“La Lega non ha titoli per dichiararsi ‘tutrice di sicurezza e legalità’”
I consiglieri regionali Fabio Paparelli, Simona Meloni, Michele Bettarelli, Tommaso Bori (Pd), Thomas De Luca (M5S) e Donatella Porzi (Misto) chiedono di “rivedere i requisiti per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica”
07 Dic 2023 11:25
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(Acs) Perugia, 7 dicembre 2023 – “La Lega, in Umbria, non ha i titoli per dichiararsi ‘tutrice di sicurezza e legalità’, così come recentemente dichiarato dal segretario regionale, Riccardo Augusto Marchetti”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali Fabio Paparelli, Simona Meloni, Michele Bettarelli, Tommaso Bori (Pd), Thomas De Luca (M5S) e Donatella Porzi (Misto).
“Ricordiamo che il partito di Marchetti – proseguono i consiglieri di opposizione - ha governato Perugia e Terni negli ultimi dieci anni, riuscendo a portare le nostre città al primato nazionale di spaccio di droga e reati connessi. Ha fallito a livello regionale, indebolendo l’impianto generale delle politiche sulla sicurezza urbana, diminuendo le risorse a fronte dell’aumento dei reati e del disagio giovanile in tutti comuni umbri. Di fronte a questi palesi insuccessi, il partito di Salvini si accontenta di fare azioni propagandistiche sull’edilizia residenziale che hanno, come unico risultato, quello di colpire i più fragili, in particolar modo i minori. Una legge che prima di colpire gli spacciatori colpisce tutti coloro che hanno chiuso i propri debiti con la giustizia, andando ben oltre i vincoli costituzionali”.
“Curioso – sottolineano i consiglieri di minoranza - come il Segretario della Lega, partito che ha costretto la nostra regione a richiedere il referendum per permettere ai condannati di potersi candidare in Parlamento, salvo poi perderlo clamorosamente, oggi urli lo slogan ‘prima gli incensurati’ per risolvere l’annoso tema dell’accesso alle case popolari. Come se, nel nostro Paese, l’aver scontato per intero una pena detentiva o pecuniaria, non basti per essere riabilitato nella società. Evidentemente per Marchetti lo stigma di pregiudicato, non solo deve segnare, in eterno, l’esistenza di chi ha sbagliato, ma deve condizionare anche la vita dei suoi familiari, compresi i bambini, tanto da far perdere loro anche il diritto ad una casa popolare. Appellarsi al solo istituto della riabilitazione, per la riammissione, non tiene conto del fatto che quanti hanno avuto accesso a una casa popolare, non hanno le disponibilità economiche sufficienti per avviare questo procedimento, che prevede tempi lunghi, costi importanti per la tutela legale oltre che per l’eventuale estinzione totale dei risarcimenti. Una nuova pena nuovamente inflitta a una famiglia anche per condanne vecchie di decenni. Le posizioni ideologiche, a tratti discriminatorie, hanno portato la Lega a creare perfino veri e propri paradossi, come nel caso dell'esclusione dall’accesso ai contributi sugli affitti, per quanti hanno a loro carico sentenze passate in giudicato per reati connessi alla droga e alla prostituzione, mentre ne consente l'accesso per reati come l’associazione mafiosa o il riciclaggio. Persino una condanna per diffamazione costituisce motivo di esclusione. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la formazione delle graduatorie dei beneficiari e sul tema delle decadenze”.
“Pur consapevoli che la Lega avrebbe voluto, a tutti costi, piantare bandierine – continuano i consiglieri regionali - abbiamo lavorato affinché questo intervento normativo fosse almeno capace di innovare il settore dotandolo di una regolamentazione pensata per estendere i diritti e aumentare la capacità di risposta del sistema pubblico, finendo per unire davvero le politiche abitative con quelle sociali. L’Umbria aveva bisogno di una legge che ampliasse sensibilmente la capacità di offerta di edilizia residenziale e ciò si poteva realizzare obbligando tutti i comuni umbri a prevedere una quota minima di residenze da destinare alle emergenze abitative. Sarebbe stato altrettanto importante istituire un fondo unico, a valere sul bilancio di previsione, in cui far confluire stabilmente tutte le risorse disponibili dedicate alle politiche abitative, impegnando ogni anno almeno il 3 per cento delle risorse del Por Fesr per sostenere davvero la rigenerazione e la manutenzione degli alloggi”.
“La verità – concludono Paparelli, Meloni, Bettarelli, Bori, De Luca e Porzi - è che la Lega è buona solo ad alimentare guerre tra poveri. Invece che dare un contributo concreto per affrontare, anche sul fronte abitativo, le crescenti sacche di disagio sociale e povertà, si limita a sventolare le solite bandiere populiste ormai sempre più sbiadite. Ci auguriamo che il rinvio in commissione del nostro atto, così come è stato deciso in Assemblea Legislativa, per ridiscutere i casi limite e le incongruenze legate all’applicazione delle norme a livello temporale, possa portare ad una decisione matura, compatibile con la necessità di prevenire situazioni limite e non alimentare nuovo disagio sociale”. RED/dmb