(Acs) Perugia, 15 marzo 2016 – L'Assemblea legislativa ha concluso il dibattito sul Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2016-2018. Ora è in corso l'esame e il voto sugli emendamenti. Di seguito gli interventi.
INTERVENTI
EROS BREGA (Partito democratico): “FARE OGNI SFORZO PER PORTARE A TERMINE LE RIFORME PREVISTE - Il documento illustrato con molta chiarezza dal presidente della Commissione, Smacchi, è fondamentale per l'attività amministrativa. I dati di Eurostat resi noti in questi giorni non fotografano una situazione positiva per l'Umbria. Si evidenzia una chiara difficoltà nella ripartenza verso uno sviluppo solido. Siamo in un momento di oggettive difficoltà che richiede grande concretezza negli interventi. Ritengo una iniziativa importante la riforma prevista per le AGENZIE, ma su cui bisogna prestare grandissima attenzione perché ce ne sono alcune profondamente diverse dalle altre. Alcune sono legate all'Assemblea legislativa, altre all'Esecutivo. Auspico un ruolo maggiore da parte di questa Assemblea e una maggiore partecipazione degli Enti territoriali. Sviluppumbria ha avuto e avrà un ruolo fondamentale per l'economia regionale, per questo non possono esserci 'persone sole al comando', serve maggiore coinvolgimento anche delle Commissioni consiliari competenti per materia. Una intelligente riorganizzazione rappresenta un grande segnale di innovazione. Parlando di AMBIENTE non posso non sottolineare la qualità dell'aria di Terni che merita un'attenzione particolare. Quando si parla di salute va messo in campo ogni sforzo necessario. Bisogna aumentare il monitoraggio cercando un maggiore equilibrio tra sviluppo e tutela della salute. Per quanto attiene ai RIFIUTI alla raccolta differenziata, in alcuni territori manca la cultura. Il tema dei rifiuti ci deve vedere coinvolti, tutti, in modo più responsabile rispetto ad oggi. Per i TRASPORTI, sarà fondamentale investire sulle tratte (ferro) Perugia-Firenze e Terni-Roma perché passa da qui il vero sviluppo dell'Umbria. Nulla contro la '3 Valli', ma la priorità dovrebbe prevedere la realizzazione del progetto della Camera di Commercio di Terni relativo alla galleria di collegamento tra Terni e Spoleto. In ambito SOCIALE bisogna investire sulle famiglie perché rappresentano un importante volano per l'economia regionale. Partire cioè da una maggiore assistenza sociale mettendo sempre più al centro la famiglia e la persona e meno il profitto. Serve maggiore sussidiarietà. Nel SISTEMA SANITARIO vanno ringraziati tutti coloro che hanno governato il settore, ma bisogna guardare avanti. Importante mettere a rete gli ospedali e garantire al meglio i servizi e la buona sanità che siamo riusciti a garantire fino ad oggi. Dopo la sottoscrizione nello scorso aprile 2015 della convenzione tra Regione e Università, bisogna applicare concretamente i protocolli. Noi, tutti, saremo chiamati a dare il massimo. La maggioranza deve fare ogni sforzo per portare a termine le riforme previste”.
