostenere le piccole e medie imprese, l’innovazione e l’economia sociale; per favorire un’innovazione radicale del paradigma digitale della pubblica amministrazione. Tematiche strategiche su cui abbiamo trovato la piena condivisione delle parti sociali, delle associazioni di categoria e delle realtà del terzo settore, in un confronto utile e stimolante in merito a lavoro, economia, welfare e politiche pubbliche. Per dare concretezza a tutto questo si è scelto di sbloccare tutti e tre i principali programmi comunitari. Grazie al cofinanziamento completo del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale, a cui si aggiunge il Fondo europeo di sviluppo regionale, siamo ora in grado di muovere l’economia umbra con oltre mezzo miliardo di euro. Non avremmo potuto attivare 155 milioni di investimenti nel sociale se non avessimo assicurato il cofinanziamento regionale del Fse+ con 28 milioni di euro, inesistenti nel bilancio di previsione della precedente Giunta. Queste risorse saranno destinate a obiettivi decisivi per il tessuto socio economico: diritto allo studio universitario con borse di studio, mense pubbliche, alloggi per studenti, e con ricadute dirette sull’attrattività delle nostre città universitarie; incentivi alle assunzioni, sostegno all'imprenditorialità, servizi per l'impiego, formazione e riqualificazione professionale per giovani, lavoratori e disoccupati; interventi contro la marginalità sociale, servizi per le persone fragili, progetti di autonomia per le persone con disabilità. Un’azione di particolare valore, su cui la Regione Umbria scommette, sarà incentrata sull’housing sociale, il diritto all’abitare, rimettendo nella disponibilità, con un piano di recupero generalizzato, il patrimonio residenziale pubblico in favore di giovani coppie, famiglie con reddito medio-basso e persone con fragilità economica. Per supportare la pianificazione socio sanitaria il bilancio più che raddoppia le risorse per la non autosufficienza: 3 milioni di euro aggiuntivi allo stanziamento annuale che portano a 4 milioni ogni anno il budget per interventi rivolti alle persone non autosufficienti, sostenendo le loro famiglie nello sforzo di assistenza ad anziani e disabili. Per non lasciare solo né chi vive in difficoltà, né i loro caregiver. Per la terza età aumenta lo stanziamento complessivo destinato all’invecchiamento attivo di 750mila euro nel triennio. Per le famiglie numerose si dispongono sostegni per oltre mezzo milione di euro nei tre anni, con il rifinanziamento di una misura finanziata solo fino al 2025. Per sostenere le attività della Fondazione antiusura sono stati aggiunti 270mila euro nel triennio. Nella sanità siamo riusciti a coprire il disavanzo maturato nel 2024 dalla precedente amministrazione con quasi 73 milioni di euro nel triennio: 34,2 per il disavanzo 2024 e 38,5 milioni di euro per il rifinanziamento del fondo di dotazione sanitario. Oltre a questo si è riusciti a reperire 3 milioni di euro aggiuntivi per le prestazioni considerate ulteriori rispetto ai, per un budget complessivo di 6 milioni di euro. Si amplia così la platea dei neonati che potranno accedere alla profilassi contro il virus respiratorio sinciziale; si introduce il codice ‘europeo non iscritto’ che permetterà anche in Umbria, unica regione in Italia a esserne ancora priva, di far accedere alle cure essenziali quei cittadini dell’Ue senza iscrizione al servizio sanitario nazionale; si assicurano protesi o ausili non compresi nel tariffario nazionale, come ad esempio i dispositivi tricologici per i pazienti oncologici, ma anche componenti specifiche per carrozzine elettriche, tutori ortopedici speciali e letti ortopedici avanzati; s’individuano alcuni screening aggiuntivi, come ad esempio la mammografia in età anticipata. A tutto questo vanno a sommarsi quasi 2,1 milioni di euro aggiuntivi per gli indennizzi in materia sanitaria. Il cofinanziamento completo del Feasr è stato assicurato con una ragguardevole provvista nel bilancio regionale pari a quasi 70 milioni di euro nel quadriennio 2025-2028. Una scelta, fatta raddoppiando le risorse presenti nel bilancio di previsione della precedente amministrazione, che offre oggi all’Umbria risorse oltre 310 milioni di euro per la competitività delle imprese agricole: ammodernamento delle aziende, innovazione tecnologia, digitalizzazione dei processi produttivi, diversificazione aziendale. Ma anche per la loro sostenibilità ambientale: agricoltura biologica, tutela biodiversità, adattamento climatico. Serve anche per il sostegno agli agricoltori, con l’avvio attività e l’impresa giovanile; per lo sviluppo delle aree rurali, con servizi essenziali, innovazione sociale, turismo rurale; per il sostegno ai Gal. Il bilancio prevede anche un rafforzamento significativo dei rimborsi e prevenzione dei danni da fauna selvatica, con quasi 2,8 milioni di euro dal 2025 al 2028. Sulle strade regionali ci sono 6 milioni di euro annui per la manutenzione a decorrere dal 2026, raddoppiando lo stanziamento precedente. Importante è anche il sostegno alle attività dell’Aeroporto regionale San Francesco d’Assisi: 9 milioni di euro per il prossimo biennio finalizzati al rafforzamento delle rotte. Per questa infrastruttura decisiva per il turismo verso l’Umbria sono previsti anche 5 milioni di euro dal Fondo sviluppo e coesione. Ci aspettiamo ricadute turistiche, oltre che culturali, dalla scelta di sostenere l’ottavo centenario dalla morte di San Francesco con 2,5 milioni di euro. Sul settore culturale, ad impatto turistico, vanno ricordati gli investimenti su Umbria Jazz, sul nuovo testo unico per la cultura, sul centenario di Dario Fo, sulla partecipazione come Regione Ospite al Salone del Libro di Torino e sulla candidatura di Norcia e la Civitas Appenninica a Capitale europea della Cultura. Trovano spazio anche sostegni per il mondo dell’artigianato, della cooperazione, del terzo settore e del commercio equo e solidale. Importante è poi il capitolo sull’ambiente e la transizione energetica. Però c'è una criticità molto seria, che è quella del Tpl. L'Umbria viene definanziata e sotto finanziata dal Governo. Ma noi non solo prevediamo 73 milioni di euro per consentire ai trasporti pubblici di funzionare. Con i tagli del governo il finanziamento dell'Umbria passa da 2,03 a 1,88. Grazie ai finanziamenti che non c'erano, grazie alla sterilizzazione dei costi che noi prevediamo, siamo ora nelle condizioni di fare la gara e di farla attivare. Il Governo sta tagliando su questo e noi invece garantiamo un diritto pubblico centrale, come quello alla mobilità. Noi l'idea dell'Umbria l'abbiamo chiara e abbiamo anche l'idea del rilancio dell'Umbria. La manovra guarda ad una regione inclusiva e sostenibile, nella consapevolezza che le politiche di welfare solide e universali contribuiscono a rendere un territorio più competitivo e dinamico, migliorando la qualità della vita, attraendo talenti e creando una rete economico-produttiva più efficiente: i servizi alla famiglia, la mobilità l'assistenza sanitaria accessibile e di qualità, i supporti alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sono la miglior risposta alla decrescita demografica e alla stagnazione economica che voi avete portato in Umbria. Un orizzonte di sfida che il sistema Umbria può affrontare al meglio e che la Regione, con questa manovra, vuole interpretare con lungimiranza, fiducia e determinazione. In grande rottura e discontinuità con gli ultimi cinque anni bui del nostro territorio”. DMB/
