LAVORI D'AULA (1) BILANCIO REGIONE: INIZIATA LA DISCUSSIONE DELLA MANOVRA – LE RELAZIONI DI MAGGIORANZA (MARIOTTI - PD) E OPPOSIZIONE (LIGNANI MARCHESANI – FDI)
Si è aperta a Palazzo Cesaroni la discussione sugli atti che compongono la manovra di bilancio della Regione Umbria: bilancio, legge finanziaria e collegato. I lavori sono stati aperti dalle relazioni di Manlio Mariotti (Pd) per la maggioranza e Andrea Lignani Marchesani (FdI) per le opposizioni.
24 Mar 2015 00:00
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(Acs) Perugia, 24 marzo 2015 - La discussione sugli atti che compongono la manovra di bilancio della Regione Umbria, bilancio, legge finanziaria e collegato, si è aperta questa mattina a Palazzo Cesaroni con le relazioni di Manlio Mariotti (Pd) per la maggioranza e Andrea Lignani Marchesani (FdI) per le opposizioni.
L'esponente del Partito democratico ha evidenziato le difficoltà legate ai tagli ai trasferimenti statali alla Regione e alla perdurante crisi economica, rimarcando la scelta dell'Esecutivo regionale di mantenere l'invarianza della pressione fiscale, razionalizzare la spesa e mantenere l'equilibrio del sistema sanitario, salvaguardando il sociale e, in parte, la cultura dalla razionalizzazione della spesa. Il consigliere di Fratelli d'Italia ha invece sottolineato che questo bilancio è estremamente rigido, visto che dei 2,2 miliardi solo 11 milioni non sono vincolati; ha “un’enorme difficoltà” a trovare i 34 milioni di euro per il cofinanziamento dei fondi dell'Unione Europea; e dimostra la “coperta corta” delle riforme messe in campo dalla Giunta in questa legislatura.
MANLIO MARIOTTI (PD): “MANOVRA CHE DEVE FARE FRONTE AD UN CONTESTO RESO COMPLESSO DALLA CRISI E DAI TAGLI AI TRASFERIMENTI - La manovra regionale di bilancio per il triennio 2015-2017 continua a collocarsi in un contesto economico-finanziario particolarmente difficile e complesso, che risente ancora pesantemente della crisi in atto. Si intensifica l'azione di razionalizzazione e di contenimento della spesa che ha caratterizzato ormai da alcuni anni l'azione dell'amministrazione regionale, pur nella salvaguardia di un adeguato livello di servizi di tutela di tutti i cittadini umbri e senza ulteriori gravami fiscali sui cittadini e sulle imprese. A queste difficoltà si sommano: l'entrata a regime, a partire dal 2016, del principio costituzionale del pareggio di bilancio che comporterà, a partire dal prossimo esercizio, l'azzeramento degli investimenti conseguente al divieto di ulteriore indebitamento; la nuova programmazione comunitaria, che richiede maggiori risorse rispetto al passato per il cofinanziamento regionale comportando un'ulteriore riduzione dei margini di azione per le politiche regionali. Le LINEE GENERALI DI INDIRIZZO DELLA MANOVRA sono: invarianza della pressione fiscale regionale; rispetto dei principi del nuovo regime di armonizzazione contabile; manutenzione strutturale del bilancio e finanziamento delle spese di natura obbligatoria ed indifferibile; ulteriore razionalizzazione e qualificazione delle spese di funzionamento dell'ente regionale; prosecuzione dell'azione di perseguimento di sinergie per una più efficace allocazione delle risorse; equilibrio del sistema sanitario regionale.
Le Regioni hanno contribuito alle manovre statali più di tutti gli altri comparti ed in maniera sproporzionata rispetto al loro peso sulla spesa pubblica primaria complessiva. La manovra delineata nella legge di stabilità 2015, in aggiunta alle precedenti appare perciò quasi insostenibile per le finanze regionali e riduce di molto i margini di azione dei governi regionali. Margini ulteriormente ridotti dal mancato rispetto da parte del Governo degli impegni assunti nella Conferenza Stato-Regioni del 29 maggio 2014, con i quali l'Esecutivo aveva stabilito di farsi carico del taglio di 560 milioni di euro, corrispondenti a circa 8 milioni di euro per l'Umbria, previsto dalla legge di stabilità 2014.