MARCO SQUARTA (FDI) “GIUDIZIO FORTEMENTE NEGATIVO SUL DEFR: INTENTI NON SUFFRAGATI DA DATI CONCRETI. SOLO PAROLE AL VENTO, ANCHE SU QUESTIONI STRATEGICHE COME LA SANITÀ. Ci saremmo aspettati una programmazione economico-finaziaria che partisse da una puntuale definizione delle criticità delle singole aree e degli obiettivi da raggiungere indicando chiaramente i risultati attesi nel periodo di programmazione. Nel DEFR si punta su “il risparmio pubblico” e la riorganizzazione delle SOCIETÀ PARTECIPATE regionali, sarebbe uno dei punti nodali attraverso cui realizzare tale risparmio. Ma non c’è un solo passaggio in tal senso. Nel 2013 le partecipate sono costate alla Regione ben 60 milioni di euro e la Corte dei Conti ha lamentato la mancata trasmissione dei bilanci delle partecipate e la chiusura in perdita di UmbraFlor, Sviluppumbria e Umbria Tpl e Mobilità spa. Necessaria e urgente una ricognizione delle partecipazioni regionali di secondo e terzo livello. La ridefinizione dei ruoli di Sviluppumbria e Gepafin, così come presentata nel Dfr potrebbe determinare una ulteriore emorragia di risorse pubbliche e una crescita di 'piccoli', per modo di dire, 'centri di potere'. Necessita di attenzione il ruolo sempre più centrale che l’Esecutivo sembra disegnare per Sviluppumbria, che incorporata con Gepafin si troverà a gestire direttamente, come organismo intermedio, ulteriori 7,5 milioni di euro l’anno di risorse comunitarie, senza considerare la altre. Le recenti dimissioni dell’Ingegner Fagotti che ha lasciato SASE puntando il dito proprio contro Sviluppumbria, pongono forti interrogativi anche sull’efficace impiego delle risorse destinate alla valorizzazione dell'AEROPORTO 'San Francesco' rispetto al quale quale, proprio nei giorni scorsi, Ryanair ha preannunciato, in pieno Giubileo, di voler tagliare alcune rotte. Si aggrava così lo storico isolamento dell’Umbria. Per Gepafin il 2016 deve essere anche l’anno in cui si procederà al riordino del sistema regionale dei Confidi, con passaggi chiari e ben definiti che garantiscano una equilibrata integrazione dei ruoli di Gepafin con il sistema dei Confidi. Sulla SANITÀ la maggioranza 'se la canta e se la suona'. Il fatto di non essere fra le Regioni con piani di rientro per l’equilibrio economico-finanziario, non certifica la qualità dei servizi. Problemi: abbattimento delle liste d’attesa; mobilità passiva; recenti denunce degli utenti del centro regionale per la Sla ; fornitura in tempi utili ai pazienti oncologici i farmaci di ultima generazione; famiglie con bambini autistici senza il necessario supporto assistenziale; lungaggini burocratiche per il rimborso si spese sanitarie sostenute fuori regione. Forti dubbi sulla capacità di questo esecutivo di far fronte alla revisione dei LEA senza creare ulteriori disagi e disservizi agli umbri. GARANZIA GIOVANI: in Umbria sono oltre 16.000 i giovani che hanno aderito a tale programma e oltre 1.000 sono stati già presi in carico dai Centri per l‟impiego regionali, per circa 10.000 interventi di politiche attive. Dubbi forti sulla buona capacità di impatto della misura. L'Umbria ha recepito tale strumento destinando fra l'altro 4 milioni di euro a tirocini di sei mesi che prevedono una indennità mensile di 500 euro lordi per i giovani disoccupati tra i 15 e i 29 anni. La misura sarebbe anche utile se non fosse resa dannosa dal meccanismo burocratico. Se il meccanismo della Garanzia Giovani funzionasse in modo snello ed efficiente potrebbe anche essere uno strumento efficace, ma nonostante le rassicurazioni dell'assessore Paparelli, alle condizioni attuali appesantisce solo il quadro complessivo. Il sistema universitario umbro “produce” da un lato laureati in numero sufficiente, ma si registra il persistente gap nella struttura occupazionale che privilegia posizioni professionali di basso profilo. Come pure il persistere del gap occupazionale fra uomini e donne a svantaggio evidentemente di queste ultime. Nel Defr non ci sono cenni su come agire nel merito. Non sono previste azioni mirate alla riduzione dello SPRECO ALIMENTARE. La questione meriterebbe interventi strutturati e incisivi e che sia prima di tutto un aspetto che attiene al sistema del welfare. Necessario che la Regione Umbria chiami i supermercati, grande distribuzione e piccoli esercizi di vicinato, a contribuire alla riduzione dello spreco del cibo: questo l’obiettivo di una mia proposta di legge regionale attualmente in fase di confronto con il terzo settore. In tema di RIFIUTI