(Acs) Perugia, 9 novembre 2015 – “Conoscere le iniziative per tutelare i posti di lavoro, il pluralismo dell'informazione e l'identità di una testata come il Giornale dell'Umbria, che nel corso degli anni si è ritagliata un ruolo importante nel panorama umbro”. Questo quanto chiede il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) nella sua interrogazione a risposta immediata sulla situazione del Giornale dell'Umbria e sulla crisi dell'editoria regionale, che sarà depositata domani mattina.
Smacchi spiega che Il Giornale dell'Umbria è una “una delle testate della nostra regione soggette ad un profondo processo di cambiamento e ristrutturazione aziendale. I cambiamenti però stanno mettendo a rischio la qualità dell'informazione e il corretto rapporto tra proprietà e dipendenti; ne è l'esempio il licenziamento di una decina di giornalisti che da anni collaboravano con la testata da varie città umbre. Il Comitato di redazione – continua l'esponente del PD - ha denunciato il blocco della stampa del quotidiano, regolarmente confezionato, con una mail notturna da parte dell'editore. Giornale che non è quindi uscito nella giornata di domenica 8 novembre. Tale atteggiamento – sottolinea - è allarmante e mette a rischio un clima di confronto costruttivo, necessario in un momento di cambiamento e riorganizzazione aziendale come quello che sta vivendo il quotidiano di via Monteneri”.
“L'informazione – aggiunge Smacchi - è un elemento fondamentale delle democrazie, tutelato anche dalla Costituzione Italiana, che nell'articolo 21 recita, al primo e secondo comma: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Un sistema di informazione plurale è sinonimo di buona democrazia, portatore di dibattito e tutela di ogni forma di espressione, da quella della maggioranza a quella delle minoranze. La crisi che ha però colpito l'economia italiana – sottolinea - sta avendo conseguenze anche sull'editoria, che mostra un notevole calo dei fatturati e una minor redditività, con conseguenze sia a livello occupazionale che di qualità del servizio offerto”.
Il consigliere regionale del PD sottolinea poi che le difficoltà economiche che coinvolgono le imprese “stanno avendo conseguenze nei fatturati dei giornali legati alle pubblicità con un calo, dal 2014 al 2015, del 5,9 per cento per quotidiani e periodici, -7 per i quotidiani, - 3,9 per i settimanali, -4,2 per i mensili. Secondo il rapporto della FIEG che fotografa l'andamento economico del settore per il triennio 2011-2013 si evidenzia un calo costante dei fatturati: -2,1 per cento del 2011, - 9,9 del 2012, -11 del 2013. Le vendite dei quotidiani sono scese del 10 per cento nel 2013 e i ricavi pubblicitari del 19,4 %. Al 2014 sono 1.660 le persone rimaste senza lavoro. Anche in Umbria il settore dell'informazione è in grave difficoltà e in profondo cambiamento, andando incontro a nuovi assetti societari che potrebbero mettere a rischio il pluralismo dell'informazione della nostra regione. Si stima che i quattro quotidiani regionali abbiano perso nel giro di cinque anni circa 10mila copie, passando dalle 30mila alle 20mila. La crisi del sistema dell'informazione in Umbria , che riguarda anche le emittenti locali – conclude Smacchi -, non può essere soltanto un problema dei lavoratori di questo settore, nonostante questi paghino il prezzo più grande in termini di perdita di posti di lavoro, di erosione di quote di salario e di precarietà dilagante; la questione riguarda invece democrazia e partecipazione”. RED/tb