LA LEGGE FINANZIARIA prevede il limite del ricorso al mercato: per quanto riguarda il 2015, oltre ai mutui e prestiti già autorizzati nell'esercizio precedente, per far fronte al presunto disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 è previsto un nuovo indebitamento per euro 16milioni e mezzo di euro. Viene stabilito il cofinanziamento con risorse regionali dei programmi comunitari nel triennio. Si coprono poi le spese eventualmente sostenute dai componenti esterni della Commissione per le residenze d'epoca. Vengono ampliati i canali di riscossione della tassa automobilistica con un conseguente miglioramento del rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione.
IL BILANCIO DI PREVISIONE conferma anche per il 2015, il mantenimento delle seguenti agevolazioni ed esenzioni: la soppressione dell'imposta regionale sulla benzina di 2,5 centesimi il litro in vigore per il passato esercizio e destinata al finanziamento degli interventi di ricostruzione connessi al sisma del 15 dicembre 2009; agevolazioni nell'acquisto di automobili ad alimentazione ibrida attraverso l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica; riduzione del 50 per cento dell'Irap per le Cooperative sociali di tipo A; esenzione totale dell'Irap per le Cooperative sociali di tipo B. Il tutto in un quadro che conferma la scelta centrale dell'Umbria di non fare alcun ricorso alla leva fiscale.
IL COLLEGATO contiene una serie di disposizioni che apportano modifiche alla legislazione di settore: anche per l'annata agraria 2014/2015 viene disposta la riduzione nella misura del 15 per cento dei canoni di concessione delle aziende agrarie regionali, che vengono riscossi dall'Agenzia forestale. Si stabilisce il trasferimento del personale attualmente in servizio presso la Comunità montana del Trasimeno, alla Comunità montana Alta Umbria, per una gestione più razionale ed efficiente delle funzioni. Si specifica l'ammontare del compenso del presidente del Consorzio di bonifica, pari all'indennità di funzione annua spettanti al sindaco di un comune con popolazione non superiore a diecimila abitanti, mentre agli altri componenti comunque non superiore a due, un compenso in misura non superiore al cinquanta per cento del compenso del presidente. Viene prorogata la riduzione del 10 per cento di compensi, gettoni, indennità, retribuzioni e altre utilità corrisposte ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo di enti ed agenzie regionali. Un’ultima modificazione, approvata in Commissione dopo una lunga discussione, riguarda l’esenzione del bollo per le auto storiche, che in qualche modo si rimette anche all’Aula per un confronto, eventualmente più approfondito al fine di poterne confermare i caratteri e i contenuti di utilità”.
ANDREA LIGNANI MARCHESANI (FDI): “VOTO CONTRARIO DEL CENTRODESTRA A BILANCIO TROPPO RIGIDO, CHE NON HA RISORSE PER IL COFINANZIAMENTO DEI FONDI UE, E CHE DIMOSTRA LA DEBOLEZZA DELLE RIFORME DI QUESTA GIUNTA - Ieri in Commissione abbiamo dimostrato il senso di responsabilità dell'opposizione, che non ha voluto fare ostruzionismo, permettendo che il bilancio fosse discusso oggi. Lo abbiamo fatto perché crediamo che si debba consegnare alla prossima legislatura un punto di partenza certo e consentire l’approvazione di alcune norme, primi fra tutti i testi unici in agricoltura e in sanità. Per porre un punto fisso a quel processo di riforma amministrativa e di riforme cui anche l’opposizione ha cercato di dare un contributo nel corso di questa legislatura. Anche se oggi abbiamo seri dubbi sulla sostenibilità di queste riforme. Grazie all’accordo politico trovato in Commissione è stato possibile il rinvio alla prossima legislatura di alcune norme di carattere etico, come quella sui rapporti tra uomo e donna, che necessitano di un approfondimento maggiore. Critichiamo fortemente questo bilancio. A parziale scusante della difficoltà c'è il dazio che le Regioni devono pagare in termini di sostenibilità finanziaria dell’intero Stato e i tagli a Comuni, Province e Regioni. Ma questo è parzialmente vero, perché queste disposizioni sono state fatte anche con i voti dei parlamentari eletti da questa maggioranza regionale. Gli stessi che hanno previsto quell’agenzia di coesione territoriale che è di fatto un ulteriore socio che si mette a tavola nella suddivisione dei prossimi finanziamenti comunitari dell’Unione Europea per il settennato 2014–2020.