si parla di un “rinnovato impegno per l‟incremento della raccolta differenziata e l‟adeguamento impiantistico”. Ma il richiamo della Regione ai Comuni ancora distanti dall'obiettivo del 65% di RD entro il 2017 stride fortemente con l’ordine del giorno sottoscritto dai sindaci dell’AURI in cui si chiede di posticipare il raggiungimento degli obiettivi. L’aver programmato percentuali di differenziata che i Comuni non hanno raggiunto, e l’aver fatto finta di niente per anni, ha portato alla saturazione delle discariche. Tutto questo sta generando un caos totale. Ad oggi, come riconosciuto anche da Confindustria, non c'è orizzonte alcuno rispetto alla programmazione in fatto di produzione di Css e siamo alle soglie di una situazione di emergenza. Pochissime insignificanti righe, infine, nel Defr sulla questione delle dipendenze. Quanto previsto per la prevenzione e il contrasto del gioco d'azzardo avrebbe dovuto attuarsi nel 2015, ma nei fatti quella sulle LUDOPATÌE e giochi d'azzardo rimane oggi una legge inapplicata, anche per motivi fiscali. Risultato: la Regione non intende investire risorse su azioni concrete e reali di contrasto alle ludopatìe”. Nemmeno una riga anche per ciò che riguarda il CONSUMO DI SOSTANZE. È necessario e urgente che la politica si faccia carico del dilagare del problema fra giovani e adolescenti. Ricordo che una mia mozione, attualmente in Commissione, chiede di promuovere, la progettazione di un modello di intervento volto proprio alla cura dei danni psicofisici dovuti all’abuso di sostanze stupefacenti da parte di giovani assuntori, che consenta la presa in carico precoce di giovani e adolescenti a rischio, attraverso un trattamento personalizzato e integrato”.
SILVANO ROMETTI (Socialisti e Riformisti): “CONTINUARE DECISI CON LA STAGIONE DELLE RIFORME - Questo documento, il suo contenuto, è importantissimo perché siamo ad inizio legislatura e rappresenta la direttrice su cui questa amministrazione si muoverà. Tiene conto delle cose andate bene, ma anche delle criticità riscontrate. Da qui l'impostazione del quinquennio. L'INVARIANZA FISCALE è un passaggio importantissimo, cosa che in altre Regioni a statuto ordinario non si è verificato. Bisogna continuare decisi con la stagione delle RIFORME sia con i soggetti direttamente partecipati che su enti non direttamente partecipati, ma che svolgono servizi importanti. La Regione deve avere un ruolo di regia e di stimolo. Se il pubblico è più efficiente e costa meno va a vantaggio della crescita. Vanno utilizzate al meglio le risorse comunitarie mettendo in atto continue verifiche dei risultati prodotti. Per quanto attiene al reddito di inclusione attiva, serve quel patto generazionale 'ucciso' dall'ex ministro Fornero, bisogna ricreare un processo che stimoli maggiormente l'OCCUPAZIONE GIOVANILE e di quegli ultra cinquantenni buttati fuori drammaticamente dal mondo del lavoro. Per il tema della SOSTENIBILITÀ serve una nuova concezione dello sviluppo e di una nuova economia. E questo è da tempo al centro dell'attività amministrativa di questa maggioranza. L'Umbria è in linea con i parametri '20/20/20', ma è possibile andare ancora più avanti. Per i RIFIUTI sento troppo poco parlare della chiusura del ciclo, che rappresenta invece un tema centrale. Sbaglia chi pensa di chiudere la partita soltanto aumentando la raccolta differenziata. Aver superato nel 2015 il 55 per cento è un ottimo risultato, ma senza la previsione della chiusura del ciclo i problemi attuali rimarranno tali. Basta soltanto attuare quanto già scritto nel Piano. L'Umbria, 'regione aperta' è una sfida che si gioca sull'AEROPORTO e sull'ALTA VELOCITÀ, tema sul quale bisogna chiudere la partita. Necessario prevedere nuove operazioni per la gestione della Sase. Sull'alta velocità la parte propedeutica è stata già fatta, ora bisogna entrare nella fase realizzativa e questo riguarda anche il NODO DI PERUGIA. Nella SANITÀ abbiamo una situazione di bisogni crescenti e risorse calanti. Aumenta l'età dell'assistenza ed i costi devono trovare un nuovo equilibrio attraverso la messa a punto di un nuovo modello. Servono scelte che vadano ad integrare e far funzionare ancora meglio l'esistente. Una nuova sanità va prevista, con scelte chiare, all'interno del nuovo Piano sanitario. Va valorizzato il VOLONTARIATO e l'ASSOCIAZIONISMO legato alla sanità. Alcune questioni e proposte emerse dagli interventi dei due relatori delle opposizioni (Ricci-portavoce cd e civiche, Carbonari-M5s) sono condivisibili”.
