(Acs) Perugia, 3 dicembre 2014 - “L'ennesima forzatura al limite della legalità costituzionale del Governo Renzi riguardo l'ulteriore tassazione dei terreni agricoli al di sotto dei 280 metri (http://bit.ly/12sJiPz) rischia di avere effetti devastanti sulle comunità umbre. La Regione Umbria, vista la sua vocazione agricola, non può esentarsi dal fare pressioni sul Governo per il ritiro o, in subordine, la rivisitazione con rinvio al 2015 di una norma depressiva che provocherà la contrazione del valore commerciale dei terreni e l'accelerazione di un processo di abbandono dei campi che sembrava essersi rallentato”. Lo dice il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (FDI), che sul tema ha presentato un'interrogazione urgente alla Giunta.
“Un balzello di fatto retroattivo – spiega Lignani - perché avrà effetti sul 2014 e, sicuramente in violazione dello Statuto del contribuente, riguarderà di fatto quasi tutti i comuni umbri, perché se l'Imu agricola verrà indiscriminatamente messa a tutti i comuni al di sotto dei sopracitati 280 metri, verranno comunque tassati tutti i terreni al di sotto dei 600 metri non adibiti ad azienda agricola o non coltivati direttamente. Non sfugge che ci saranno anche contenziosi, nella fascia tra 280 e 600 metri, tra i Comuni e i coltivatori diretti sull'effettivo utilizzo in tal senso del terreno”.
“Grottesco è poi – conclude - che a far fede sia la sede comunale, con il paradosso, ad esempio, che cittadini di frazioni montane dovranno comunque pagare se il capoluogo si trovasse a valle. Una ennesima giungla normativa che costringerà tra l'altro le amministrazioni comunali a rimarcare la loro spiacevole funzione di esattori su beni che producono rendite nulle o minimali”. RED/pg