LAVORI D'AULA (1): MANOVRA DI BILANCIO 2016 - LE RELAZIONI DI SMACCHI (PD) PER LA MAGGIORANZA E MANCINI (LN), CARBONARI (M5S) PER LE OPPOSIZIONI
In corso a Palazzo Cesaroni la seduta d'Aula dell'Assemblea legislativa dedicata alla discussione e approvazione della manovra finanziaria 2016 e triennale. Illustrate le relazioni della maggioranza (Andrea Smacchi-PD) e delle opposizioni, Valerio Mancini (Lega Nord) e Maria Grazia Carbonari (M5S). Presentati 34 emendamenti che verranno discussi nel corso del pomeriggio.
05 Apr 2016 16:00
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(Acs) Perugia, 5 aprile 2016 – Iniziata la seduta d'Aula dell'Assemblea legislativa dedicata alla discussione e approvazione della manovra finanziaria 2016 e triennale. Illustrate le relazioni della maggioranza (Andrea Smacchi-PD) e delle opposizioni, Valerio Mancini (Lega Nord) e Maria Grazia Carbonari (M5S).
Alla sospensione dei lavori d'Aula, sul disegno di Legge di stabilità e alle relative Tabelle di spesa risultavano depositati 34 emendamenti (19 dei consiglieri Barberini, Brega, Smacchi e Guasticchi-PD; 1 di Rometti-SeR; 8 dei consiglieri Fiorini e Mancini-LN, Nevi-FI, Squarta-FdI, Ricci e De Vincenzi-RP; 4 dei consiglieri Fiorini e Mancini-LN; 1 dei consiglieri Chiacchieroni, Solinas e Casciari-PD; 1 dell'assessore Bartolini).
Gli EMENDAMENTI che apportano modifiche alle tabelle di spesa comportano spostamenti delle risorse da un programma all'altro ammontano a 4milioni 935mila euro così individuati per quanto riguarda la fonte di prelievo: 2milioni 350mila dalla legge “1/2009” che finanzia le attività di Sviluppumbria; 1milione 200mila dai fondi per il funzionamento degli organi istituzionali; 450mila dalla legge “30/2000” che finanzia le attività dell'Aur; 350mila dalla legge “13/2013”-Testo unico turismo [gestiti da Sviluppumbria]; 335mila dalla legge “19/2009” sullo sport; 100mila euro dalla legge “24/2008” che finanzia le attività della Scuola Villa Umbra; 100mila euro dalle spese del personale; 50mila euro dalla legge “18/1990” interventi a favore di immigrati extracomunitari. Tutte queste risorse sono destinate a vari interventi in materia di: sicurezza, sociale, anziani, disabili, sostegno allo sviluppo, manifestazioni storiche, edilizia residenziale pubblica.
LE RELAZIONI
ANDREA SMACCHI (PD-RELAZIONE DI MAGGIORANZA): “BILANCIO SANO NONOSTANTE I TAGLI. SERVE ROMPERE LO SCHEMA DELLA CONSERVAZIONE. Con questa prima manovra di bilancio la nuova maggioranza traccia le linee fondamentali di crescita, di sviluppo e di tenuta socio-economica del sistema regione. La Regione, malgrado i tagli della legge di stabilità e i vincoli del pareggio di bilancio, mantiene gli equilibri di bilancio e l'affidabilità dei conti, all'interno di una invarianza della pressione fiscale e senza alcun taglio dei servizi. La Regione ha una SOLIDITÀ FINANZIARIA frutto di scelte orientate alla prudenza, rafforzata dal significativo margine di potenzialità fiscale disponibile. Per l'Umbria le manovre del governo hanno comportato per il 2016 un TAGLIO complessivo di 250 milioni di euro. Malgrado questo, anche per il 2016, come negli ultimi 10 anni, si è scelto di lasciare INVARIATA LA PRESSIONE FISCALE e confermare le agevolazioni ed esenzioni. I NUMERI: Il bilancio di previsione 2016, che ammonta a 2 miliardi e 940 milioni di euro di cui circa 1,809 miliardi destinati al fondo sanitario nazionale, garantisce in toto il cofinanziamento dei programmi comunitari, tenta di ridurre al minimo i tagli delle risorse per le politiche sociali che sono alla base della nostra idea di sviluppo, fa scelte importanti nei trasporti e nel turismo e nelle politiche culturali. Il CONTESTO Umbro è sempre