I Ceri a Perugia per il 50esimo anniversario dall’adozione come stemma dell’Umbria

Ieri in piazza IV Novembre, davanti ai Ceri mezzani esposti di fianco alla fontana maggiore, esibizioni degli sbandieratori di Gubbio e, dopo il convegno alla Sala dei Notari, magnifiche proiezioni sulla facciata del Duomo. Presenti esponenti politici di tutti gli schieramenti, passati e presenti

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31 Ott 2023 11:38

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(Acs) Perugia, 31 ottobre 2023 – Davanti agli occhi meravigliati di turisti e cittadini, i Ceri mezzani di Gubbio sono stati esposti ieri a fianco della fontana maggiore di piazza IV Novembre, dove si sono esibiti gli sbandieratori e i musicanti della città che ospita i manufatti simbolo della Regione Umbria dal 30 ottobre 1973, quando fu approvata la legge regionale che ne decretò la rappresentatività di tutte le città e di tutti i cittadini umbri. E ieri, per il 50ennale dell’istituzione del simbolo, nella sala dei Notari c’erano tanti sindaci, a cominciare da quelli di Gubbio e Perugia, esponenti politici di tutti gli schieramenti, consiglieri in carica ed ex consiglieri regionali, assessori, ex presidenti di Regione e Assemblea legislativa, quelli attuali, Donatella Tesei e Marco Squarta, il rettore dell’Università Maurizio Oliviero, il vescovo Ivan Maffeis e le autorità di pubblica sicurezza.

Il contributo storico e scientifico è stato affidato a Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI) del Ministero della Cultura, che ha parlato del sostegno dell’ICPI alle attività di valorizzazione e salvaguardia del patrimonio immateriale”, mentre Massimiliano Minelli, docente dell’Università di Perugia, ha parlato della festa e della partecipazione ad essa.

Il presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta ha detto “oggi siamo qui per rendere omaggio non a un simbolo, ma a un'identità intera. Si fa fatica oggi a parlare di identità. Perché a volte i temi identitari dividono, creano fratture, stimolano dibattiti. Eppure identità è una parola che rimane bellissima, perché evoca e racconta la vita collettiva di qualcosa. Ne descrive le esperienze, il tessuto culturale, il costume, l'insieme delle storie personali. Oggi possiamo definirci un insieme omogeneo di bellezze e peculiarità uniche, mantenendo ognuno la sua specificità, sotto ogni campanile. Nei nostri Sindaci – ha detto Squarta - risiedono le responsabilità più grandi, l'impatto più evidente di storture e criticità, il fardello più pesante da caricare davanti a emergenze come quella del terremoto, che più volte ha colpito i nostri territori, o la pandemia che ci siamo lasciati solo da poco alle spalle. Sono loro la spina dorsale della Regione, loro l'anello di congiunzione tra cittadino e istituzione, e sempre loro a garantire il corretto funzionamento di macchine amministrative sfibrate da enormi incombenze e necessità burocratiche elefantiache. Ed è ai nostri cittadini che invece rivolgo il mio invito alla partecipazione, che sia civica, che sia politica, che sia culturale, sociale. Una partecipazione attiva, consapevole e impegnata, finalizzata al perseguimento del bene comune, al raggiungimento di quella stagione di benessere e prosperità che è alla base dell'azione di ognuno di noi. E un pensiero voglio rivolgerlo a chi quella stagione di benessere e prosperità non riesce a trovarla, a chi soffre, a chi è nell'impossibilità di vivere una vita libera, piena e indipendente. A chi pur lavorando non riesce a condurre un'esistenza dignitosa e appagante. E' il punto da cui partire per lavorare insieme, e insieme costruire una società più giusta, più solidale, più inclusiva, più feconda di umanità”.

La presidente Tesei ha ringraziato per la loro presenza tutti gli esponenti politici e delle istituzioni senza distinzioni, ricordando anche lo scomparso ex presidente di Giunta Francesco Mandarini: “Se siamo arrivati a questo cinquantennio – ha detto – il merito è di tanti. La festa dei Ceri è diventata la festa di un’intera regione perché rappresenta la sua identità e contiene i valori di una comunità e lo spirito del futuro”. Poi ha ricordato l’interruzione della millenaria tradizione della corsa nel periodo della pandemia: “Dissi al sindaco di Gubbio che i Ceri non potevano rimanere bloccati, nonostante le restrizioni e i numeri di presenza che vennero imposti ma che non impedirono la solita festosa partecipazione. Nessuno vuole rinunciare a questo evento, patrimonio di cultura e identità. Il nostro stemma rappresenta proprio questo, l’identità dell’Umbria da custodire, conservare e anche promuovere, come stiamo facendo”. PG

Ultimo aggiornamento: 02/11/2023