RAFFAELE NEVI (FI): “DEFR RIEDIZIONE DI UN RITO STANCO CHE CERTIFICA CINQUE ANNI FALLIMENTARI, DI NON-SCELTE - Assistiamo ancora una volta alla riedizione di un rito stanco, si dicono tante cose ma l'80 per cento di esse non sarà realizzato, infatti ce le trasciniamo da anni. Pensavo oggi ci fosse una novità, visiti i terribili dati Eurostat, pensavo ci avrebbero scosso e potessimo ragionare subito su cose operative. Siamo davanti a una statistica agghiacciante, che farà definitivamente scappare via quelli che volessero venire qua a fare impresa, a investire. È ora di trovare il modo di ATTRARRE INVESTIMENTI. La regione sta morendo. E' il fallimento totale di cinque anni di non scelte. Se non cambiamo verso, i dati continueranno a calare e fuggiranno tutti, come sta già avvenendo. C'è già una marea di persone che se ne sono andate, fra cui i migliori. Sarà il caso di fare qualcosa o continuiamo a raccontarci che l'Umbria è una regione virtuosa? Non si vie di solo benchmark, c'è anche in SANITÀ una mobilità passiva di cui non si possono conoscere i dati ma che preoccupa. Siamo una regione attrattiva o la gente va a curarsi fuori regione? Bisogna monitorare. Continua la guerra fredda interna alla maggioranza mentre fuori dell'acquario Pd c'è il mare ed è in tempesta, con la barca non nelle migliori condizioni. Abbiamo 2mila 200 euro procapite in meno all'anno, ci mancherebbe che avessimo anche aumentato le tasse! Da confutare la faccenda dei tagli del governo: il Fondo trasporti era 100 milioni nel 2013 ed è 99,46 nel 2016. Le cifre sono invariate altro che tagli, sono cose messe ad arte per dire che siamo bravi invece non è stato fatto nulla di eccezionale. Concentriamoci su alcune questioni, partiamo dagli emendamenti. Risoluzione di maggioranza su sanità dice 'vedremo, faremo' ma non c'è ancora, dal 2012 quando fu approvata la riforma, la sede definitiva della Asl 2, perché litigate fra Foligno, Terni e Spoleto, dal 2012. C'è una sede provvisoria dal 2012, ecco questo è il governo Marini. TRASPORTI: finalmente è sparita l'agenzia che abbiamo approvato un anno e mezzo fa, ma siamo ancora a discuterne. Nel Defr abbiamo scritto 'inaspriamo le regole sulle emissioni delle industrie', andando oltre i paletti nazionali: bella politica per attrarre gli investimenti. Danni alla fauna selvatica: ne parliamo da anni, tre milioni di euro l'anno, con annessi contenziosi, e ancora dobbiamo mettere mano alla famosa riforma per fare in modo di mettere in sicurezza le aree non deputate alla caccia infestate da animali dannosi. C'era stata unanimità nella scorsa legislatura ma è come non aver fatto nulla. Queste cose le dicono anche i soggetti che sono venuti al tavolo della concertazione, cercando risposte in tempi decorosi, e invece aspettano per anni una soluzione. Qualità dell'aria: se ne parla da anni ma, fatto il Piano, non è cambiato nulla. Per Terni andavano coinvolte Università, Ministero, altro che fermare le automobili e creare disagi ai cittadini. Spero sia l'ultimo anno in cui si parli di queste cose, che l'anno prossimo si possa verificare cosa è stato fatto. Allora si che ci faremo grosse risate”.