più caratterizzato da trasformazioni sociali profonde; dall'impatto sulle famiglie della crisi; dalla popolazione che diminuisce e si invecchia; dai fenomeni migratori drammaticamente esplosi; dal formarsi di nuove povertà. In questo quadro vanno evidenziati all'interno della legge di stabilità regionale i 100mila euro a sostegno dell'assistenza legale per gli obbligazionisti umbri danneggiati dalla crisi degli istituti bancari. E i 2milioni di euro per i Comuni di Terni, Narni e della Valnerina dove ci sono impianti idroelettrici, risorse destinate allo sviluppo nel turismo e alla valorizzazione del territorio locale, dell'ambiente e del decoro urbano. SCELTE PRIORITARIE: oggi la politica deve fare un salto di qualità nel riorganizzare al meglio la spesa pubblica, cercando di ridurre al minimo quella improduttiva; ma soprattutto nel definire nuovi parametri per l'intervento del pubblico per creare o ricreare le condizioni necessarie per la ripresa e il rilancio della nostra economia, concentrando le risorse su linee di intervento prioritarie e i cui risultati siano fin da subito verificabili. Lavoro, impresa, stato sociale, accoglienza, famiglia, cultura, sicurezza, sono gli asset da potenziare e su cui si dovranno costruire le nuove linee programmatiche di intervento. C'è bisogno di un sistema di norme semplice e snello con cui le istituzioni e la politica dovranno eliminare diseguaglianze sociali e economiche tra i cittadini, aiutando i ceti più in difficoltà, e sviluppare la competitività dei nostri territori. FONDO PER LA LOTTA ALLA POVERTÀ: Rilevante la previsione di 12milioni di euro per la lotta alla povertà e volto a supportare i nuclei familiari più a rischio. Si tratta di risorse che la regione prenderà dalla nuova programmazione POR-FSE 2014/2020 ad integrazione di quelle previste dalla legge di stabilità nazionale. Una scelta importante che va nella direzione giusta. In Umbria i nuclei familiari con figli minori e con redditi Isee pari o inferiore a 3000 euro sono 6363. Tante, troppe famiglie che abbiamo il dovere di aiutare ricreando al più presto le condizioni per una vita dignitosa.
RINNOVAMENTO E INNOVAZIONE: rinnovamento e innovazione stanno trovando piena attuazione nei nostri territori; sempre più giovani ed imprese investono e rischiano risorse in progetti all'avanguardia, nella valorizzazione delle tipicità umbre. Compito delle istituzioni e della politica, è quello di collaborare affinché questa Umbria laboriosa e solidale si affermi. Per fare questo però dobbiamo modificare approccio e pensiero. L'Umbria che sta cambiando ha bisogno di maggior flessibilità, di avere strumenti sia operativi che legislativi aggiornati e adeguati in grado di dare risposte certe in tempi certi. FONDI COMUNITARI: Le risorse europee della programmazione 2014–2020, circa 1471 milioni di euro, cofinanziate in maniera importante dalla regione, che mette a disposizione dal proprio bilancio circa 239 milioni, potranno dare una considerevole spinta al sistema economico e sociale se sapremo sfruttare quell'effetto leva che la sinergia pubblico-privato ha dimostrato in passato di produrre pari a 7/10 volte le somme pubbliche investite e così costruendo basi solide per il rilancio economico della nostra regione. Troppo spesso però ci si trova ancora di fronte a meccanismi farraginosi, complicati; gli stessi bandi o misure da noi predisposti a volte hanno una soglia troppo elevata, pensati per le imprese più grandi e più strutturate, con la conseguenza che finiscono per tagliar fuori le piccole e micro imprese che rappresentano il 95 per cento del nostro sistema produttivo e rispetto alle quali dobbiamo avere maggiore attenzione e fare sicuramente di più.
