(Acs) Perugia, 15 marzo 2011 - “Attivare una rapida indagine per conoscere la situazione delle autorizzazioni in corso in materia di nuovi impianti destinati alle energie rinnovabili e quali ripercussioni può avere l'approvazione del decreto legislativo da parte del Governo”. Lo scrivono, in una mozione, Gianfranco Chiacchieroni (Pd), Massimo Buconi (Socialisti e Riformisti) e Roberto Carpinelli (Marini per l'Umbria) che chiedono al Consiglio regionale di impegnare la Giunta a sviluppare una forte iniziativa, insieme con le altre Istituzioni e ai parlamentari umbri, al fine di ottenere un immediato ritiro del decreto da parte del Governo e, nello stesso momento, ad aprire una intensa fase di promozione e di sostegno alla produzione di energie da fonti rinnovabili sottolineando che si tratta di una autentica rivoluzione per la produzione energetica, pulita e a basso costo per le nostre comunità”.
I tre consiglieri regionali, nel ricordare che lo scorso 7 marzo è stato firmato il decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, evidenziano come lo stesso decreto “fissa una scadenza per gli incentivi alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica al 31 maggio 2011, che annulla rispetto al vigente Conto Energia del luglio 2010 le scadenze programmate per il 31 agosto e 31 dicembre 2011 sulle quali i soggetti investitori (pubblici e privati) hanno già avviato i Piani economico - finanziari per l’attivazione dei cantieri di costruzione e la conseguente attivazione degli ordini”.
Per Chiacchieroni, Buconi e Carpinelli, “tale data, artificiosamente imposta con il pretesto di rimodulare gli incentivi previsti per le fonti rinnovabili in generale e per il settore fotovoltaico in particolare, lungi dal conferire efficacia al riordino del settore, ha come immediata conseguenza lo stop a tutti i finanziamenti in essere ed il blocco totale di ingenti iniziative economiche venendo a mancare un quadro di riferimento certo per gli operatori. In questo modo – rilevano - il danno che deriverà al settore, dall'applicazione del testo di questo decreto senza alcuna modifica, è pesantissimo, sia per il comparto produttivo-industriale-occupazionale, che si è sviluppato negli ultimi cinque anni (siamo a circa 150 mila addetti), sia per il 'Sistema Italia' in generale accrescendo la dipendenza energetica da un'impostazione centralistica guidata da realizzazioni di grosse centrali (fossili o nucleari) e quindi andando sostanzialmente nella direzione opposta rispetto alla Green Economy”.
“Anche in Umbria – rimarcano - di fronte alla notevole quantità di richieste in corso per l’autorizzazione di impianti fotovoltaici è naturale pensare che l’impatto del decreto governativo su questo settore in rapida crescita possa essere grave e distruttivo per molti progetti d’impresa. Il decreto attuativo delle direttive comunitarie in materia di 'Promozione dell’uso delle energie da fonti rinnovabili' - aggiungono - invece di assolvere alla funzione di stimolo e promozione del settore sta di fatto decretando un drastico arresto della sua dinamica evolutiva e del suo impatto sul sistema energetico e sull’economia del Paese”.
Secondo Chiacchieroni, Buconi e Carpinelli “si tratta di un forte atto politico da parte dell'attuale maggioranza, furbescamente camuffato sotto un decreto tecnico, ma che in sostanza tende a rilanciare il nucleare, a bloccare le iniziative di autonomia energetico-ambientale a livello locale (Regioni, Province, Comunità montane e Comuni), favorisce il prosieguo di un mercato di approvvigionamento e distribuzione dell’energia imperniato esclusivamente sulle fonti fossili e colloca le residue speranze per lo sviluppo delle rinnovabili totalmente nelle mani di pochi gestori. Nelle sue parti principali – concludono - il decreto presenta seri dubbi di costituzionalità già sollevati, da alcuni, al presidente della Repubblica”. RED/as