LAVORI D’AULA (2): APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE SULLA RICOSTRUZIONE POST SISMA 2016

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza (13 sì di Pd-SeR, Misto RP, Misto MdP; 7 astensioni di FI, FdI, Misto Umbria Next, Lega, M5S) le “Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016”, predisposte dalla Giunta regionale.

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16 Ott 2018 16:30

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(Acs) Perugia, 16 ottobre 2018 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza (13 sì di Pd-SeR, Misto RP, Misto MdP; 7 astensioni di FI, FdI, Misto Umbria Next, lega, M5S)le “Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016”, predisposte dalla Giunta di Palazzo Donini.

Punti centrali della legge sono la riduzione della vulnerabilità sismica e il rafforzamento della percezione di sicurezza delle popolazioni. Viene poi affrontato il tema delle delocalizzazioni, laddove le condizioni delle aree di sedime attuali di edifici e insediamenti non siano in grado di garantire sicurezza o per incrementare la sicurezza degli insediamenti e degli spazi pubblici. Per tutti i comuni del cratere un migliore raccordo con la pianificazione di protezione civile. Particolare attenzione viene posta alla ripianificazione, per riqualificare e mettere a sistema le aree trasformate a seguito del sisma e delle attività svolte nella fase di emergenza. Previsto il ‘Master plan’ per lo sviluppo della Valnerina e Spoleto utile a raccordare la fase di ricostruzione con quella dello sviluppo delle aree maggiormente colpite;

EMENDAMENTI APPROVATI: Gli emendamenti dei consiglieri Brega, Leonelli e Chiacchieroni (PD): inserimento porzioni di territorio maggiormente colpite dal sisma nella disciplina urbanistica prevista per i comuni più colpiti della Valnerina; previsione di un Masterplan per lo sviluppo del comune di Spoleto. Approvati due emendamenti di Attilio Solinas (Misto-Mdp) rispetto alle funzioni dell’Osservatorio e sulla necessità di pubblicità e trasparenza sulle varie procedure. Ok anche agli emendamenti dei consiglieri Chiacchieroni (PD), Rometti (SeR) e Solinas (Misto-MdP) su: fruizione del diritto alla casa in linea con le dinamiche e i bisogni dei territori comunali di riferimento; incremento del 30 per cento della Suc di edifici destinati al ricovero di animali e spazi connessi all’attività zootecnica, per innalzare benessere animale.

EMENDAMENTI BOCCIATI: gli emendamenti del consigliere Emanuele Fiorini che si proponevano di: ricomprendere anche il Comune di Spoleto nei benefici dedicati alle aree più colpite del cratere; incrementare del 40 per cento la Suc di edifici destinati al ricovero di animali e spazi connessi all’attività zootecnica, per innalzare benessere animale e favorire visite turistiche aziendali. No anche a quelli dei consiglieri Fiorini e Mancini contrari alla trasformazione di Umbria salute in Umbria salute e servizi. Bocciati anche quelli del consigliere Roberto Morroni (FI) su: inserimento del Comune di Spoleto nel Master Plan per lo sviluppo; introduzione dell’intesa preventiva tra Regione e Comuni per l’individuazione dei centri storici e borghi caratteristici.

ORDINI DEL GIORNO Approvato all’unanimità il documento firmato da Chiacchieroni, Fiorini, Liberati, Morroni, Ricci e Rometti che chiede alla Giunta regionale di “inserire nel ‘Masterplan per lo sviluppo della Valnerina e del Comune di Spoleto’ una specifica modifica del Piano regionale dei trasporti che preveda il miglioramento del collegamenti in Valnerina, in particolar modo lo svincolo per Cascia, il collegamento con la Foligno-Civitanova via Sellano all'altezza di Scopoli e tutti gli altri interventi volti a favorire il raggiungimento dei territori della Valnerina, indicati dagli Enti locali, dall'Assemblea legislativa e dai soggetti interessati”. Unanime parere positivo anche per il testo firmato da Rometti, Solinas, Chiacchieroni e Ricci che chiede alla Giunta regionale la “riorganizzazione organica delle competenze delle società oggetto della legge regionale n. 9/2014, nonché di salvaguardare l'occupazione e la professionalità del personale di Umbria digitale e di individuare le risorse economiche, umane e professionali necessarie allo sviluppo dell'Agenda digitale della Regione Umbria”.