È sempre più necessario ROMPERE LO SCHEMA DELLA CONSERVAZIONE che attraversa non solo la politica, ma anche mondi che in tempi recenti erano più attenti al contributo a pioggia anziché ad un reale investimento in innovazione. Dobbiamo superare questo modo di pensare che teme il cambiamento e qualsiasi forma di innovazione e che riguarda una classe dirigente larga oggi ancora troppo ferma e incline a guardare al passato come forma di autodifesa. Le istituzioni devono riprendersi il loro ruolo guida perché la loro debolezza può essere fonte di tentazione da parte di poteri economici e lobby che trovando spazi aperti hanno interesse ad occuparli; noi tutti oggi, a partire dal bilancio, abbiamo il compito di riaffermare quella autorevolezza e quella supremazia della politica nel senso più nobile della parola che in questo momento storico sembra venuta meno”.
VALERIO MANCINI-LEGA NORD (RELAZIONE DI MINORANZA n.1): “BILANCIO MOLTO RIGIDO, CHE NON DÀ GROSSE SPERANZE. DOCUMENTO AMPIAMENTE INSODDISFACENTE, NON SOLO A GIUDIZIO DELL'OPPOSIZIONE MA ANCHE A DELLA STESSA MAGGIORANZA. Lo dimostrano gli emendamenti presentati da parte del Pd, la cui entità economica e portata politica ne fanno in sostanza una vera e propria mozione di sfiducia mascherata. Non si potrebbe definire altrimenti la vera e propria bocciatura di Sviluppumbria e del suo operato. Come si potrebbe spiegare la proposta di aumentare in maniera netta le risorse per il sociale senza una condivisione di tale azione con la Giunta? Gli interventi proposti negli emendamenti di parte del PD sono condivisibili e addirittura fondamentali. Tuttavia non sono sufficienti ad assicurare a questa regione il progetto di sviluppo complessivo di cui ha disperato bisogno. Non bastano dei palliativi per risolvere la situazione: serve un programma pluriennale credibile e concreto, proprio quello che manca a questo bilancio. L’incapacità di programmare appare del resto in tutta la sua evidenza nelle previsioni di spesa indicate dalla maggioranza per il 2017 ed il 2018. Una previsione che costituisce il mero rispetto formale di un obbligo di legge, ma che certifica l’incapacità della maggioranza di guardare oltre il quotidiano. Mentre gli indicatori continuano a certificare la crisi del sistema umbro tutti i nodi irrisolti vengono al pettine: dall’inadeguatezza dei collegamenti stradali, ferroviari ed aerei alla gestione fallimentare del sistema di gestione dei rifiuti; dall’incapacità di tagliare drasticamente le liste d’attesa nella sanità, fino all’incapacità di sostenere famiglie ed imprese in questo momento di crisi. Questo bilancio è poco flessibile: su un totale di entrate di 2,940 miliardi solo 383 milioni, pari al 13 per cento, sono autonome. Cifra che però si riduce al 2,9 per cento, cioè solo 85 milioni di euro, in base al materiale che ci è stato dato in Commissione. C'è un aumento delle spese per il personale per l’effetto della farsa Renzi–Delrio: i costi sono stati spostati dalla Provincia alla Regione, facendo ingenti danni. Gli interventi settoriali diminuiscono per via dell’accantonamento a fondi di rischio obbligatorio che passano da 2 a 22 milioni di euro. Il bilancio dovrebbe inoltre mettere in campo politiche serie per l'invecchiamento della popolazione umbra. C'è pochissimo per il sostegno alle nascite. Anche con l'inclusione sociale qualcosa si sta facendo, ma per poche persone, con pochi soldi e per poco tempo. Sarebbe il momento di fare sforzi in più, riducendo la spesa corrente. Renzi non taglia un solo euro alla politica romana, ma pensa bene di rifarsi sui cittadini. Gli umbri sono un popolo che paga le tasse e quindi non è giusto tagliare loro le risorse. Il rapporto tra Stato e Regione è fondato sull’incertezza totale. Così la Giunta ha un atteggiamento opportunistico e poco collaborativo: ha presentato il bilancio a ridosso della data di scadenza, senza condividerlo con le opposizioni e soprattutto con le associazioni di categoria. L'Assemblea è da anni concentrata sulla riduzione delle spese di funzionamento e dispone di un budget ormai sufficiente solamente per la propria sopravvivenza funzionale. Se si eccettuano le spese obbligatorie non resta