INFILTRAZIONI CRIMINALI: “CONTROLLO CAPILLARE DEL TERRITORIO E MAGGIORE ATTENZIONE PER GLI IMPRENDITORI” - LA COMMISSIONE DI INCHIESTA INCONTRA IL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA DI TERNI

La Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulle infiltrazioni criminali in Umbria ha incontrato oggi a Terni i membri del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Dal confronto tra i consiglieri regionali e i rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine della provincia di Terni è emerso un quadro rassicurante, in cui non ci sarebbero evidenze circa infiltrazioni della criminalità organizzata, ma in cui è ben presente il rischio che i capitali illeciti vengano utilizzati come grimaldello per approfittare della situazione di crisi economica ed inglobare le imprese in difficoltà.

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16 Ott 2009 01:00

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(Acs) Terni, 16 ottobre 2009 – “L’assenza di segnali evidenti di un insediamento della criminalità organizzata non deve far abbassare la guardia. È necessario verificare e controllare ogni allarme legato alla presenza di organizzazioni criminali sul territorio. La situazione di crisi economica che indebolisce le aziende e gli imprenditori rischia di rendere più vulnerabile il sistema economico alle infiltrazioni di mafia, camorra e altre associazioni criminali. Le istituzioni e le forze dell’ordine, per ottenere dei risultati concreti e condurre un efficace opera contrasto all’arrivo di capitali e personaggi legati alla criminalità organizzata, devono associare all’attività di contrasto uno stimolo verso il sistema del credito: gli imprenditori che si trovano in difficoltà, infatti, rischiano di essere “attratti” dai capitali di provenienza illecita e da chi glieli propone senza richiedere troppe garanzie o un iter burocratico macchinoso. Questo potrebbe rappresentare un facile canale di accesso e di radicamento della criminalità sul territorio umbro. Si è incentrata su queste considerazioni, discusse con la premessa di una situazione del ternano che appare decisamente tranquillizzante da punto di vista della presenza e della diffusione della criminalità organizzata, la riunione svoltasi oggi presso la Prefettura di Terni, a cui hanno preso parte Paolo Baiardini, Armando Fronduti, Ada Girolamini e Enrico Sebastiani (componenti della Commissione di indagine del Consiglio regionale sulle infiltrazioni criminali in Umbria), il consulente della Commissione Marco Angelini (docente di legislazione antimafia all’Università di Perugia), il segretario generale del Consiglio, Marina balsamo, e i membri del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, guidato dal prefetto di Terni Augusto Salustri. Il presidente della Commissione, Paolo Baiardini, ha illustrato i compiti e gli obiettivi che il Consiglio regionale ha affidato all’organismo di indagine, spiegando che “sebbene in Umbria il controllo del territorio sia ancora saldamente in mano alle istituzioni democratiche, esiste il rischio di infiltrazioni criminali in alcuni spesici settori, come quelli dello smaltimento dei rifiuti, dell’acquisizione di licenze commerciali e dell’edilizia, con l’affermazione di fenomeni legati all’estorsione, all’usura e al riciclaggio di denaro sporco e proventi illeciti. I segnali d’allarme contenuti nella relazione della Procura antimafia, che lo stesso procuratore Grasso ci ha illustrato, emersi dagli incontri con il procuratore Centrone (della direzione distrettuale antimafia dell’Umbria) e con i responsabili della Fondazione Umbria contro l’usura, ci hanno persuaso della necessità di intervenire affinché l’attività di contrasto alle infiltrazioni criminali possa essere resa più efficace, definendo un pacchetto di norme che impediscano alle aziende colluse di vincere le gare d’appalto”. Baiardini ha anche definito “interessante” la proposta della procura antimafia di istituire un conto corrente unico per tutti i pagamenti relativi agli appalti in modo che il percorso dei finanziamenti sia sempre chiaro e tracciabile. “Dobbiamo impegnarci tutti insieme – ha concluso – per costruire una barriera per prevenire le infiltrazioni criminali, mettendo in rete tutti i controlli effettuati da diversi soggetti (dalle Asl alla Guardia di Finanza) ed impegnandoci a sostenere la diffusione di una cultura della legalità”. Un impegno a cui hanno fatto riferimento anche i consiglieri Girolamini “servono regole che possano portare a stringere le maglie per bloccare le infiltrazioni, dando una dimostrazione di fermezza, Dobbiamo investire nella cultura della legalità, evitando di sottovalutare questi allarmi come invece è avvenuto (con esiti molto negativi) con la diffusione della droga” e Fronduti “le organizzazioni di categorie, così come Gepafin, hanno messo in campo finanziamenti importanti in favore del credito alle imprese in difficoltà. Necessario rinforzare i controlli sugli ambiti più sensibili, come lo smaltimento dei rifiuti e la gestione degli appalti; proprio per questo la nuova legge regionale sugli appalti dovrà essere integrata con adeguati sistemi di controllo sulle imprese vincitrici”. La situazione delineata dagli interventi dei componenti il Comitato per l’ordine e la sicurezza appare tranquillizzante e priva di elementi allarmanti. Secondo il Questore di Terni, i comandanti di Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale, il presidente della Provincia e il sindaco non ci sono segnalazioni o riscontri che facciano pensare ad una infiltrazione della criminalità organizzata sul territorio di Terni. Nonostante lo sforzo profuso nel controllo delle (poche) segnalazioni e nella verifica delle situazioni sospette, ad oggi le forze dell’ordine non avrebbero riscontrato rischi concreti di insediamento delle associazioni mafiose nella provincia di Terni, ed anche la presenza di famiglie e singoli cittadini di origine meridionale con probabili legami con mafia e camorra non avrebbe generato attività criminali, che, in alcuni casi, verrebbero svolte fuori regione. Di “capillare controllo del territorio” hanno parlato i responsabili di Carabinieri, Finanza e Forestale, evidenziando che il coinvolgimento degli imprenditori sarebbe essenziale per ottenere delle segnalazioni credibili circa l’arrivo e l’attività di società o persone in contatto con le organizzazioni criminali, mentre agli stessi imprenditori dovrebbe essere garantito un più facile accesso al credito per evitare che facciano ricorso a capitali illeciti offerti da soggetti criminali che poi finiscono per sottrarre all’imprenditore l’azienda ed anche i beni familiari. MP/mp

Immagini per le redazioni disponibili nell'archivio fotografico del Consiglio regionale.

Ultimo aggiornamento: 16/10/2009