INTERVENTI

Claudio RICCI (Misto-Rp/Ic): “VALUTAZIONE POSITIVA A UN DISEGNO DI LEGGE CHE È UN VERO E PROPRIO TESTO UNICO CHE CHIARISCE E SEMPLIFICA, E METTE INSIEME LA RICOSTRUZIONE CON LO SVILUPPO. Esprimeremo un voto positivo perché un’opposizione costruttiva deve avere un senso di doverosa responsabilità verso la regione, i suoi cittadini, le sue imprese. Questo ddl è un testo unico di riordino normativo, che con coraggio viene reso flessibile per tre ambiti territoriali e per tre diverse connotazioni di paesaggio. Un testo unico che chiarisce e semplifica: le norme regionali prevalgono sugli strumenti urbanistici dei comuni. Limitando così la necessità dei piani attuativi, portando una forte semplificazione, con minori tempi di rilascio delle autorizzazioni. Un ddl che mette insieme la ricostruzione con lo sviluppo, con strumenti legati allo sviluppo del territorio. E mi auguro che venga previsto un miglioramento delle infrastrutture stradali. Questo ddl pone una forte attenzione alla qualità del paesaggio, cercando di anticipare i contenuti del piano paesaggistico regionale inserendo aspetti importanti come la verifica paesaggistica, intesa come metodo. Nel testo finalmente si cristallizza cosa si intende per temporaneo: si tratta di opere edilizie utili e necessarie per l’assistenza alle persone e per servizi accessori. E sono tali fino a quando servono. Il testo unico individua strumenti urbanistici molto flessibili: penso ai termini di delocalizzazione, soprattutto negli spazi rurali, o ai cambi di destinazione d’uso, alle modifiche delle sagome. Strumenti di flessibilità urbanistica tradotti nel ddl con grande coraggio nella logica della semplificazione reale. Per la ricostruzione la Regione si è dovuta munire di uno strumento pubblico qualificato: modificare la natura di Umbria Salute aggiungendo la parola servizi. Era l’unico strumento utilizzabile. E questo per evitare l’alternativa che sarebbe stata Invitalia. Una centralizzazione nazionale che sarebbe stata più lenta negli esiti concreti. Questo determina una centrale unica di acquisto regionale e una centrale di committenza. Grazie a questo strumento gran parte degli interventi pubblici di ricostruzione vengono già attivati. Infine da sottolineare la proroga dei termini della legge regionale che consentiva la ricostruzione del 1997 in Umbria, che consente di utilizzare i 200milioni di euro per completare gli interventi in atto. In conclusione voglio ricordare l’importanza dell’organizzazione delle risorse umane dei singoli comuni coinvolti, determinante per la velocità e l’operatività. Inoltre occorre monitorare che vi siano le risorse necessarie per alimentare la ricostruzione, risorse per cassa. Questo ddl è testo unico flessibile, destinato a numerose modifiche. E per questo mi auguro che sia approvato in forma unanime; oggi non è la fine del percorso normativo ma solo l’inizio. Con questo strumento si inizieranno a investire per lo sviluppo dell’Umbria circa 280 milioni di euro. Una ricostruzione ben gestita significa dotare l’Umbria di un motore di sviluppo turistico economico del territorio di straordinaria importanza”. Marco SQUARTA (FdI): “NON VOTERÒ QUESTA LEGGE. LA FASE EMERGENZIALE È STATA GESTITA BENE. LA FASE DELLA RICOSTRUZIONE ANCORA NON È PARTITA A DUE ANNI DAL TERREMOTO. Questo è un aspetto fondamentale, che non consente i toni enfatici che ho qui sentito. Ci sono state difficoltà gestionali per i due terremoti ravvicinati, che colpiscono un territorio eterogeneo rispetto ad altri sismi. Un territorio già colpito fortemente dalla crisi economica. Per questo il terremoto ha avuto conseguenze devastanti per la nostra regione. La fase della emergenza è stata molto positiva, con una Regione che ha saputo reagire. La fase successiva ha riscontrato delle forti lacune che sono sotto gli occhi di tutti: macerie in strada, casette e stalle consegnate con difficoltà. C’è un totale stallo della fase post emergenziale. Servono riforme strutturali per superare le lentezze della macchina amministrativa. Si deve avere il coraggio di farlo. Il decreto sulla ricostruzione ‘189/16’ non poteva funzionare con una governance lunga e complessa. Se la politica non capisce che si deve arrivare ad una riforma della pubblica amministrazione non ne verremo mai fuori. L’emergenza non si può affrontare con la medicina canonica della PA italiana. Le