poi molto per l'attività istituzionale. Invece l'Assemblea legislativa ha una funzione importantissima che richiede uno stimolo per creare figure che possano sostenere l'azione di ogni singolo consigliere per fornire sempre più supporto alla Giunta con un contributo democratico e costruttivo nella speranza dell’ascolto. Crediamo sia arrivato il momento di dare una svolta a questa Regione sempre più isolata anche nel settore trasporti dove abbiamo un piano regionale sconclusionato. Siamo di fronte al declino irreversibile della ex Fcu. Oltre la penosa vicenda dell’aeroporto S. Francesco, e anche sulla Corte di Appello rischiamo la stessa cosa, con un declassamento in favore di altre regioni. L'Umbria, nel 2014, ha perso 1111 giovani perché emigrati altrove, si parla di 1600 nel 2015. Questa è la prova che tutto quello che facciamo non è sufficiente. Ci sono in sanità liste d'attesa lunghissime e non c'è un'azione per ridurle. Rischiamo di affossare la vitalità dell'agricoltura, un settore che porta avanti una tradizione radicata nel popolo umbro, con imprese che stanno competendo benissimo nel mondo. Anche per il sociale e per la disabilità si spendono un sacco di soldi per tenere in piedi una macchina burocratica che non fa arrivare i soldi a chi ha bisogno. Insomma, spero che ci sia una capacità di ascolto da parte della Giunta, proprio quella che è mancata negli ultimi mesi”.
MARIA GRAZIA CARBONARI-M5S (RELAZIONE DI MINORANZA n.2): “QUESTO BILANCIO NON È UN LIBRO DEI SOGNI, MA DEGLI INCUBI. VOTEREMO CONTRO. Questo è un bilancio che arriva tardi. E non è il primo anno. Abbiamo fatto una piccola verifica di quello che è successo nelle altre Regioni e noi siamo gli ultimi ad approvare il bilancio di previsione. È un fatto grave perché noi consiglieri ci siamo trovati ad avere questi documenti negli ultimi quindici giorni, ad analizzare un insieme di carte complesso con troppo poco tempo. E non è arrivato uno schema dettagliato delle spese. Tutto questo cambierà perché appena approvato questo bilancio cominceremo a sollecitare gli uffici per rispettare tutte le prossime scadenze. Questo bilancio più che un documento contabile a me sembra un libro degli incubi perché la quantità complessiva di entrate e di spese previste nel 2017 e 2018 si riduce notevolmente. Ho chiesto anche come era stato predisposto però ci hanno detto che non era dato saperlo perché al Consiglio ci vanno solo le missioni e programmi. Allora ragioneremo su questi, e chiederemo appena possibile il dettaglio della ripartizione in capitoli di spesa. Intanto la missione 1: servizi istituzionali e di gestione, assorbe circa il 16 per cento di tutte le spese delle missioni da 1 a 19. Una percentuale circa tripla rispetto a Marche e Lombardia. Le previsioni di competenza della missione 1 dal 2016 al 2018 restano sostanzialmente invariate, non abbiamo nessun calo. Le altre missioni invece sì. Le spese per ordine pubblico e sicurezza calano del 20 per cento nonostante l’aumento della criminalità nella nostra regione, definito allarmante dallo stesso presidente della Sezione penale in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Per istruzione e diritto di studio nell’arco 2016-2018 si passa da 28 a 20 milioni. Per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali c'è una riduzione dell’80 per cento passando da 20,3 a 4,5 milioni di euro. Politiche giovanili, sport e tempo libero passano da poco meno di 1 milione a 55 mila euro, con una riduzione del 95 per cento. Il turismo, su cui si dovrebbe basare la nostra economia, è ridotto dell’80 per cento, da 10,5 a 2,8 milioni di euro. L'edilizia abitativa del 99 per cento, passando da 30 milioni a 300 mila euro. La tutela del territorio e ambiente è quasi azzerata con un calo del 90 per cento, passando da 62,2 a 7,3 milioni di euro. I trasporti passano da 162 a 106 milioni. Le politiche per il sociale e la famiglia vengono quasi dimezzate. Il Sia, che sembra una brutta copia del nostro reddito di cittadinanza, offre nemmeno tre euro al giorno per i poveri, una cifra indegna. Cala di tanti milioni di euro, seppure in minore percentuale rispetto ad altre missioni, la Tutela della salute, da 1809 