GIACOMO LEONELLI (PD): “IL DEFR È UN 'PATTO PER LE OPPORTUNITÀ' CON LA COMUNITÀ REGIONALE, METTENDO INSIEME LE MIGLIORI ENERGIE PER COSTRUIRE UN MARCHIO UMBRIA - Credo che vada contestualizzata l'Umbria nello scenario nazionale e l'Italia nello scenario internazionale. Questo c'è nella premessa dell'atto. Viviamo in una situazione per cui, grazie agli sforzi del governo Renzi, l'Italia sta uscendo da una secca. Alcuni dati sono incoraggianti: RIPRESA DEL PIL, una manovra che rimette fiducia nell'economia e in tasca alle famiglie un po' di risorse, vedi l'esenzione Tasi, la proroga degli sgravi contributivi, la riduzione per beni strumentali alle aziende, c'è la riforma istituzionale in itinere, c'è un Paese che vuole uscire dalla secca. Quadro regionale: i dati Eurostat che vedono Umbria come regione più sofferente per la crisi economica deve farci interrogare sul perché la crisi è particolarmente feroce con le piccole e medie imprese umbre. Era forse una produzione troppo legata alla domanda interna, con scarsa innovazione e competitività. Nel 2015, invece, i dati sembrano mostrare un altro mondo, con i dati Istat che dicono in Umbria c'è incremento di occupazione più che altrove, export in crescita del 6,4 per cento contro la media nazionale del 3,8. Mettiamo a confronto queste due fotografie: emerge un quadro di passaggio epocale in Umbria, siamo all'inizio di un nuovo ciclo, il vecchio è passato. Dobbiamo quindi renderci conto di quale sia la responsabilità che grava sulle nostre spalle, non solo del Pd. Tutti dobbiamo fare uno sforzo per costruire un NUOVO MODELLO DI UMBRIA, sapendo che non tutto dipenderà da noi. Serve il coraggio di guidare processi, non governare quello che fattori economici e sociali costruiranno per noi. Questo atto ha tali caratteristiche? La prima scommessa che emerge dal Defr è quella di un'Umbria più leggera, con gli impegni su agenda digitale, banda larga su 32 comuni, processo di aggregazione delle agenzie da continuare, semplificazione di tutte le agenzie che si occupano di formazione e istruzione. Un quadro che fa emergere una Regione più competitiva, che vuole scommettere sul turismo come motore di sviluppo. La legge sul consumo di suolo è importante perché oggi è elemento ostativo della qualità della regione. Bene la LOTTA ALLE POVERTÀ, con il lavoro che stiamo facendo in commissione, 10milioni di euro per politiche attive, non briciole a tutti, ma permettendo la formazione per tornare ad essere competitivo sul mercato del lavoro. Specie per chi non ha gli anni per andare in pensione ma deve rimettersi in gioco. Il tema della coesione riguarda anche la SANITÀ, una sanità di territorio per rendere il servizio più prossimo e agevole, migliorando la gestione dell'emergenza. Il cittadino deve farsi consapevole che la situazione è mutata, che andiamo verso il superamento delle criticità con la nuova organizzazione della rete, pianificando l'abbattimento delle liste d'attesa. Credo che ciò che emerge sia un 'patto per le opportunità' con la comunità regionale, dobbiamo mettere insieme le nostre migliori energie per costruire un MARCHIO UMBRIA, un migliore modello di qualità dei servizi, del territorio, della tutela ambientale. Da questo Defr emerge l'impegno per una crescita felice, non la decrescita felice del M5s. Dobbiamo mettere in connessione le qualità della regione, sapendo che non è tutto qui, ci sono criticità. Sulla gestione delle discariche dei RIFIUTI dobbiamo impegnarci velocemente nel dire no all'inceneritore e si alla raccolta differenziata, ma non basta. Serve un modello di governance adatto per superare le discariche. Sulle partecipate, non quelle di afferenza regionale ma quelle di pertinenza dei Comuni, speriamo che la legge nazionale ci faccia essere incisivi. E dobbiamo rendere la comunità regionale più partecipe della costruzione di un nuovo modello di sviluppo dell'Umbria”.
