INTRAMOENIA: “L'INTERO SETTORE SARÀ RIORGANIZZATO” - IL CONSIGLIO REGIONALE RESPINGE LE DUE MOZIONI SUL RITIRO DELL'AUMENTO DEL 29 PER CENTO E L'ASSESSORE ASSICURA “MASSIMA DISPONIBILITÀ AL CONFRONTO”

Con un duplice voto negativo il Consiglio regionale ha respinto le due mozioni della minoranza, la prima a firma di Zaffini (Fare Italia) e Monacelli (Udc), la seconda di Maria Rosi e tutto il Pdl che chiedevano di ritirare l'atto per illegittimità e di aprire un confronto con medici e sindacati.

A tutti ha risposto la Giunta con l'assessore alla Sanità Franco Tomassoni che ha difeso il provvedimento, ma ha anche annunciato l'intenzione di rivedere tutto il sistema delle visite intramoenia, di dotare la regione di un tariffario e di volere aprire un ampio confronto con medici ed associazioni di categoria.

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29 Mar 2012 01:00

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(Acs) Perugia 29 marzo 2012 – Tutto il sistema delle compartecipazioni sanitarie, comprese le visite intramoenia, rientreranno a breve, entro aprile, nel redigendo Patto per la Salute cui sta lavorando il Governo nazionale assieme alle Regioni, e comunque è nella nostra volontà di riorganizzare il settore, arrivando a sottoscrivere una convenzione unica con i medici e un tariffario regionale delle prestazioni.

Lo ha detto a Palazzo Cesaroni l'assessore regionale alla sanità Franco Tomassoni, al termine di un lungo dibattito apertosi con la discussione delle due mozioni di minoranza, con le quali si chiedeva il ritiro dell'aumento del 29 per cento sulle visite intramoenia, presentate, nell'ordine da Franco Zaffini (Fare Italia) e Sandra Monacelli (Udc) e da Maria Rosi, a nome di tutto il gruppo consiliare del Pdl.

Prima del duplice voto dell'Aula che ha respinto le due mozioni – quella di Zaffini con 18 voti contrari e 3 a favore (Fare Italia, Udc, Lega Nord); la seconda sempre con 18 voti contrari, 6 favorevoli e due astensioni (Lega Nord ed Udc) - l'assessore Tomassoni ha precisato che sul nuovo provvedimento, “per il quale è stato già convocato un tavolo di lavoro in data 10 aprile, con tutte le parti sociali e le organizzazioni sindacali c'è la massima disponibilità ad aprire quella concertazione che, per esigenze di tempo non è stato possibile attivare al momento del varo dell'atto contestato”.


 

Illustrando per primo la sua mozione, Franco Zaffini ha ricostruito la genesi dell'atto , ricordando che l'Umbria ha deciso autonomamente di ricorrere all'aumento del 29 per cento, dopo aver sbagliato per due volte le previsione di entrata, prima con il ticket sui non esenti in base al reddito poi “tassando le visite in intramoenia alle quali non ricorrono i ricchi ma i comuni cittadini per ovviare al problema delle lunghe liste di attesa”. Contro quell'atto, ha ricordato Zaffini, “si sono opposti utenti cittadini e gli stessi sindacati, particolarmente agguerriti. Per questo, ha aggiunto, l'esecutivo dovrebbe ritirare l'atto in forma di autotutela, anche per evitare i costi finanziari dei tanti ricorsi presentati che la Giunta dovrà rimborsare. Si tratta di un atto illegittimo che doveva essere adottato con legge e che Toscana ed Emilia hanno potuto fare perché a suo tempo si dotarono di un tariffario concordato che l'Umbria ancora non ha”. Zaffini che ha definito illegittima anche la cosiddetta intramoenia allargata, ha suggerito la istituzione di un tavolo ricordando che la cifra di 10,5 milioni di euro mancanti, erroneamente calcolata in una prima fase in 3,7 milioni, si sarebbe potuta reperire con un ticket meno impattante, di soli tre euro a ricetta; invece si è voluto agire con spirito di fazione ignorando prima con il ticket di luglio, che non teneva conto che in Umbria solo un cittadino su quattro non è esente; poi con questo contestatissimo del 29 per cento”.


