INFORMAZIONE: “IN UMBRIA CRISI DEVASTANTE. SERVE LEGGE DI SISTEMA” - AUDIZIONE IN PRIMA COMMISSIONE DEI PRESIDENTI DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI E DELL'ASSOCIAZIONE STAMPA UMBRIA
Audizione in Prima Commissione, presieduta da Andrea Smacchi, del presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Umbria, Roberto Conticelli, e del presidente dell'Associazione stampa umbra, Marta Cicci. Secondo i rappresentanti del settore la chiusura del Giornale dell'Umbria è “solo l'ultimo caso di una situazione molto preoccupante. Il panorama dell'informazione in Umbria è devastante, serve una legge di sistema complessiva che tenga conto della crisi specifica della nostra regione”. *Foto dell'incontro
27 Gen 2016 00:00
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(Acs) Perugia, 27 gennaio 2016 - “La chiusura del Giornale dell'Umbria è solo l'ultimo caso di una situazione molto preoccupante. Il panorama dell'informazione in Umbria è devastante, serve una legge di sistema complessiva che tenga conto della crisi specifica della nostra regione”. Sono queste alcune delle indicazioni emerse ieri pomeriggio a Palazzo Cesaroni nel corso della Prima Commissione, presieduta da Andrea Smacchi, dove si è svolta l'audizione del presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Umbria, Roberto Conticelli, e del presidente dell'Associazione stampa umbra, Marta Cicci.
Il presidente Smacchi ha sottolineato come quella di ieri sia stata “la prima di una serie di audizioni per capire problematiche e prospettive connesse al mondo dell'informazione e dell'editoria in Umbria, al termine delle quali metteremo mano ad una risoluzione da portare in Assemblea legislativa per arrivare ad una proposta di legge, che è già nelle intenzioni della Giunta”.
Smacchi ha poi spiegato che la Prima Commissione, in accordo con il presidente della Terza, Attilio Solinas, ha deciso di iniziare un “percorso comune di visita negli istituti carcerari dell'Umbria, visto che in Prima è iniziato il percorso per la nomina del garante dei detenuti e in Terza è stata approvata una proposta di risoluzione sulle criticità del sistema carcerario”.
Nella seduta di ieri infine è stato presentato il programma di lavoro annuale della Commissione europea per il 2016 “visto che per la prima volta è prevista una sessione europea in Assemblea legislativa”.
INFORMAZIONE IN UMBRIA: L'AUDIZIONE E GLI INTERVENTI
Marta Cicci (ASU): “La vicenda del Giornale dell'Umbria è solo la punta emergente di un comparto in crisi. Una crisi che esiste a livello nazionale ma che in Umbria ha colpito in maniera particolarmente forte: rischiamo di essere relegati a funzioni di passaggio di gruppi editoriali più ampi, con il pericolo di vedere spazzata via tutta l'informazione regionale. Il Giornale dell'Umbria cesserà le pubblicazioni a fine mese, con l'invio delle lettere di licenziamento. Si conclude così una brutta vicenda editoriale, che lascia un vulnus all'interno del panorama informativo regionale. Come sindacato chiederemo l'attivazione della cassa integrazione. Il 9 febbraio è previsto un tavolo di crisi aziendale presso l'assessorato regionale per lo Sviluppo economico. Il Corriere dell'Umbria ha da poco rinnovato il contratto di solidarietà, che è presente in tutte le tv locali. Recentemente sono state chiuse due collaborazioni dell'Agi. Dai giornali alle agenzie fino alle tv, il panorama dell'informazione in Umbria è devastante. La crisi è trasversale e in tutti i media. L'Umbria è stata una delle prime regioni ad emanare una legge sull'informazione, che nel 2000 era molto innovativa ma che oramai è stata superata dai fatti. Molte regioni hanno deliberato recentemente in materia: Veneto, Molise, Toscana, lo sta facendo l'Emilia Romagna. L'Umbria, con una nuova norma, dovrebbe mantenere la prima genitura in capacità di anticipare i tempi e valorizzare il ruolo dei giornalisti, magari puntando sull'innovazione tecnologica ed evitando che la regione diventi terra di conquista di persone poco chiare che vengono da fuori. C'è la volontà politica di farlo: recentemente abbiamo avuto un incontro in Giunta per aprire un tavolo tecnico per valutare quali strumenti mettere in campo. Come sindacato abbiamo avuto problemi per i giornalisti nel processo di riordino delle Province, visto il tentativo di ricondurre queste professionalità sotto l'ufficio comunicazione”.
