(Acs) Perugia, 19 luglio 2010 - “Con la proposta di atto amministrativo di iniziativa della Giunta ‘Criteri e procedure per la programmazione territoriale dell'offerta di istruzione secondaria di secondo grado in Umbria, per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013’ si continua ad assegnare al Consiglio regionale un ruolo decisamente marginale rispetto al sistema di Istruzione”. Così il capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli, che interviene sui contenuti dell’atto illustrato stamani nella Terza Commissione consiliare e rileva come “la strada dell'inferno” sia sempre “lastricata di buone intenzioni, infatti, nonostante nelle dichiarazioni programmatiche la presidente Marini abbia fortemente sostenuto il rilancio dell'azione del Consiglio regionale, l'operato dei suoi assessori va in tutt'altra direzione”.
“Sulla questione del riordino del sistema scolastico – spiega l’esponente dell’Udc - non può essere giocata una partita al ribasso che punti esclusivamente sulla limitazione degli effetti dei tagli degli organici del personale docente e degli Ata, ma vanno perseguiti obiettivi più importanti ed ambiziosi, da condividere non solo con le istituzioni scolastiche e territoriali, ma anche con le famiglie e la gioventù umbra, al fine di restituire alla scuola la centralità formativa, necessaria e indispensabile sempre, ma ancor di più in questo difficile periodo di crisi”.
Monacelli rileva poi che nell’atto dell’Esecutivo, “invece di specificare l'impatto delle confluenze tabellari, previste dai regolamenti ministeriali, con la reale situazione della scuola secondaria di secondo grado dell'Umbria, si è preferito fare soltanto brevi accenni alle difficoltà, assegnando per di più alle Province, più che indicazioni strategiche una ‘normalizzazione della situazione attuale’”.
Il capogruppo Udc conclude la sua nota sottolineando come la Giunta regionale ponendo la procedura d'urgenza sul provvedimento, “oltre alla pretesa di liquidare in fretta e furia un atto organizzativo della scuola di valenza triennale, ha espresso la non volontà di affrontare complessivamente le varie questioni inerenti al sistema nazionale di istruzione e formazione, presenti nella nostra regione. È dunque – conclude - l'ennesima occasione persa, a tutto svantaggio della società civile umbra”. RED/tb