 

Le ragioni della seconda mozione sono state illustrate da Maria Rosi, (Pdl) prima firmataria del testo sottoscritto dall'intero gruppo Pdl sostenendo che, “oltre alla richiesta di ritiro con le stesse ragioni illustrate da Zaffini, la mozione Pdl chiede di impegnare la Giunta su soluzioni alternative all'aumento del 29 per cento, magari con percentuali ridotte fino al 19 per cento spostando l'altra parte dell'introito su ricette singole, con un solo euro aggiuntivo di ticket”. Anche per Maria Rosi “è stato commesso un errore evidente che la Giunta può rimediare solo ritirando l'atto e convocando intorno ad un tavolo medici e organizzazioni sociali”.


 

Nel successivo dibattito sono intervenuti:

Gianluca Cirignoni (Lega Nord) che ha apprezzato le due mozioni per chiarezza ed ha ipotizzato un aumento, solo a carico dei compensi spettanti ai medici, ma non sulle spalle dei cittadini ed ha sollecitato l'interruzione immediata delle visite intramoenia allargate, quelle che si fanno fuori dagli ospedali. Successivamente all'intervento dell'assessore Tomassoni, Cirignoni, ha definito grave la mancanza di un tariffario regionale per questo genere di visite ed ha invitato la Giunta a vigilare sul comportamento di alcuni professionisti.

Massimo Buconi (Psi) che ha motivato il suo no alle due mozioni sottolineando come “la scelta umbra sia stata meditata ed apprezzabile, perché selettiva e tale da non gravare indistintamente su tutti i cittadini applicando il ticket di 10 euro a ricetta, magari dandone la colpa al Governo Berlusconi che lo ha istituito. Per Buconi forse è mancata una preventiva partecipazione su un provvedimento come le visite intramoenia alle quali si ricorre un po' tutti e sarebbe da studiare bene che effetto hanno nei confronti delle liste di attesa”.

Paolo Brutti (Idv) “l'intento delle opposizioni è sfruttare il disagio dei medici; ma è un dato di fatto che il comune cittadino ha percepito questo provvedimento come un semplice aumento delle tariffe regionali e non una compartecipazione dovuta per effetto della legge nazionale”. Brutti ha invitato la Giunta a “riaprire il confronto anche in Commissione ed a mettere mano subito al tariffario regionale”.


 

Replicando agli interventi, l'assessore Franco Tomassoni, oltre ad annunciare la riunione già convocata per il 10 aprile e le intenzioni di rimettere mani su tutta la vicenda, anche in linea con l'orientamento del Governo che intende “far tornare le Regioni ad un ticket fisso”, ha ricostruito l'iter del provvedimento, a partire da quello di luglio sulle esenzioni per fasce di reddito, spiegando che “nel caso dell'intramoenia non si tratta di una tassa, ma di un ticket che trova la sua origine nella legge del 2006, voluta dal Governo Berlusconi”. L'assessore ha anche precisato che l'atto è legittimo in quanto concordato in più tempi con il Ministero e con le altre Regioni, e che comunque le prestazioni erogate in regime di intramoenia “rappresentano appena il 3,5 per cento (140mila in tutto) rispetto ai 4 milioni del totale e non vengono utilizzate per accorciare i tempi delle liste di attesa, in quanto in caso di effettiva urgenza, attestata dal medico, il servizio pubblico assicura la prestazione sanitaria in 3, massimo 10 giorni”.


 

Prima del voto finale ha preso la parola anche Sandra Monacelli (Udc), cofirmataria della mozione Zaffini, per dire che, “l'aumento del 29 per cento è stato adottato sorprendentemente in poco tempo e che troppo spesso negli ultimi tempi si fanno errori passibili di ricorsi e di stop ripetuti da parte del Tar, anche su atti di grande importanza”. Ha invece replicato all'assessore Franco Zaffini contestando il dato statistico sulle visite intramoenia, “non rappresentano il 3,7 per cento ma l'80 per cento se si considera il valore che assumono rispetto alle esigenze dei cittadini. La illegittimità dell'atto, ha aggiunto, è dovuta proprio alla mancanza di quel tariffario regionale che solo in Umbria non c'è e che ha permesso ad Emilia Romagna e Toscana di intervenire, proprio in forza di uno strumento già formalmente adottato”. GC/gc


 

Ultimo aggiornamento: 29/03/2012