ordinanze che si sono succedute nei mesi hanno dimostrato quanto centro e periferia siano distanti. Il tempo è una variabile fondamentale nella ricostruzione e la mancanza di analisi del fattore tempo è uno dei limiti più evidenti. Il centro operativo regionale dell’Umbria ha impiegato più di due anni per i sopralluoghi da effettuare negli edifici. Il centro storico di Norcia è tornato a fruire della viabilità solo nel mese di agosto del 2018. L’unico modello che può funzionare in emergenza è quello che va in deroga delle norme ordinarie. Oggi la ricostruzione non è partita se non per qualche edificio con danni lievi, e ancora non si sta procedendo alle ordinanze di demolizione e rimozione macerie. E questa è la ricostruzione che prendiamo come modello? Sono stati effettuati solo 285 sopralluoghi degli allevamenti zootecnici. L’Ufficio per la ricostruzione ha aperto la sede di Norcia a dicembre 2017 che è divenuta operativa a un anno e mezzo del terremoto con 7 unità. Parliamo di demolizioni: il piano di gestione per la rimozione delle macerie è stato approvato a gennaio 2017, dopo più di un anno, ed è diventato operativo dal marzo 2017. Un anno e mezzo per fare divenire operativo il piano di rimozione macerie. I numeri delle domande di delocalizzazione, poi, rende difficile enfatizzare la ricostruzione. Per la tipologia A, su 118 domande 51 autorizzate; per la tipologia B su 107 domande solo 44 autorizzate; per la tipologia C su 181 domande, autorizzate 111. E questo ritardo comporta la sospensione dell’attività economica, con tutti i rischi e conseguenze che comportano a livello economico nell’immediato. E noi abbiamo il coraggio di dare una valutazione positiva alla fase della ricostruzione?” Silvano ROMETTI (Ser): “GUARDARE AL FUTURO PER SUPERARE LE DIFFICOLTÀ. Le Regioni devono lavorare per riguadagnare autonomia rispetto alle decisioni nazionali. Queste norme vanno in deroga per cinque anni ma si muovono all’interno del quadro legislativo statale. Trovo positivo aver inserito la ricostruzione nel contesto della qualità paesaggistica anche se non abbiamo potuto anticipare le norme del piano paesaggistico. Ci vorranno anni per la ricostruzione ed è importante conciliare le deroghe con il rispetto del paesaggio. La legge prevede alcune semplificazioni per le procedure che ridurranno di ridurre i tempi. Importante garantire alla Valnerina una viabilità più adeguata. Condivido la preoccupazione rispetto al ruolo di Umbria digitale e su questo l’Assemblea dovrà prendere una posizione, senza naturalmente bloccare questa legge. Forse questa legge non sarà risolutiva ma è sicuramente fondamentale per affrontare la ricostruzione, che avrà bisogno di adeguate risorse nazionali”. Sergio DE VINCENZI (misto Umbria Next): “Il dibattito su Umbria salute e Umbria digitale non è pretestuoso. Si tratta dell’ennesima scelta della Regione per modificare i contenitori senza risolvere i problemi. Si poteva pensare una legge ad hoc per modificare il quadro, agendo con un briciolo di coerenza e attenzione verso chi in quelle strutture ci lavora. Il riordino delle centrali di committenza prevede l’acquisizione di personale per Umbria salute e servizi quando invece la legge non prevede questa possibilità. In Commissione è stato votato un parere, supportato dagli uffici, che ribadiva l’impossibilità di acquisire personale in quella società. Vengono spostati competenze e servizi senza spostare il personale che dovrebbe garantire i servizi. Verrà assunto altro personale con i soldi del terremoto, togliendo risorse alla ricostruzione. Sarebbe stato più logico separare le due cose, annullare alcuni incarichi, fare un centro unico. La Regione sembra riconoscere di non essere in grado di fare appalti, anche se la legge dice che Umbria salute potrà usare il personale regionale proprio per fare gli appalti. Questa norma creerà ulteriori precari. Non è neppure chiaro quale sarà la disciplina di controllo degli appalti. Sappiamo che c’è bisogno di una legge sulla ricostruzione, ma serviva un provvedimento meno frettoloso. In questo modo saremo costretti a votare contro”. Roberto MORRONI (Forza Italia): “UN TESTO IMPORTANTE GIUNTO AL TERMINE DI UNA AMPIA FASE PARTECIPATIVA. Non si tratta di una legge perfetta, ma essa serve all’Umbria. Non si possono scegliere approccio ideologico, rinunciando alla ricerca di un mondo perfetto. Vanno