milioni di euro a 1648. Calo enorme anche per Politiche per il lavoro e formazione professionale, da 50 a 17 milioni di euro, e per Energia e diversificazione delle fonti energetiche, da 8 a 3,3 milioni. Si tratta di settori fondamentali per i bisogni primari dei cittadini (casa, salute, istruzione, sussistenza, ambiente), nonché settori che rappresentano un investimento nel capitale umano, nell’economia, nella salute dei cittadini e nel territorio. L’Umbria è una Regione povera di risorse e la nostra ricchezza consiste nelle persone, nell’arte e nel territorio. Questi sono tanto elogiati a parole dalla presidente, quanto abbandonati nei fatti, con una rinuncia o incapacità della Regione a soddisfare i bisogni dei cittadini ed erogare servizi basilari. Ci viene ossessivamente detto che l’Umbria è una Regione virtuosa, affermazione smentita dallo stesso articolo 5 di questo bilancio, che autorizzerebbe la Giunta ad indebitarsi per ben 202 milioni di euro nel 2016 per far fronte ad effettive esigenze di cassa. Gli oneri finanziari già assorbono enormi risorse, 589 mila euro solo nel 2016, e la Giunta vorrebbe continuare ad aumentare il debito pubblico regionale, senza specifiche visioni di investimenti in grado di ripagare questo debito e renderlo sostenibile. Bisogna anche stare attenti al rischio di aumento del differenziale negativo dei derivati. In questo bilancio ci sono ampissimi spazi di risparmio ed efficientamento, che potrebbero liberare risorse da impiegare per questi scopi. La Regione è forte con i deboli e debole con i forti. Non si toccati i concessionari delle acque minerali, che si arricchiscono con le risorse pubbliche, pagandole spiccioli. Così come con lo sfruttamento dell’energia idroelettrica. Pagano i cittadini, con una tassazione già alta e con un taglio drastico dei servizi a tutti i livelli. Non mancano invece sprechi e operazioni economicamente ingiustificate per la Regione, come l’acquisto per 7,5 milioni di euro di immobili dal disastrato Consorzio TNS. La Regione e le sue partecipate non riscuotono i propri crediti, come ad esempio da Roma TPL. La Regione concede immobili a titolo gratuito o con canoni fuori mercato in molti casi. Mantiene inspiegabilmente alcune partecipate, come Umbraflor, non per preservare posti di lavoro dei dipendenti, ma per metterci a capo un ex sindaco. Spende cifre enormi in consulenze esterne, invece che per assunzioni con regolare concorso. La stessa procedura di approvazione di questo bilancio è stata impropria, dato che si è fatto tutto in forte ritardo, con informazioni superficiali e talvolta incomplete. Gli emendamenti che presentiamo hanno la funzione di dare un contributo concreto. Si tratta di proposte di buon senso. La situazione è grave, questo bilancio lo attesta. La stessa Giunta che lo nega a parole, lo ammette con i numeri. La nostra Regione sta progressivamente morendo, giorno dopo giorno, ed è nostro dovere tentare di fermare il declino e invertirlo con tutti i mezzi che la legge ci concede”.
SCHEDA: CONTENUTI E SCELTE DELLA MANOVRA DI BILANCIO
La Regione Umbria presenta una situazione di complessiva SOLIDITÀ FINANZIARIA, frutto di scelte orientate alla prudenza, rafforzata dal significativo margine di potenzialità fiscale disponibile. La Regione ha rispettato il patto di stabilità interno, ha utilizzato la propria capacità di indebitamento al di sotto del limite consentito dalla legge, non ha fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, non è stata sottoposta ai piani di rientro in sanità, non è mai stata stata destinataria di segnalazioni della Corte dei Conti per squilibri di bilancio, presenta una situazione di tesoreria priva di criticità e i rendiconti regionali sempre parificati. La Regione non ha agito sulla LEVA FISCALE, tanto che la pressione fiscale regionale è rimasta di fatto inalterata nell'ultimo decennio. Sono state cancellate tutte le tasse di concessione, ad eccezione di caccia, pesca e raccolta tartufi; non è stata applicata l'imposta regionale sulle emissione sonora degli aerei; non è aumentata la tassa automobilistica, l'addizionale regionale sul gas metano è al minimo, l'Irap è stata ridotta in maniera selettiva.