LE CIFRE. Questo è un bilancio estremamente rigido. Lo dicono le cifre. Basti pensare che la manovra è di di 2,2 miliardi di euro circa, e che quasi l’80 per cento sono destinati rigidamente alla sanità, che più di 100 milioni al trasporto pubblico locale, e quasi tutto il resto va per le spese di funzionamento della Regione. Nel Documento annuale di programmazione sono stati dichiarati 56 milioni di euro come spese flessibili, cioè quelle spese su cui la politica può incidere con decisioni autonome. Anche fosse vera quella cifra, è evidente che deve essere ripensato il sistema Regione. Ma molti di questi fondi di fatto sono vincolati a una destinazione certa: 1 milione per il turismo, 7 milioni per il sociale, qualche milione destinato ulteriormente alla sanità. Quindi rimangono 11 milioni di euro, veramente pochi per determinare l'esistenza di organi politici che devono decidere l’allocazione di queste risorse.
IL COFINANZIAMENTO COMUNITARIO. Altra criticità è il cofinanziamento comunitario. Le scelte politico strategiche, le possibilità di agganciare lo sviluppo sono tutte vincolate alla partita dei fondi europei. Ma il miliardo e 500 milioni che verranno destinati nel prossimo settennato all’Umbria nel fondo sociale, nel piano di sviluppo e nel piano rurale, per essere erogati prevedono un cofinanziamento di circa 34 milioni di euro da parte delle Regioni e dei Comuni. In questo bilancio c’è un’enorme difficoltà a poter riuscire a centrare questo obiettivo del cofinanziamento. Si prevede esclusivamente la parte destinata al cofinanziamento del fondo di sviluppo e del fondo sociale, una cifra intorno agli 11 milioni. Una coperta cortissima, perché si punta al mercato da parte della Regione. Negli ultimi anni questo ricorso non era stato possibile per legge. Alla luce di artifici contabili è stato riaperta questa possibilità. In questa legge finanziaria ci sono ulteriori 16 milioni di indebitamento per le future generazioni di ricorso al mercato. Guarda caso una cifra quasi pari a quella che è destinata al cofinanziamento delle risorse comunitarie. Se non si fosse ricorso al mercato, non si sarebbe potuto cofinanziare i programmi comunitari, e questo dimostra la gravità di una situazione che necessita di interventi di razionalizzazione ben più radicali e pesanti.
LE RIFORME. Anche dal collegato alla finanziaria emerge la coperta corta delle riforme di questa Giunta regionale. Ad esempio con il trasferimento di risorse umane delle comunità montane dei monti del Trasimeno alla comunità montana dell’Alta Umbria per l’erogazione degli stipendi. Si arriva a prevedere la possibilità che altri Enti possano pagare gli stipendi perché i soldi di quella comunità montana sono bloccati dal tesoriere per i debiti contratti, Si apre una partita di giro, con l'acquisizione di beni delle comunità montane e con i fondi europei del vecchio settennato, con il rischio non solo della morosità di non vedere pagati i fornitori, ma anche con il rischio che questi fondi debbano essere restituiti all’Unione Europea addirittura con delle multe. Lo stato dell’arte è molto meno tranquillizzante di quello tratteggiato dal collega Mariotti.
Confermiamo il nostro voto contrario malgrado l'approvazione dell’emendamento presentato dal collega Dottorini, ma di fatto votato dal centrodestra, sul bollo delle auto storiche, perché questa manovra di bilancio dimostra tutta la gravità di una situazione di criticità, con falle di natura economica e finanziaria che possono aprirsi ogni giorno”. MP/DMB