intercettate tre esigenze: la velocità della ricostruzione per evitare lo spopolamento; qualità della ricostruzione per non ledere il pregio di quelle realtà; sicurezza antisismica affinché le strutture siano solide e durature. Alcune parti della norma non convincono, come la questione di Umbria digitale e Umbria salute. Alcune delle relative dinamiche sono avvolte nel mistero e riguardano probabilmente questioni interne alla maggioranza. Dire no spesso è più semplice e più comodo; governare richiede responsabilità, capacità e oneri. Non voterò contro il documento, dato che dobbiamo adattare i nostri comportamenti superando le vecchie liturgie”. Emanuele FIORINI (Lega): “PROVVEDIMENTO PESANTE ED INADEGUATO - Il disegno di legge in questione è importante, l’obiettivo è quello di garantire risposte certe ai cittadini e alle famiglie terremotate. A due anni di distanza si cerca però di porre rimedio alle incertezze dei precedenti governi di centrosinistra. Con questo provvedimento non si va certo verso alcuna velocizzazione e sburocratizzazione. Si tratta di un provvedimento pesante ed inadeguato, di un testo che va a modificare nove leggi regionali con il rischio che possano emergere illegittimità di fronte alla Corte Costituzionale. Le scelte fatte in merito ad Umbria Salute ed Umbria Digitale mettono a repentaglio figure professionali. Non vorremmo che questa operazione serva per nuove poltrone utili a tentare di salvare la sinistra umbra. Sono rimasti inascoltati i vari soggetti interessati alla ricostruzione e quindi le loro proposte per migliorare il testo. L’articolato è pesante ed ingessato, con le amministrazioni locali troppo emarginate. Per il Master plan non ci sono risorse. Rispetto ai nostri emendamenti sull’inserimento del comune di Spoleto tra quelli maggiormente colpiti, ricordo al presidente Brega che sono stati già bocciati dalla Commissione, mentre oggi la maggioranza ne presenta di analoghi. Quindi non siamo disponibili a ritirarli anche perché le nostre richieste vanno oltre a quelli annunciati da Brega”. Gianfranco CHIACCHIERONI (Pd): “STRUMENTO EFFICACE E SNELLO - Dallo scorso mese di luglio stiamo lavorando con costanza su questo strumento, che oggi possiamo definire efficace e snello. Invito quest’Aula a tenere in considerazione il territorio di cui stiamo parlando. La Valnerina è una zona che può sembrare marginale, ma rappresenta invece un giacimento culturale e naturalistico di straordinaria importanza. Parliamo di un territorio dove c’è la zootecnia più florida dell’Umbria. La Valnerina esprime valori altissimi a partire dalla presenza del Patrono d’Europa, San Benedetto. Oggi siamo chiamati a fronteggiare una emergenza ambientale come Castelluccio e la sua piana. Tutti siamo chiamati ad uno sforzo comune per avviare la ricostruzione, ma anche per la riprogettazione della Valnerina. Importante è l’ordine del giorno che saremo chiamati a votare a margine di questo atto, cioè il ripensare i servizi fondamentali quali la viabilità. Non ci si può limitare a ricostruire soltanto com’era prima, ma è necessario mettere a leva tutti i valori di cui la Valnerina dispone. Il nostro dovere è quello di fare un buon utilizzo dei fondi pubblici attraverso una adeguata progettualità e nuove idee di sviluppo. Su questo atto legislativo la partecipazione è stata larghissima e le questioni urbanistiche sono state affrontate in modo esaustivo. Fare di Umbra Salute e Servizi il soggetto aggregatore è un passaggio fondamentale per avviare le gare. Il Partito democratico voterà convintamente questa legge”. Catiuscia MARINI (presidente della Giunta): “La Regione poteva affrontare la ricostruzione con le sole normative nazionale ma abbiamo ritenuto di adottare un disegno di legge unitaria ad hoc in materia di urbanistica, edilizia e sviluppo economico. Credo che la nostra sia stata una scelta corretta, per non abbandonare i cittadini e i professionisti impegnati nella ricostruzione. Il Comune di Spoleto può utilizzare le norme speciali per affrontare la ricostruzione ma questo solo per un periodo e solo per la ricostruzione, non per la normale gestione urbanistico edilizia. Le regole, nella ricostruzione, sono la qualità e la sicurezza. I piani regolatori e i piani attuativi restano vigenti ma le varianti e gli interventi di semplificazione avranno tempisitiche speciali e ridotte. Per i 1500 edifici lesionati