SERGIO DE VINCENZI (Rp): “DEFR SEMBRA SOLO RIPETERE DEGLI SLOGAN NEI VARI SETTORI – La bassa densità insediativa del territorio regionale crea problemi di organizzazione dei servizi. Non so quale sia il nuovo modello di sviluppo per l'Umbria, non lo vedo. Soprattutto perché mancano i giovani. Parliamo di una economia reale correlata alla produzione ma le ultime statistiche sull'economia condivisa ci parlano di grandi capacità di attrarre capitali con un numero relativamente limitato di occupati. Mi sarei aspettato un Defr incentrato sulla FAMIGLIA, con iniziative serie di sostegno alla natalità e la messa a sistema di una serie di progetti mirati a valorizzare cultura, beni paesaggistici e turismo dell'Umbria. Tutto ciò non emerge, si registra un sistema di TRASPORTI che non funziona, un isolamento legato alle difficoltà degli spostamenti ma anche del sistema culturale. Sarebbe stato necessario pensare a come valorizzare e proteggere le PRODUZIONI TIPICHE mentre il Parlamento europeo agevola l'olio tunisino. In termini di programmazione non abbiamo visto una collaborazione stretta con le agenzie formative per capire quali sono le figure che occorrono all'Umbria per sviluppare questo nuovo modello. Il Defr sembra ripetere solo degli slogan nei vari settori. Parliamo di produzioni tipiche ma produciamo i prosciutti di Norcia con animali che vengono da fuori, senza una filiera chiusa all'interno della regione. Servirebbero progetti che incentivano l'occupazione e non solo la redditività degli investimenti. Molte aspettative non verranno rispettate. Necessario tutelare gli anziani, puntare sui giovani, agevolare le famiglie”.
ATTILIO SOLINAS (Pd): “ATTUARE LA RIFORMA DELLA SANITÀ, MIGLIORARE L'APPROPRIATEZZA DELLE PRESCRIZIONI - Ho chiesto di inserire alcuni punti nel documenti finale di recepimento del Defr. Selezionare in maniera oculata e precisa i beneficiari dei FINANZIAMENTI, troppo spesso in passato sono state assegnate risorse a pioggia senza una verifica precisa, tenendo spesso conto delle indicazioni di Confindutria o Confcommercio. Serve una verifica dell'efficacia, in termini di creazione di posti di lavoro e di reddito, dei finanziamenti versati. Troppo spesso le fondazioni bancarie utilizzano i fondi per le speculazioni finanziarie quando invece potrebbe essere utilizzati per l'occupazione e lo sviluppo. Chiederemo ai nostri parlamentari di modificare la legge sulle FONDAZIONI BANCARIE per modificare la quota da dedicare allo sviluppo. La riforma della SANITÀ, solo parzialmente attuata, ha determinato di fatto l'isolamento di alcune aree per quanto riguarda l'assistenza sanitaria. C'è una disomogeneità reale nell'assegnazione dei fondi per l'assistenza territoriale. L'innovazione si fa quando la politica di programmazione regionale impone alle direzioni regionali l'attuazione delle riforme previste nei piani sanitari. Importante facilitare l'accesso, non tanto per i pazienti pediatrici, ma per gli anziani e i disabili, al pronto soccorso. Necessario intervenire sul Cup regionale, che costringe spesso ad effettuare prestazioni a distanza dal ruolo di residenza, un problema per gli anziani che si muovono con difficoltà. Va rivisto il sistema delle liste di attesa, determinate non tanto dall'insufficienza delle prestazioni (anche se le strumentazioni devono poter lavorare a tempo pieno) quanto sulla domanda di diagnostica e sulla reale appropriatezza delle prescrizioni. Il sistema Rao (raggrumanento di attesa omogeneo) è un sistema scientificamente provato per razionalizzare le liste di attesa: un caso in cui si sospetta una patologia grave deve attendere meno di un semplice controllo. Il Rao è stato introdotto ma deve essere verificato e messo a punto. Il NODO DI PERUGIA diventerà una questione prioritaria nei prossimi mesi, con l'apertura delle nuove direttrici che porteranno altro traffico intorno al capoluogo. La Fcu è una risorsa importante che andrebbe valorizzata e sostenuta, anche come vettore turistico”.