Anche per la MANOVRA DI BILANCIO 2016-2018 le linee di indirizzo prevedono l'invarianza di tutte le aliquote dei tributi propri regionali; l'ulteriore razionalizzazione degli interventi regionali di settore; viene preservata la parte di bilancio che riguarda la tutela della coesione e della qualità sociale, con la salvaguardia delle fasce deboli della popolazione; c'è una ulteriore razionalizzazione delle spese di funzionamento dell'ente, pur tenendo conto quest'anno dell'impatto della riforma delle province; prosegue il percorso di miglioramento dell'efficienza dei processi di accertamento e riscossione delle entrate, con particolare riferimento alla tassa automobilistica; si confermano il cofinanziamento della nuova programmazione comunitaria, il ricorso al mercato per specifici investimenti settoriali e l'equilibrio in sanità.
Nella manovra c'è la CONFERMA DI AGEVOLAZIONI E ESENZIONI con la soppressione dell'imposta regionale sulla benzina di 2,5 centesimi il litro per finanziare la ricostruzione del sisma di Marsciano; mantenuta la riduzione del 50 per cento dell'Irap per le cooperative sociali di tipo A e l'esenzione totale per quelle di tipo B; riduzione del 10 per cento della tassa auto per i vicoli storici. I 10milioni di INVESTIMENTI, con ricorso al mercato, serviranno per 2,1milioni all'acquisto e manutenzione dei beni immobili, in particolare per quelli per il diritto alla studio di Perugia, 3 milioni per le infrastrutture per la mobilità e trasporto; 2,2 milioni per la forestazione e l'economia montana; 500mila euro per l'impiantistica sportiva, 500mila per il sistema museale; 1,7 milioni per il cofinanziamento del programma di investimenti.
Centrale, nelle SCELTE DI BILANCIO, il cofinanziamento della programmazione comunitaria, visto che le risorse per l'intera programmazione 2014/2020 sono di 1,471 miliardi di euro di cui 239 milioni a carico della Regione. L'impatto del bilancio regionale determinato dalla riforma delle Province che ha un costo totale solo per il personale di 8,9 milioni di euro, di cui 7,4 a carico del bilancio della Regione, a cui vanno sommate le spese di natura indiretta per circa un milione e mezzo di euro. Senza considerare il personale arrivato dalle Province, la spesa per il personale della Regione è di 58,2 milioni di euro nel 2016, in costante diminuzione negli ultimi anni.
LA LEGGE DI STABILITÀ
Il ddl Stabilità 2016 si compone di 13 articoli e prevede, tra le altre cose, un contributo di 10mila euro per la Fondazione centro studi 'Aldo Capitini' di Perugia; 100mila euro per la formazione del personale regionale; 500mila euro per la realizzazione di manifestazioni ed eventi per la promozione in Umbria del Giubileo della Misericordia; sostegno all'assistenza legale per gli obbligazionisti umbri danneggiati dalla situazione di crisi degli istituti bancari Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti; 2 milioni di euro, utilizzando le maggiori risorse derivanti dall'aumento delle tariffe del demanio idrico, a favore degli enti locali in cui sono collocati gli impianti di derivazione di acque pubbliche ad uso idroelettrico; ricondurre l'attività della Film commission all'interno dell'ufficio turismo della Regione.
DDL COLLEGATO
Riduzione del 15 per cento del canone di concessione delle aziende agrarie che fanno parte del patrimonio regionale; proroga del fondo di autoritenzione regionale per le aziende sanitarie, norma di autotutela per la gestione rischi; istituzione dell'Organismo strumentale per gli interventi europei che agevola la gestione finanziaria degli interventi finanziati dalle risorse europee; autorizzazione agli enti strumentali della Regione ad attivare anticipazioni di cassa. DMB/