nel Comune di Spoleto, molti dei quali sono beni culturali, su 15mila edifici lesionati complessivamente dal sisma, potranno essere adottate le norme per la ricostruzione, ma certe norme valgono solo per gli abitati distrutti e per i Comuni del cratere. Grazie a questa legge i Comuni potranno affrontare temi rimasti insoluti per mancanza di risposte normative. Il decreto dignità ha reso più complessa la situazione per le aziende che hanno assunto personale a termine per la ricostruzione e che non potranno rinnovare i contratti. Servono norme nazionali per agevolare la ricostruzione, cambiando anche il modello organizzativo del commissario unico, delegando a presidenti di Regione e sindaci. La Sovrintendenza ha dato parere negativo su 1 pratica per la ricostruzione privata su 800, quindi non esiste questo tipo di problema. Poniamo fine alle polemiche politiche sulla ricostruzione, che non servono e sono sterili. Il percorso della ricostruzione sarà lungo e complesso, quindi basta polemiche e mettiamoci al servizio delle comunità colpite dal terremoto”. Valerio MANCINI (Lega): “QUESTA LEGGE PRENDE UNA STRADA TORTUOSA CHE SOTTOPONE TUTTA LA MACCHINA DELLA RICOSTRUZIONE A CONTRACCOLPI PESANTI. La parte del testo che abbiamo chiesto di stralciare non ha nulla a che fare con la ricostruzione post terremoto. Non serve allungare la macchina amministrativa dell’Umbria: la ricostruzione post sisma del 1997 andava presa ad esempio, era una buona piattaforma da cui ripartire. Invece il Governo centrale ha voluto accentrare tutto, cercando di evitare ipotetiche irregolarità di controllo di spesa. E la macchina burocratica messa in piedi dal Governo Renzi e dai suoi Commissari ha di fatto annichilito quella capacità organizzativa. In in questa legge voi avete appesantito la parte della ricostruzione pesante con norme che nulla hanno a che fare. Voi state declinando norme burocratiche secondo un dettame politico e non tecnico. Siamo a due anni dal sisma. Due anni per fare una legge, due super commissari che hanno fatto modifiche alle loro stesse direttive, che hanno costretto comuni e uffici a rifare atti più volte. Noi vogliamo essere costruttivi e lo abbiamo dimostrato in questi anni con la vicinanza ai cittadini colpiti dal terremoto. Spoleto, ad esempio, non è stata danneggiata in misura marginale: ha avuto 1200 sfollati. Ma la situazione della nostra Regione è chiara: la disoccupazione più alta, il pil in detto calo, infrastrutture negative, situazione di viabilità in difficoltà, la questione dell’aeroporto: il sistema Umbria è malato perché non solo perché ha avuto il terremoto, ma perché in questi cinquanta anni non avete voluto individuare degli uomini e donne capaci, ma solo vostri amici politici”. Eros BREGA (Pd): “QUESTA LEGGE NON MERITA DIVISIONI MA CONDIVISIONI. Chiedo un’assunzione di responsabilità a tutti i colleghi. Non accettiamo lezioni da chi non partecipa e non conosce. Maggioranza e opposizione si sono confrontate dal 24 agosto su questo testo. Anche gli emendamenti delle opposizioni sono stati valutati. Serve uno spirito di correttezza e non un atteggiamento irrispettoso per chi ha lavorato sl disegno di legge. Il testo cerca di fare quel che è possibile per dare risposte ai cittadini sui problemi concreti del terremoto. Umbria Salute non è un carrozzone per assunzioni. Serviva un centro appaltante e l’unica stazione appaltante che abbiamo è Umbria Salute. Non confondiamo i problemi occupazionali di alcuni dipendenti con il terremoto. Su Spoleto noi abbiamo raccolto quello che l’Amministrazione comunale di Spoleto ha chiesto alla Regione: farsi carico del territorio toccato dal terremoto”. Andrea LIBERATI (M5S): “VOTEREMO UN’ASTENSIONE DI INCORAGGIAMENTO. Non siamo stati convinti dai rilievi e dalle osservazioni della Giunta e dalla maggioranza. Però è bene che ci sia la consapevolezza dei limiti di questo testo. Voi stessi ve ne rendete conto tanto da annunciare rivisitazioni del testo. Il disegno di legge sconta l’elefantiasi burocratica. Resta un problema metodologico a monte: servirebbe un maggiore coordinamento tra Regioni e Governo nazionale per una legislazione univoca in tema di catastrofi ed emergenze. Sulla fase dell’emergenza abbiamo più volte mosso critiche alla gestione delle risorse. Ma questa non è la sede per parlare di emergenza”. AS/MP/PG/DMB/TB

Ultimo aggiornamento: 22/10/2018