EMANUELE FIORINI (Lega nord): “DOCUMENTO CHE COLPISCE PER LE SUE MANCANZE - L'illustrazione del documento stride con i dati della Commissione europea e certifica il fallimento del governo regionale del Pd. Colpiscono le mancanze di questo documento. Non c'è una seria analisi della situazione della comunità regionale. Si parla di creare consorzi, altri carrozzoni come il TnsS, che ha solo aumentato il debito della Regione. La SANITÀ è un disastro e continuiamo a mettere al timone sempre le stesse persone. La gestione dei RIFIUTI è pietosa e dietro di essa c'è un sistema inquinato e politicizzato. La realizzazione della metropolitana di superficie è in alto mare. Il castello di bugie eretto dalla Giunta Marini sta crollando, serve una alternativa di Governo seria a credibile”.
GIANFRANCO CHIACCHIERONI (Partito democratico): “LAVORIAMO INSIEME PER VINCERE LA SFIDA DI UNA FORTE MODERNIZZAZIONE COME OBIETTIVO DI SVILUPPO - Dalla discussione sono emersi contributi importanti che rappresentano un patrimonio di tutta l'Aula, al di la dei ruoli e dell'appartenenza politica. Reputo condivisibili diverse indicazioni in ambito sanitario ed ambientale. Bene anche le indicazioni del consigliere Ricci in merito al distretto dell'elettronica e dei droni. Come pure condivisibili sono alcune questioni relative all'agricoltura, trasporti e cultura. La sfida sta nel partire da questo patrimonio contenuto nel documento programmatico e nei suoi obiettivi. Sui dati citati di Eurostat, che vedrebbero il Pil dell'Umbria in grande difficoltà, vorrei rimarcare che dati precedenti, del 2008 erano 'drogati' e quindi gonfiati dalla grande ricostruzione (abitativa e infrastrutturale) successiva al sisma del 1997 che interessò un terzo del territorio umbro. Oggi, chiaramente, i riferimenti sono diversi, per una ragione oggettiva. Nella relazione legata al documento c'è un elemento importantissimo: gli umbri dispongono di un miliardo e mezzo di euro di fondi strutturali. Risorse che vanno utilizzate in maniera intelligente e diffusa. E noi, tutti, siamo chiamati a far conoscere a cittadini e imprese queste opportunità. È chiaro, poi, che bisogna contenere al massimo la spesa corrente per indirizzare sempre più risorse sugli investimenti. Se dal Psr (Piano di sviluppo rurale) arrivano 860 milioni vuol dire che in precedenza le imprese hanno creduto in queste opportunità. Dobbiamo far capire agli umbri che ci siamo e che la sfida appartiene a tutta la comunità. Guardiamo avanti con fiducia e lavoriamo insieme per vincere la sfida di una forte modernizzazione come obiettivo di sviluppo”.
CONCLUSIONI MARINI
CATIUSCIA MARINI (Presidente Giunta): “UN DEFR REALISTICO, NON UN LIBRO DEI SOGNI, CHE AIUTA AL MEGLIO L'UMBRIA PER FAR RIPARTIRE IL SISTEMA REGIONALE E LE SUE IMPRESE. Un Defr che sceglie una politica riformista, che sceglie la coesione sociale e che non incide sulla tassazione ma punta molto alle politiche della programmazione comunitaria. Non penso che dalle politiche regionali dipenda tutta la possibilità dell'inversione di rotta del sistema regionale. Ma il combinato disposto di alcune politiche nazionali e regionali, sfruttando le occasioni che ci mette a disposizione l'Europa, può produrre effetti positivi non solo di breve ma anche di medio periodo. Il Defr è l'occasione per condividere una lettura dell'Umbria e un'analisi sulle sue condizioni, per INDIVIDUARE LE PRIORITA' di carattere politico e le scelte per incidere sul suo sviluppo. Mi dispiace che in quest'Aula ci sia un uso distorto dei dati. L'Umbria ha perso 5,7 per cento di Pil nel primo anno della crisi, tra il 2008 e il 2009. L'Umbria non deve essere considerata in maniera autarchica, ma va valutato l'impatto della crisi economico finanziaria internazionale sul nostro Paese e sulla nostra regione, leggendo con attenzione i punti di forza e quelli di debolezza regionali. E come l'insieme delle politiche impattano sul