Roberto Conticelli (ODG): “Vorremmo dalle istituzioni un sostegno, un provvedimento di legge che tenga conto della crisi specifica umbra. Questa è una crisi che non si vede perché i giornali continuano ad uscire ma la forza lavoro si è dimezzata tra i professionisti e azzerata per i pubblicisti, visto che ne lavora meno di un decimo. Tra i mille e 600 iscritti all'ordine ci sono un migliaio di giovani pubblicisti in cerca di occupazione che non hanno alcuna prospettiva. Alcuni editori se ne approfittano come dimostra la vicenda del Giornale dell'Umbria. Ma anche il fatto che in Umbria c'è chi paga 2,5 euro per un pezzo, e c'è chi cerca di assumere giornalisti con altri tipi di contratto. Da una statistica dell'Ordine nazionale soltanto in Basilicata si legge meno che da noi, e siamo tra le ultime tre regioni ad aver sviluppato il web negli ultimi due anni. Nel panorama della comunicazione regionale c'è scarsa attenzione anche per una crisi endemica dei giornali. Ci sono colpe e responsabilità anche da parte nostra, ma vorremmo poter fare la nostra parte. Auspichiamo perciò un tavolo tecnico per approfondire non solo il problema del Giornale dell'Umbria ma quello dell'editoria in generale. L'obiettivo è quello di arrivare ad approvare un provvedimento legislativo che affronti le questioni dell'informazione in maniera complessiva. Da sottolineare che in Umbria abbiamo, nel settore dell'informazione, abbiamo due eccellenze come il Festival del giornalismo e la Scuola di giornalismo radiotelevisivo che la più formativa d'Europa”.
GLI INTERVENTI
Claudio Ricci (Ricci presidente): “Massima disponibilità ad una nuova legge perché la comunicazione è una materia prima per un territorio. Serve un atto ricognitivo sul quadro normativo nazionale e delle altre regioni, cogliere tutti elementi utili e propedeutici alla norma, formularla dal basso. Il dodicesimo rapporto sulla comunicazione in Italia, appena uscito, conferma i dati che ci sono stati illustrati. Venti milioni di italiani utilizzano 9 modalità diverse di acquisire informazioni. I poli informativi che resistono sono quelli che mettono insieme carta, radio, tv e multimedia. Questa è già un'indicazione da percorrere, insieme alla produzione di contenuti”.
Raffaele Nevi (Forza Italia): “La vicenda del Giornale dell'Umbria dimostra che serve maggiore prudenza nell'affrontare queste situazioni. Per la nuova legge chiediamo la vostra collaborazione nel segnalare buone pratiche messe in atto in altre regioni, e nel suggerire come rispondere alle rilevanti problematiche del settore. A volte c'è troppa vicinanza negativa tra istituzioni e un certo tipo di giornalismo, che mostra qualche limite rispetto alla necessità di avere un'informazione corretta: quando si toccano alcuni argomenti c'è qualcuno che smette di scrivere. Ma è un mondo spinoso e ne rispetto l'autonomia”.
Andrea Liberati (M5S): “Aspettiamo vostre idee per potervi dare una mano al meglio. Da giornalista dico che c'è un problema di asservimento da parte di troppi di noi, anche per mancanza di reti sindacali nazionali che non hanno affrontato il problema quando si doveva. Ora è tardi. C'è un problema di contenuti: serve un giornalismo che vada sulle notizie vere. Ci sono troppe commistioni tra editori e politica. Nel frattempo va avanti il giornalismo di strada e l'unica che resiste in questo disastro è la Rai che però, come altre grandi testate nazionali in Umbria, ha alti stipendi per pochi. Ci si chiede fino a quanto potrà andare avanti”.
Giacomo Leonelli (Pd): “La vicenda del Giornale dell'Umbria ha fatto emergere tutte le contraddizioni di una legislazione che consente una condotta piratesca. Quando collassa una testata non ci sono solo danni economici a famiglie e persone come per un'azienda comune, ma viene meno un importante polmone di democrazia e libertà. La facilità con la quale è possibile distruggere in pochi mesi una testata non ha come contrappeso una norma che non lo consenta. Condivido l'obiettivo della Commissione di elaborare un percorso di medio lungo periodo che possa aiutare un settore così importante con una proposta di legge. Valutiamo anche una mozione sul Giornale dell'Umbria perché le istituzioni umbre non possono rimanere silenti”.
Gianfranco Chiacchieroni (Pd): “Dobbiamo entrare dentro i nuovi processi dell'informazione per vedere che tipo di sostegno possiamo dare al settore regionale. I social network a volte hanno sostituto l'informazione locale, anche con la trasformazione di operatori del settore che prima avevano un'impostazione tradizionale. Per questo dobbiamo interessarci anche delle testate on line per entrare dentro questi processi e capire appieno la materia”.
Il presidente Andrea Smacchi ha sottolineato come “già queste prime audizioni tracciano un quadro preciso del settore. Giovedì prossimo proseguiremo ascoltando altre sigle per arrivare ad una risoluzione da portare in Aula, così da aiutare un settore molto importante. È opportuno che la Regione metta mano ad una norma sull'editoria che risale al 2000. Bisognerebbe fare un passo in avanti come è stato fatto in altre regioni, anche con la collaborazione dell'Ordine e dell'Asu per arrivare ad una normativa capace di sostenere organicamente l'editoria”. DMB/
