(Acs) Perugia, 22 luglio 2016 - “La Giunta regionale faccia luce sugli esiti, ancora fortemente indefiniti, del concorso straordinario per l’assegnazione di 39 sedi farmaceutiche territoriali nella nostra regione”. Lo chiede, con una interrogazione di cui annuncia la presentazione, il consigliere regionale di opposizione Sergio De Vincenzi (Ricci presidente).
De Vincenzi spiega che nel 2012 è stato bandito un concorso per 39 nuove farmacie territoriali in Umbria, “che consentirebbero un servizio alla cittadinanza più capillare e una maggiore concorrenza basata su sistemi di merito e professionalità, invece che su logiche familistiche. Il concorso, che ha subìto rallentamenti in tutto il Paese, vede l’Umbria in forte ritardo e, ad oggi, non sono chiare le tempistiche con le quali si arriverà all’esito della vicenda. Questo – spiega - anche per l'inchiesta giudiziaria che ha condotto il PM Mario Formisano, nel giugno 2015, ad iscrivere nel registro degli indagati 5 funzionari della Regione Umbria, fra i quali l’ex dirigente dell’ufficio autorizzazioni e accreditamento dell’assessorato regionale alla Sanità, preposto all’espletamento delle pratiche del concorso, causando lo scioglimento della commissione esaminatrice nominata. Per quanto è dato di sapere – continua il consigliere regionale – a marzo è stata pubblicata nel Bollettino regionale la graduatoria provvisoria dei farmacisti ritenuti idonei, frutto della selezione attuata dalla precedente commissione. E dopo un anno dall'avvio dell'inchiesta giudiziaria il nuovo dirigente, con grandi difficoltà, sta cercando la quadra per istituire una nuova commissione”.
Sergio De Vincenzi rimarca che “dopo quattro anni dalla promulgazione del concorso il rischio che i farmacisti idonei corrono è di vedersi annullata la graduatoria pubblicata e dover ancora attendere senza ricevere nessuna indicazione sugli sviluppi del concorso. Molti di questi professionisti hanno fatto investimenti onerosi in vista dell’apertura della farmacia assegnata, e altri (soprattutto i farmacisti ospedalieri, e quindi dipendenti pubblici) hanno dovuto chiedere un’aspettativa non retribuita o, addirittura, dimettersi dal loro posto di lavoro, pena l’esclusione dalla graduatoria. Ritengo quindi doveroso – conclude – che l'Esecutivo di Palazzo Donini faccia chiarezza su questa vicenda, fornendo risposte a cittadini e professionisti umbri”. MP