nostro tessuto produttivo che è caratterizzato più di altri da piccole e medie imprese, da aziende dominate dalla domande interna e da una scarsa propensione all'export. Capire le debolezze e le fragilità del nostro sistema aiuta la politica a capire come intervenire per aiutare a consolidare il nostro sistema regionale. Anche perché c'è un gruppo di medie imprese innovative, più orientate all'export, con maggiore capacità di innovazione e ricerca, più propense all'internazionalizzazione, che sono quelle che hanno reagito meglio alla crisi. E che in alcuni casi sono andate in controtendenza. Accendere i riflettori su queste serve a dire che lì stanno i nodi strutturali da affrontare: innalzare la dimensione delle imprese, potenziare le imprese esportatrici, spingere sul processo di export non solo nei paesi europei ma soprattutto extra Ue, alimentare l'innovazione e la ricerca. Per una corretta lettura del sistema economico e produttivo dobbiamo mettere insieme i dati statistici con la fotografia del sistema delle imprese e con la fotografia del sistema del lavoro. Nel quarto trimestre del 2015 in Umbria sono arrivati gli effetti positivi del JOBS ACT e i 13mila occupati in più sono un dato interessante: ora dobbiamo capire se queste politiche si consolidano nel tempo. Starei attenta, poi, a buttare via i voucher della GARANZIA GIOVANI. Uno strumento non risolutivo ma che stiamo sperimentando, grazie al quale la Regione si è presa in carico 16mila giovani, di cui 9mila 500 sono stati avviati ad un tirocinio formativo presso un'azienda. E di questi mille e 800 ragazzi hanno ricevuto un contratto di lavoro. Nel Defr abbiamo fatto scelte forti anche sull'attuazione delle programmazione europea 2014-2020, con il cofinanziamento nei bilanci, andando a liberare risorse che vanno a finanziare gli unici programmi che oggi abbiamo a disposizione. Dobbiamo selezionare gli obiettivi prioritari e concentrare le risorse. Per le nuove INFRASTRUTTURE, poi, il lavoro che abbiamo fatto è importante perché oggi si vede il compimento di un lavoro durato anni. Ad esempio con la chiusura dei due cantieri della Quadrilatero nel territorio umbro. Apprezzo che il Governo nazionale mette un miliardo e 100 milioni per i prossimi 5 anni sulla E45. Una scelta di primissimo piano, che butta via la pessima storia della legge obiettivo, e punta sul completamento e la messa in sicurezza come priorità. Da sottolineare anche la scelta fatta sul risanamento del sistema societario dei trasporti, con la cessione dell'infrastruttura Fcu a Fs. Nel Defr inoltre ci sono alcune innovazioni da sottolineare come la sperimentazione del REDDITO DI INCLUSIONE ATTIVA, coerente con quello che fa il Governo nazionale, che non è un mero slogan e che va ad incidere sull'impoverimento delle persone. A breve porteremo in Aula il Piano sociale e avvieremo il percorso del Piano sanitario regionale, dove possiamo pensare ai temi strategici dei prossimi 3-5 anni. La Regione ha tutte le AGENZIE in pareggio di bilancio, e le società regionali sono in equilibrio. Su rifiuti e acqua serve un coinvolgimento del sistema delle autonomie dell'Umbria, e il protagonismo dei comuni sarà fondamentale per scelte strategiche. Il bilancio strutturalmente sano è frutto di scelte politiche e amministrazione tecnica razionale. E la SANITA' non è fattore secondario, perché le regioni che sono in deficit strutturale lo sono per problemi in sanità. La nostra sanità ha retto, contrariamente a quella di altre regioni, come la Lombardia dove da poco ci sono stati arresti per tangenti. Il BILANCIO ha invarianza fiscale: Irpef, Irap e bollo auto sono invariate per il quindicesimo anno consecutivo se consideriamo la maggioranza e per il sesto anno consecutivo con la mia Giunta. Inoltre nel bilancio non si tagliano risorse al welfare, o alla ricerca. Ma si taglia molto sulla macchina e sulla capacità di indebitamento”. TB/MP/AS/PG/DMB
